Un terzo del cibo prodotto nel mondo viene perduto. Lo spreco alimentare rappresenta una contraddizione del nostro tempo, a fronte dell'insicurezza alimentare di tanti esseri umani nel mondo, e porta con sé un grande, quanto inutile, consumo di risorse ambientali sempre più scarse e preziose. Se lo spreco alimentare fosse un paese, sarebbe al terzo posto per l'entità delle emissioni di gas serra dopo USA e Cina. Ecco i consigli #SaveHumansThursday per una Pasqua senza sprechi e amica dell'ambiente.
A livello globale 1/3 del cibo prodotto viene perduto: si tratta di 1.300.000.000 di tonnellate di alimenti ogni anno che sarebbero sufficienti per nutrire circa 1/3 della popolazione mondiale.
Lo spreco alimentare ha dai costi immensi in termini umanitari e ambientali. Significa, infatti, buttare via risorse preziose come acqua, terreno fertile ed energia durante tutte le fasi di produzione e distribuzione e richiede una superficie coltivata grande quanto la Cina.
Se lo spreco alimentare fosse un paese, sarebbe al terzo posto per l'entità delle emissioni di gas serra dopo USA e Cina.
Nei paesi occidentali lo spreco si concentra soprattutto nelle fasi finali della filiera, ovvero nelle nostre case (il 43% dello spreco in Europa) e nella ristorazione.
by USDA |
Per l'esattezza si buttano via:
- il 30% dei cereali, pari a 763 miliardi di pacchi di pasta;
- il 20% dei prodotti caseari europei, ovvero 29 milioni di tonnellate l'anno;
- il 35% del pescato, per intenderci qualcosa come 3 miliardi di salmoni;
- il 20% della carne, che corrisponde a 75 milioni di mucche.
Da un punto di vista economico, per una famiglia italiana lo sperpero alimentare significa una
perdita di 1.693 euro l'anno.
Assieme al cibo, quanta natura sprechiamo?
Secondo il rapporto WWF 2013 “Quanta Natura Sprechiamo”, nel 2012 in Italia lo spreco di cibo ha determinato:
- l'uso di 1.226 milioni di metri cubi d’acqua, più della metà a causa della cattiva gestione degli alimenti nelle nostre case. Il quantitativo di acqua richiesto per produrre il cibo sprecato ogni anno nel mondo basterebbe a soddisfare i bisogni domestici di una città come New York per 120 anni;
- l'emissione di 24,5 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti, di cui 14,3 milioni di tonnellate vengono attribuite allo spreco
dei consumatori (valore pari al 20% delle emissioni dovute ai trasporti);
- l'immissione nell'ambiente di 228.900 tonnellate di azoto reattivo contenuto nei fertilizzanti, di cui 143.100 a causa degli sprechi domestici. E' noto il suo impatto sulla qualità delle acque e dunque sulla sopravvivenza di flora e fauna degli ecosistemi idrici.
Ogni anno durante le Feste, come la Pasqua, gli sprechi alimentari subiscono un'impennata. La voglia di convivialità e di rilassarci possono giocare un tiro mancino all'ambiente e al nostro borsellino.
Cosa fare per correre ai ripari?
Ecco i consigli #SaveHumansThursday per una Pasqua senza sprechi e amica dell'ambiente:
1. Prima di acquistare pianifica.
Ovvero fai la buona, vecchia lista della spesa. Mai provato? E' senz'altro il modo migliore durante le Feste, ma anche nella quotidianità, per comprare esattamente ciò che serve, risparmiando un bel po' di denaro. Ed evitando, tra l'altro, di ritrovarsi con il frigorifero stipato degli alimenti più disparati ed essere assaliti ogni sera dal solito pensiero - E adesso cosa mangiamo? -
Decidi con calma cosa desideri offrire ai tuoi ospiti per la Pasqua ma anche cosa portare in tavola ogni giorno e non lasciare che siano le millemila offerte del supermercato a farlo per te!
2. Quando cucini scegli le porzioni giuste, eviterai di gettare via il cibo o di spedire a casa i tuoi ospiti pieni di derrate alimentari.
Per un pasto festivo, e dunque abbondante, potresti calcolare, ad esempio, per ciascun commensale:
50 g di antipasto
100 g di pasta e 50 g di condimento
circa 150 g di carne o pesce
250 g di ortaggi
200 g di patate e/o 50 g di pane
80 g di dolce
e mettiamoci anche 20/30 g di cioccolato per il tradizionale uovo
50/100 g di frutta
3. Leggi le etichette con attenzione.
I consumatori sono spesso confusi rispetto alle etichette dei prodotti alimentari per quanto riguarda le indicazioni “preferibilmente entro”, “usare entro”, “data di scadenza” e, a causa dell'insicurezza, gettano via prodotti ancora buoni da consumare. La legislazione corrente sull'etichettatura riserva la data
di scadenza per gli alimenti altamente deperibili come latte fresco, yogurt, ricotta, uova, pasta fresca; tale data
indica il termine entro il quale l’alimento è idoneo al consumo.
La data “preferibilmente entro”, invece, si riferisce al termine minimo di conservazione: oltre questa data il
prodotto, pur essendo ancora perfettamente commestibile, perde le qualità sensoriali attese dal consumatore.
4. Quali prodotti scegliere?
L'acquisto di prodotti freschissimi, direttamente dal produttore, potrebbe permetterci di avere a disposizione qualche giorno in più per poterli consumare, ancora in ottime condizioni. Chi ha la fortuna di avere a disposizione un orto lo sa, gli ortaggi appena raccolti mantengono le loro caratteristiche organolettiche qualche giorno in più, se conservati in frigo.
In molte regioni italiane per il pranzo pasquale vengono consumate tradizionalmente carni di agnello e capretto. Tale consumo non dovrebbe, tuttavia, trasformarsi in abitudine. L'enorme richiesta durante tutto l'anno viene soddisfatta in parte con ovini proveniente dall'estero e comporta un numero enorme di capi macellati, dalla provenienza incerta. La crescente sensibilità dell'opinione pubblica verso le condizioni di vita degli animali negli allevamenti intensivi ha portato molti consumatori a rinunciare al loro consumo.
Le capre generalmente nascono in primavera e la tradizione di mangiare capretto a Pasqua è nata, prima che ci fossero frigoriferi e grande distribuzione, proprio dalla necessità di non sprecare carne. Non può dunque rappresentare un cibo quotidiano. E' importante scegliere con cura la provenienza, informarsi riguardo le tecniche di allevamento (prediligendo animali allevati all'aperto, poiché godono di migliori condizioni di vita e la loro alimentazione è basata unicamente sul pascolo) e premiare gli allevatori che rinunciano per due mesi alla produzione di latte per lasciarla al capretto (di modo da non nutrirlo con latte artificiale).
E' tanto più importante non sprecare carne se pensiamo che il 70% delle terre coltivabili del Pianeta è destinato alle produzioni animali e il 30% dei cereali coltivati servono a nutrirli. L'eccessivo consumo di carni e il loro spreco sottrae terreni per la coltivazione di alimenti destinati al consumo umano. L'allevamento di bestiame è la causa del 18% delle emissioni di gas serra a livello globale. Produrre un kg di carne di manzo, ad esempio, vuol dire produrre 36,4 kg di CO2, l'equivalente delle emissioni medie di un'automobile che percorre 250 km.
5. Divertiti con le ricette del riciclo.
Le polpette sono senz'altro le regine del riciclo! Nella tradizione gastronomica ce ne sono di tutti i tipi: di verdure, di pane e formaggio, di carni miste per il recupero degli avanzi. Con la pasta avanzata è possibile realizzare una frittata, mentre con le verdure e i resti dei formaggi delle ottime torte salate. Avete mai provato a colazione la frittata di albumi e farina di avena con la frutta fresca?
6. Conserva in modo intelligente.
Il frigorifero non è uno stipatoio e, al fine di ottimizzare la conservazione, va organizzato con cura.
La carne, ad esempio, deve essere collocata nel ripiano al di sopra del cassetto delle verdure, e, se macinata, va consumata nel giro di 24 h. I formaggi, invece, vanno conservati nella parte alta del frigo assieme agli affettati. La frutta e gli ortaggi, chiusi in sacchetti di carta, andranno conservati negli appositi cassetti in basso. Il pesce, se non viene consumato in giornata, va congelato.
Dunque l'idea migliore è quella di congelare immediatamente ciò che non consumerete nel giro di poco. Magari in confezioni monodose, sarete grati a voi stessi quando dovrete pensare al pranzo da portare in ufficio!
7. Riduci al minimo gli imballaggi, soprattutto quelli in plastica.
Su #SaveHumansThursday abbiamo parlato della plastica e delle sue conseguenza sull'ambiente qui e qui. Quando acquisti prediligi gli alimenti che non portano con se imballaggi ingombranti.
Lo spreco alimentare rappresenta una contraddizione intollerabile a fronte dell'insicurezza alimentare di tanti esseri umani nel mondo e porta con sé un immenso, quanto inutile, consumo di risorse ambientali sempre più scarse e preziose. Per non parlare della gestione dei rifiuti. Ebbene si, gli sprechi diventano poi rifiuti da smaltire: in Italia il 3% dei consumi di energia sono imputabili allo spreco alimentare.
Secondo la FAO i paesi industrializzati gettano nella pattumiera 222 milioni di tonnellate di cibo, la stessa quantità che viene prodotta per scopi alimentari nell'Africa Sub-Sahariana. Non possiamo e non dobbiamo più ignorare questi dati.
Seguite gli aggiornamenti sulle nostre pagine Facebook dott.ssa Francesca De Filippis e dott.ssa Livia Galletti.
Bibliografia:
- BCFN - Lo spreco alimentare: cause, impatti e proposte - giugno 2012
- FAO - Global Food Losses and Waste. Extent, Causes and Prevention - 2011, available at: http://www.fao.org/docrep/014/mb060e/mb060e00.pdf
- FAO - Food Wastage Footprint, Impacts on Natural Resources - 2013, available at: http://www.fao.org/docrep/018/i3347e/i3347e.pdf
- INEA - Lo spreco alimentare in Italia - 2014, Mipaaf
- Segrè A - LAST MINUTE MARKET - 2010, Pendragon ed.
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