lunedì 4 luglio 2016

Se la dieta diventa un problema

By Alan Cleaver 
Estate, tempo di mare e... di diete. Di ogni tipo e dai nomi più fantasiosi e disparati. Impossibile, pur volendolo fortemente, restarne all'oscuro. Se ne parla ovunque. Su riviste, giornali, a cena con gli amici. Persino dal parrucchiere - dove si era andati per concedersi l'agognato momento dedicato a se stessi - ma si incontra la signora Maria che, guarda caso, ha un cugino che è riuscito a perdere millemila chili in poche settimane grazie ad una nuova miracolosa dieta. Quello che la signora Maria non dice è che il suddetto cugino, durante le settimane in questione, si è ritirato in un eremo in Tibet, liquidando qualsiasi invito degli amici con la lapidaria frase "non posso perché sono a dieta". Il resto del tempo lo ha trascorso a domandarsi - legittimamente - come sarebbe riuscito ad andare avanti così per tutta la vita.

- Dopotutto, domani è un'altro giorno! - si diceva Rossella O'Hara dopo l'indimenticabile battuta di Rhett. Mi sono sempre domandata come il povero Rhett sia riuscito a resistere per quasi quattro interminabili ore di film. 

La lotta per "liberarsi dal grasso in eccesso" non conosce tregua. E così ci si ritrova a vedere un piatto di pasta come un infido concentrato di "carboidrati che fanno ingrassare", una mozzarella come un gigantesco globulo di "grassi saturi che vanno assolutamente eliminati" e una fetta di torta come un covo di "zuccheri semplici che sono puro veleno" (cit. da qualche dozzina di titoli pubblicati sul web). Senza contare il terrore dello "sgarro" che può rendere la giornata una corsa ad ostacoli, nel costante affanno di evitare persino la nonna che, silenziosa ma letale come un giaguaro, attende paziente il nostro ritorno con una bella fetta del nostro dolce preferito. Chi avrebbe mai potuto pensare che dietro un viso così bonario si nascondesse una faziosa sobillatrice di tal fatta? E qui in 99 casi su 100 vince la nonna. Anche perché, a dirla in tutta onestà, era da più di un mese, passato nell'eroico tentativo di eliminare qualsiasi tipo di dolce-pizza-pane, che quella torta era il primo pensiero del mattino e l'ultimo della sera. E' così termina la triste storia della "dieta perfetta"

Ma esiste poi questa misteriosa entità di cui tutti parlano? In realtà la dieta perfetta non esiste ed è proprio il proposito di intraprenderne una che spesso ci porta ad incontrare delle difficoltà e a rinunciare. 

Gli anglosassoni lo chiamano dieting. Ovvero l'alternanza tra la dieta, vista come un rigido strumento utilizzato per perdere peso nel minor tempo possibile, e la libertà di tornare a mangiare, spesso senza alcuna regola. 

Così durante il "periodo di dieta" ci si impongono rigide restrizioni dietetiche o si saltano i pasti per rimediare agli "sgarri". Si arriva ad escludere interamente alcuni alimenti che si ritengono proibiti e non adeguati, addirittura pericolosi. Puntualmente i più gratificanti. 
Si è abituati infatti a pensare all'alimentazione solo in termini di calorie o apporto energetico. Questo aspetto, seppur non trascurabile, rappresenta solo un tassello di un puzzle molto più complesso. Tra l'apporto calorico degli alimenti e gli effetti sul peso c'è il nostro organismo. E quando c'è di mezzo il corpo umano la matematica diventa spesso un'opinione! Si pensi a cosa accade quando si intraprendono diete drastiche o si escludono del tutto alcuni alimenti. 

Nelle prime fasi del digiuno l'organismo è incapace di attingere energia dal tessuto adiposo. L'evoluzione "ha scelto" di sacrificare parte del tessuto muscolare al fine di garantire la sopravvivenza, considerando, per lo meno inizialmente, il tessuto adiposo un patrimonio prezioso da conservare. Nel tempo è possibile che la voglia di consumare alimenti che molto a lungo ci si è vietati sia difficile da controllare. 

Le restrizioni dietetiche eccessive sono difficili da portare avanti per un lungo periodo e quando vengono sospese l'alimentazione può diventare disordinata. In questo modo il peso invece di diminuire aumenta, superando spesso il valore di partenza. 
Il fatto che tutti gli sforzi non abbiano prodotto alcun risultato può portare a scoraggiarsi, a sentirsi in colpa, a pensare di non avere sufficiente forza di volontà e per un effetto paradossale si finisce per consumare più cibo, soprattutto quello considerato proibito.  Fino a ricominciare... una nuova dieta.

Senza contare che alle volte gli eccessi alimentari nulla hanno a che vedere con la fame, ma dipendono da altri fattori per i quali è prezioso l'intervento di uno psicoterapeuta. 

Einstein scriveva - Nel mezzo delle difficoltà nascono le opportunità -
                                                                         (Il mondo come lo vedo io, Albert Einstein, 1931)

In realtà il pensiero espresso dal famoso scienziato era un tantino più articolato, ma questa sintesi rende bene l'idea. 

In questo caso si tratta dell'opportunità di fare una scelta importante e duratura: prendersi cura della propria salute e del proprio benessere, modificando a passi piccoli e graduali il proprio stile di vita. Non per un periodo limitato, ma nel tempo.

L'effetto preventivo del cibo sulla salute è il risultato di una sinfonia di componenti che vengono preparati con amore, gustate con serenità e magari in compagnia e poi assorbite dal nostro organismo, che è in grado di trarne quanto necessario per soddisfare i propri bisogni biologici.
La vera sfida non è perdere peso, ma comprendere e assecondare i molteplici fattori che regolano il metabolismo per poterlo valorizzare e non dover più affrontare una dieta dopo l'altra. La perdita di peso, laddove necessaria, è la logica conseguenza di questo cambiamento.

Questo articolo è ispirato alla storia di tanti pazienti, benché tali meccanismi siano ampiamente descritti in letteratura. Pertanto a loro lo dedico con affetto. Perché continuino ogni giorno a insegnarmi  a non anteporre le conoscenze scientifiche al buonsenso e perché la loro storia sia di aiuto e sostegno per altre persone.

L'alimentazione equilibrata non è qualcosa di scontato o che per forza di cose ci viene fornita in dotazione alla nascita. E' il frutto di un lavoro che si porta avanti giorno per giorno, anche attraverso momenti di difficoltà, e di un allenamento che richiede i tempi giusti.