tag:blogger.com,1999:blog-17981925453799338422024-03-13T21:23:38.480-07:00Ecobricioleecobriciolehttp://www.blogger.com/profile/07549199608332406980noreply@blogger.comBlogger37125tag:blogger.com,1999:blog-1798192545379933842.post-50360995692012891402020-01-12T02:31:00.002-08:002020-01-12T02:31:51.452-08:00Arrivederci cara amica, sorella, specchio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-oaKRXyXMh-0/XhrwA0ArIqI/AAAAAAAAlus/uBH1PSaRjxgzWlzYrPb3hmATvAEPKVkxwCLcBGAsYHQ/s1600/998372_661382520545867_61136139_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="960" height="480" src="https://1.bp.blogspot.com/-oaKRXyXMh-0/XhrwA0ArIqI/AAAAAAAAlus/uBH1PSaRjxgzWlzYrPb3hmATvAEPKVkxwCLcBGAsYHQ/s640/998372_661382520545867_61136139_n.jpg" width="640" /></a></div>
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<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Morgana non c'è più. Mi manca il respiro a scriverlo. </span></span></div>
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<span style="font-family: inherit;"><div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">E' sopravvissuta alle percosse, al canile, ad una stilettata nel petto e a tutta una serie di gravi patologie che non starò qui ad elencare, visto che lei non le ha mai filate di striscio. Semplicemente dopo 14 anni di vita, di cui 10 passati sempre al nostro fianco, ha deciso di proseguire il viaggio.</span></div>
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<span style="font-family: inherit;">Lo ha fatto, tanto per cambiare, quando ha deciso lei, spegnendosi fra le nostre braccia. O meglio tra le braccia della dolce metà. Perché io, che non ero assolutamente d'accordo, correvo a perdifiato verso la clinica urlandole di respirare. E lei, per l'ultima volta, ha fatto esattamente il contrario.</span></div>
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<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: inherit;">La mia amica Viviana ha detto - Non è giusto, ma è tutto giusto. </span></div>
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Io aggiungerei, più che altro inevitabile e irreversibile. Che ci piaccia o meno. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ma siccome oggi celebriamo Morgana, la Grande Ponga, seguiremo il suo primo insegnamento.</div>
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Quando non comprendi qualcosa mangiala. Se non è commestibile giocaci. </div>
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Non starò qui a dilungarmi con melensi panegirici, li avrebbe detestati. </div>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-Bcskz3KNCKQ/Xhru03Zrh2I/AAAAAAAAlug/-22ukKKFLDsHPMRHkGd063ai6WQX-NkDgCLcBGAsYHQ/s1600/57377346_10216637015631751_4053943949075677184_o.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1080" data-original-width="1440" height="240" src="https://1.bp.blogspot.com/-Bcskz3KNCKQ/Xhru03Zrh2I/AAAAAAAAlug/-22ukKKFLDsHPMRHkGd063ai6WQX-NkDgCLcBGAsYHQ/s320/57377346_10216637015631751_4053943949075677184_o.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il nostro amico Michele disse - Meglio morsi, che rimpianti!</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
La Ponga, in realtà, era una simpatica canaglia. Pallinomane ed egocentrica, amava a suo modo il genere umano. In particolare idolatrava la dolce metà (suo unico ed imperituro amore, io ero l'altra), amava tutti coloro che, terrorizzati dai canidi, le stavano alla larga (arrivando addirittura a strusciarsi a questi involontari oggetti di amore) e poi altre due o tre persone che, per pura caparbietà o perché simili, decidevano di entrare in relazione con lei. Operazione che poteva richiedere dai sei mesi ad un anno. </div>
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<br /></div>
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Tutti gli altri semplicemente non li degnava di uno sguardo. La Ponga non perdeva tempo ed energie a detestare. A meno che non si trattasse dei veterinari (che la ricambiavano caldamente, tranne nel caso del nostro ultimo dottore, Angelo di nome e di fatto) o di qualcuno che aveva l'ardire di accarezzarla senza prima essersi presentato (e d'altronde voi come reagireste se uno sconosciuto vi palpeggiasse al semaforo?). La faccenda non cambiava neppure con le opportune presentazioni. Come vi ho detto, chi desiderava diventare amico della Ponga doveva lavorare per sei mesi buoni. </div>
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L'amicizia va coltivata, dovreste saperlo.</div>
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La Ponga all'area di sgambamento cani ci andava di notte. A mia discolpa posso dire che lo facevo perché detesto i conflitti, non mi piace discutere a meno che io non sia costretta. Ne soffro tantissimo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-SxQrNelnN1E/XhrtlguSppI/AAAAAAAAluU/67Kp-j7QzVcRlV4uP6FV-QHV3JPafwRKwCLcBGAsYHQ/s1600/20140101_141245.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="854" height="235" src="https://1.bp.blogspot.com/-SxQrNelnN1E/XhrtlguSppI/AAAAAAAAluU/67Kp-j7QzVcRlV4uP6FV-QHV3JPafwRKwCLcBGAsYHQ/s320/20140101_141245.jpg" width="320" /></a>Ma alle volte sono inevitabili. E sia. Mai tirarsi indietro quando qualcuno vuole prenderti la pallina.</div>
<div style="text-align: justify;">
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<div style="text-align: justify;">
La Ponga giocava nottetempo con la sua pallina nell'area sgambamento cani, per l'appunto. Quando un losco figuro, accompagnato da 80 kg di mastino danese urlava dal cancello la fatidica frase.</div>
<div style="text-align: justify;">
- Ma è femminaaaaaaaaaaaaaaaaaa? Il mio è maschiooooooooooo</div>
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Ecco, e cosa dobbiamo farne? Vogliamo sfornare dei cuccioli di T-rex?</div>
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Prima che io potessi recuperare il cane e uscire, la montagna correva festosa e decisa verso la Ponga. La quale, va detto, continuava ostinata ad ignorarlo. Mentre io, conoscendola, mi appellavo a Odino, Zeus e tutti gli dei dell'Olimpo. Meglio non dimenticare nessuno.</div>
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Nel frattempo la montagna, comprensibilmente ammaliato dalla Ponga, tentava ogni tipo di approccio. E, non pago, tentava di coprirla. La famosa goccia che fa traboccare il vaso. Prima che mi venisse un coccolone, Morgana aveva già poggiato la pallina, si era girata incredula e con un balzo felino era salita sulla pancia del goffo pretendente. Ruggendogli sul grugno. Lei non ringhiava, ruggiva. Dopo alcuni interminabili istanti e la resa incondizionata del goffo pretendente, lo stesso si rialzava mesto e piagnucolando raggiungeva il suo proprietario che esclamava - Il tuo cane è cattivo!</div>
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Intanto del tu lo dai a qualcun altro. Pertanto, mentre ringraziavo Odino e tutti gli altri, gli rispondevo - E lei è un grandissimo villano! Insegni al suo cane le buone maniere!</div>
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E così dicendo mi allontanavo sdegnosamente, prontamente raggiunta dalla Ponga che procedeva impettita e con la pallina in bocca.</div>
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Mai ferire o fare del male, se basta semplicemente ruggire.</div>
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Ecco, questa era la Ponga. Per quanto, prima di arrivare a noi, fosse stata picchiata e maltrattata fino ad avere i denti spezzati, aveva imparato a risparmiare gli altri. Non si fidava mai del tutto purtroppo. Ma sapeva difendersi, senza ferire davvero. Si può fare, lezione imparata.</div>
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-biI8mqDjre0/Xhrw0ePP-FI/AAAAAAAAlu0/ChveWJ3KsX4gql6RVtisIDidKtC822jEACLcBGAsYHQ/s1600/20140820_175018.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="1280" height="240" src="https://1.bp.blogspot.com/-biI8mqDjre0/Xhrw0ePP-FI/AAAAAAAAlu0/ChveWJ3KsX4gql6RVtisIDidKtC822jEACLcBGAsYHQ/s320/20140820_175018.jpg" width="320" /></a></div>
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Non abbiamo mai capito se siamo stati noi a scegliere la Ponga, o la Ponga a scegliere noi.</div>
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Al canile, chiunque abbia varcato quel cancello potrà comprenderlo, tutti i cagnolini guaivano dietro le gabbie. E mentre io rimuginavo su un modo per portarmeli tutti a casa, la dolce metà si fermava davanti ad una gabbia. Dove c'era l'unico cane che non ci calcolava minimamente. Era li, al centro della gabbia, seduta modello "monumento nazionale" e ci guardava silenziosa e fiera.</div>
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La dolce metà esclamava - Quanta dignità possiede questo cane, seppur nella sofferenza!</div>
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Accidenti a noi e al nostro maledetto vizio di antropomorfizzare gli animali! Non ci avremmo messo molto a comprendere che in quel momento il cane non si era minimamente calato in una tragedia shakespeariana. Conoscendola, stava senz'altro pensando -Umani scapestrati, non vi azzardate a darmi noia!</div>
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Fatto sta che, cinque minuti dopo, guardandosi rapidamente alle spalle saltava nella nostra macchina. </div>
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La direttrice del canile, attonita, affermava - Ma sicuri di volerla prendere così, senza pensarci?</div>
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Ma il cane era già in auto e le faceva l'elegante gesto dell'ombrello dal finestrino.</div>
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Già, sicuri di volerla portare a casa senza pensarci un attimo? No, nessun eroismo da parte nostra. Noi, molto semplicemente, non avevamo capito nulla. Non sapevamo nulla di cani, non avevamo la benché minima idea di cosa volesse dire avere a che fare con un cane maltrattato e non socializzato.</div>
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Sapevamo solo che l'avevano trovata, qualche mese prima, nei pressi del canile. Legata ad un albero e con la museruola. Digiuna probabilmente da giorni. Con la museruola perché, su questo non ho dubbi, la Ponga aveva senz'altro dato il benservito al criminale che l'aveva ridotta in quelle condizioni. Brava ponghina, quando ci vuole ci vuole.</div>
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Presto ci saremmo dovuti accorgere che da soli nulla potevamo, avevamo portato a casa un cane inferocito come una puzzola e che soprattutto aveva deciso di poter fare a meno degli umani. E fu così che Simone Zoboli, l'istruttore cinofilo che ci ha aiutati a rimettere insieme i pezzi, è entrato nelle nostre vite dicendoci - Non vorrete mica gettare la spugna?</div>
<div style="text-align: justify;">
Mai. Io sono sempre dalla parte delle minoranze oppresse. La Ponga ce l'avevo già nel cuore. </div>
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Simone è stato l'angelo custode della Ponga, seguitelo su <a href="https://www.aboutdogsitalia.com/">About dogs Italia</a></div>
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E mentre lui, dopo due anni di lavoro, sentenziava orgoglioso - Bene ragazzi, ora voi avete gli strumenti per seguire anche un Rottweiler da lavoro!</div>
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La dolce metà faceva outing - Veramente a me piacciono i barboncini...</div>
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-sHD_8DPutts/XhrxecU04ZI/AAAAAAAAlvA/jn0tnVK81OotHjPrtyC4ABC0Z5HC3R3VwCLcBGAsYHQ/s1600/20140608_191654.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://1.bp.blogspot.com/-sHD_8DPutts/XhrxecU04ZI/AAAAAAAAlvA/jn0tnVK81OotHjPrtyC4ABC0Z5HC3R3VwCLcBGAsYHQ/s320/20140608_191654.jpg" width="320" /></a>Nel frattempo la Ponga aveva imparato perfettamente a fare il seduto, il terra e a camminare al ginocchio senza farci finire col muso sui sanpietrini. Non mordeva più, però ruggiva per avvisare che le stavi sonoramente sulle scatole. Poi se le persone non capiscono, il problema non era il cane. Ma questo è un altro discorso. </div>
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<br /></div>
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La farò breve. Morgana, la Ponga per l'appunto, è stato un cane "figo" dal primo giorno in cui è entrata nelle nostre vite fino al terribile giorno in cui ci ha lasciati. E' stata la fiera e quieta guardiana della nostra casa, silenziosa, ma sempre presente. </div>
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<br /></div>
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Sono riuscita a non piangere fino a questo momento, ma temo che potrei perdere la forza ripensando al suo testolone peloso che si appoggiava silenziosamente sulla gamba per prendere una carezza. Di più no, non esageriamo. Poi qualche bacino lo dava lo stesso ogni tanto, e per lei era tutto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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Non esiste un ricordo, una vacanza, una passeggiata, un matrimonio, una cena con amici (che si erano abituati e affezionati a questa particolare presenza e che la Ponga l'hanno amata così com'era) in cui lei non sia stata presente. </div>
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-Eq47vVOoxJk/Xhrx_Y4BCLI/AAAAAAAAlvI/FSEFpnAjtNIuzwn48gskmvQeXlEPIlYegCLcBGAsYHQ/s1600/IMG_20190821_095035726_HDR.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="577" data-original-width="433" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-Eq47vVOoxJk/Xhrx_Y4BCLI/AAAAAAAAlvI/FSEFpnAjtNIuzwn48gskmvQeXlEPIlYegCLcBGAsYHQ/s320/IMG_20190821_095035726_HDR.jpg" width="240" /></a></div>
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Morgana non c'è più, ma la Ponga vivrà per sempre. Questo soprannome sdolcinato che io (avevate dubbi?) le avevo dato senza sapere che a Bologna significasse ratto (non topino, proprio pantegana) e che fa rotolare dalle risate la mia amica Livia, ogni volta che ne parliamo.</div>
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La Ponga vivrà per sempre perché è diventata la rappresentazione vivente che esiste il riscatto e che ci sono le seconde possibilità. La sua è la storia di tutte le sgangherate creature umane e non che hanno paura. La Ponga siamo noi, che nonostante tutto possiamo essere amati e possiamo amare. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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Perché questo è stato l'ultimo dono della Ponga. L'immenso e inaspettato amore che ci ha avvolti. Le persone che hanno pianto con noi e che non ci hanno lasciati soli un minuto. D'altronde c'è una piccola Ponga in ognuno di noi. Amiamola per questo.</div>
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<br /></div>
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La mia amica Debora, mentre piangevamo al telefono mi ha detto - Adesso la Ponga è diventata puro amore.</div>
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Eh si, Debby, hai ragione tu. Alla fine è tutto quello che resta.</div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-CCOy2qoRTK0/Xhry6_bZyrI/AAAAAAAAlvU/QhnM9gGo72cINKqhk8VcM9i8KL_jTsjkwCLcBGAsYHQ/s1600/20151129_125238.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="900" data-original-width="1600" height="360" src="https://1.bp.blogspot.com/-CCOy2qoRTK0/Xhry6_bZyrI/AAAAAAAAlvU/QhnM9gGo72cINKqhk8VcM9i8KL_jTsjkwCLcBGAsYHQ/s640/20151129_125238.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il vero amore non muore mai</td></tr>
</tbody></table>
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<br />ecobriciolehttp://www.blogger.com/profile/07549199608332406980noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1798192545379933842.post-20158342648712429912018-05-31T00:32:00.002-07:002018-05-31T00:32:40.692-07:005 giugno Giornata Mondiale dell'Ambiente: lotta alla plastica monouso. Come eliminare la plastica dalla cucina? Settimana 24 #SaveHumansThursday<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: inherit;">Il 5 giugno verrà celebrata la Giornata Mondiale dell'Ambiente che quest'anno ha per tema "Lotta alla plastica monouso". La plastica rappresenta l'80% dei rifiuti marini ed ha effetti gravissimi sugli ecosistemi e sulla fauna, ma anche sulla salute dell'uomo. Molti degli additivi utilizzati per la produzione della plastica</span><span style="color: #060606; font-family: inherit; text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"> sono infatti interferenti endocrini, ovvero sostanze in grado di alterare l'equilibrio ormonale degli esseri viventi e della loro progenie. I possibili danni vanno dalle patologie riproduttive ad alcuni tipi di tumore. </span></span><span style="color: #060606; font-family: inherit; text-align: justify;">Come ridurre l'utilizzo di plastica in cucina al fine di tutelare l'ambiente e la nostra salute? </span><span style="color: #060606; font-family: inherit; text-align: justify;">Ecco il decalogo di #SaveHumansThursday.</span></i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span style="color: #060606; font-family: inherit; text-align: justify;"><br /></span></i></div>
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<i><span style="color: #060606; font-family: inherit; text-align: justify;"><br /></span></i></div>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-GNh3hGwwkKc/Ww-kZ32FxuI/AAAAAAAAheQ/Ffe721c11h86mmTuyFc4N62WcmKizOnlACLcBGAs/s1600/By%2BMichaelisScientists%2B%2528Own%2Bwork%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="180" src="https://3.bp.blogspot.com/-GNh3hGwwkKc/Ww-kZ32FxuI/AAAAAAAAheQ/Ffe721c11h86mmTuyFc4N62WcmKizOnlACLcBGAs/s320/By%2BMichaelisScientists%2B%2528Own%2Bwork%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">By MichaelisScientists</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">La Giornata Mondiale dell'Ambiente, proclamata nel 1972 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, viene celebrata ogni anno il 5 giugno. Il tema scelto dall'ONU per il 2018 è attualissimo e urgente: "<b>Lotta alla plastica monouso</b>".</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Su Ecobriciole ne abbiamo parlato <a href="http://ecobriciole.blogspot.com/2018/01/settimana-5-savehumansthursday-plastica.html">qui</a> e <a href="http://ecobriciole.blogspot.com/2018/01/microplastiche-in-mare-parte-2-dal.html">qui</a> per la rubrica SaveHumansThursday.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Recentemente l'Unione Europea ha deciso di mettere al bando oggetti di plastica monouso come piatti, cannucce e cotton fioc entro il 2021. La legge dovrà essere approvata dal Parlamento e dai governi dei singoli Paesi entro il 2019 ed entrerà in vigore nei due anni successivi.</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: inherit;">
<b style="background-color: #fefdfa; color: #060606; text-align: justify;">La produzione mondiale di plastica ammonta a 280 milioni di tonnellate l'anno.</b><span style="background-color: #fefdfa; color: #060606; text-align: justify;"> Gli oggetti in plastica, monouso e non, </span><span style="background-color: #fefdfa; color: #060606; text-align: justify;">possono finire in discarica, essere inceneriti o riciclati. </span><span style="background-color: #fefdfa; color: #060606; text-align: justify;">Il 4-10% della plastica prodotta ogni anno finisce negli oceani, circa 8 milioni di tonnellate</span><span style="background-color: #fefdfa; color: #060606; text-align: justify;">, attraverso i fiumi, le acque reflue ma anche per l'abbandono di rifiuti nelle zone costiere e fluviali. </span><b style="background-color: #fefdfa; color: #060606; text-align: justify;">E' stato stimato che la plastica costituisce il 60-80% dei rifiuti marini, in sostanza 5,25 trilioni di detriti di plastica del peso di 268.940 tonnellate galleggiano nel mare.</b><span style="background-color: #fefdfa; color: #060606; text-align: justify;"> Senza contare quelli che si trovano sui fondali o sulle spiagge. </span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><b style="background-color: #fefdfa; color: #060606; text-align: justify;">Negli oceani esistono 5 enormi isole di spazzatura poiché m</b><span style="background-color: #fefdfa; color: #060606; text-align: justify;">igliaia di tonnellate di frammenti di plastica si accumulano in corrispondenza dei 5 principali vortici subtropicali. </span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
</span><br />
<div style="background-color: #fefdfa; color: #060606; text-align: justify;">
<div style="text-align: right;">
</div>
<span style="font-family: inherit;">I frammenti di plastica sono considerati abbastanza stabili e altamente resistenti, potenzialmente durano da centinaia a migliaia di anni e il loro destino finale è ancora sconosciuto. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<div style="background-color: #fefdfa; color: #060606; text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-Z_rNfkzQfOY/Ww-ksi2zlpI/AAAAAAAAheY/bS_IgwHn0bEN8luJfYstw7S-7kOtWc9xwCLcBGAs/s1600/marine-debris-entangledturtlenoaa.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1060" data-original-width="1600" height="211" src="https://2.bp.blogspot.com/-Z_rNfkzQfOY/Ww-ksi2zlpI/AAAAAAAAheY/bS_IgwHn0bEN8luJfYstw7S-7kOtWc9xwCLcBGAs/s320/marine-debris-entangledturtlenoaa.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">By NOAA</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: inherit;">La plastica in mare ha molti volti. Ciò che finisce in mare sotto forma di reti, sacchetti e bottiglie (solo per citare alcuni esempi) viene frammentato dall'azione di vento, onde e raggi ultravioletti in sfere, frammenti o fibre di piccole dimensioni definiti <b>microplastiche</b> (se di lunghezza inferiore a 0,5 cm) o <b>nanoplastiche</b> (se di lunghezza inferiore a un micron).</span><br />
<div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<span style="font-family: inherit;">Gli oggetti di plastica di grosse dimensioni hanno effetti ben documentati su uccelli, pesci, tartarughe e mammiferi marini. Si va dal soffocamento a causa dell'ingestione a lesioni, anche mortali, dell'apparato digerente, intrappolamento nelle reti abbandonate, con conseguenti ferite mortali o morte per inedia, fino allo strangolamento</span><br />
<div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<span style="font-family: inherit;">Le micro e nanoplastiche sono anche più subdole.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<div>
<span style="font-family: inherit;">Questi microscopici frammenti, praticamente onnipresenti sui fondali, sulle spiagge e persino nei ghiacci artici, vengono ingeriti accidentalmente o scambiati per cibo dalla fauna marina. E in questo modo potrebbero entrare nella catena alimentare all'apice della quale troviamo anche l'uomo, con conseguenze ancora poco conosciute</span></div>
</div>
<div style="background-color: #fefdfa; color: #060606; text-align: justify;">
<div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit; text-align: start;"></span><span style="text-align: start;"></span><span style="font-family: inherit;">Durante la produzione della plastica vengono, infatti, utilizzati additivi (</span><b>plastificanti, antimicrobici, ritardanti di fiamma</b><span style="font-family: inherit;">) che possono essere rilasciati in mare. Come se questo non bastasse, i frammenti di plastica sono in grado di adsorbire </span><b>contaminanti organici persistenti (POPs)</b><span style="font-family: inherit;">, come i pesticidi o policlorobifenili (PCB), che vengono successivamente desorbiti, ovvero rilasciati. I POPs sono sostanze chimiche tossiche difficilmente degradabili e bioaccumulative che, dopo il loro rilascio, si diffondono attraverso l'aria, l'acqua e la catena alimentare.</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span></div>
<div style="background-color: #fefdfa; color: #060606; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Di certo una delle preoccupazioni riguarda le elevate concentrazioni di <b>contaminanti organici persistenti</b> assorbiti e poi rilasciati dalle microplastiche (i policlorobifenili PCB, ad esempio), ma anche la presenza, tra gli altri, di bisfenolo A, un <b>additivo</b> utilizzato durante la sintesi di materie plastiche. Alcuni studi indicano infatti che le microplastiche, dopo l'ingestione attraverso il cibo, possono essere <b>trasferite nei tessuti</b>.</span></div>
<div style="background-color: #fefdfa; color: #060606; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="background-color: #fefdfa; color: #060606; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Nella letteratura scientifica sono noti i potenziali rischi tossicologici associati all'esposizione a queste sostanze sia attraverso la plastica monouso che entra in contatto con gli alimenti (nel caso degli additivi) si attraverso quella dispersa nell'ambiente che entra nella catena alimentare (nel caso degli additivi e dei contaminanti organici persistenti).</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Alcune di queste sostanze sono infatti interferenti endocrini, ovvero un ampio ed eterogeneo gruppo di sostanze in grado di alterare l'equilibrio ormonale degli esseri viventi e della loro progenie, umani inclusi. I possibili danni vanno dalle patologie riproduttive (infertilità, endometriosi, abortività,..), ai disturbi comportamentali nell'infanzia, probabilmente diabete e alcuni tipi di tumore (come testicolo e mammella). Anche piccole dosi di interferenti endocrini provenienti dall'ambiente e dagli alimenti potrebbero sommarsi ed indurre un effetto tossico. </span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Alcuni esempi:</span><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span><br />
<ul style="line-height: 1.4; list-style-image: initial; list-style-position: initial; margin: 0.5em 0px; padding: 0px 2.5em;">
<li style="border: none; margin: 0px 0px 0.25em; padding: 0.25em 0px;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><b>Bisfenolo A</b>: </span>una sostanza con effetti estrogenici e capace di alterare la funzione della tiroide e dei sistemi riproduttivo, nervoso e immunitario. L'Italia, ad esempio, ha accolto la direttiva europea che riguarda il divieto di utilizzarlo nei biberon in policarbonato. Il bisfenolo A è infatti utilizzato per produrre il policarbonato (parliamo di materiali in plastica dura come, ad esempio, i contenitori per alimenti ma è presente anche nelle lattine per alimenti in metallo, plastiche per avvolgere gli alimenti). Piccole quantità di questo composto possono passare nei cibi, ad esempio durante l'esposizione al sole delle bottiglie in plastica. La tossicità nell'adulto sembrerebbe modesta, ma feti e neonati potrebbero essere molto più vulnerabili. La preoccupazione dei consumatori ha indotto molte aziende a sostituirlo con fluorene-9-bisfenolo che, sulla base di recenti studi, è in grado di legarsi ai recettori degli estrogeni, bloccando la loro attività;</span></li>
</ul>
<ul style="line-height: 1.4; list-style-image: initial; list-style-position: initial; margin: 0.5em 0px; padding: 0px 2.5em;">
<li style="border: none; margin: 0px 0px 0.25em; padding: 0.25em 0px;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><b>Ftalati</b>: tra i rischi associati quelli dell'aumento delle patologie riproduttive (infertilità, endometriosi, aborti, diminuzione della qualità del seme umano) e alterazione del metabolismo dei grassi nel fegato. Sono </span>dei plastificanti che si possono trovare in contenitori quali bottiglie usa e getta, pellicole o vassoi. </span></li>
</ul>
<ul style="line-height: 1.4; list-style-image: initial; list-style-position: initial; margin: 0.5em 0px; padding: 0px 2.5em;">
<li style="border: none; margin: 0px 0px 0.25em; padding: 0.25em 0px;"><span style="font-family: inherit;"><b>Nonilfenolo</b>: estremamente tossico per la vita acquatica, interferente endocrino nei pesci; preoccupazione rispetto alla tossicità per la riproduzione e lo sviluppo in fauna ed esseri umani;</span></li>
</ul>
<ul style="line-height: 1.4; list-style-image: initial; list-style-position: initial; margin: 0.5em 0px; padding: 0px 2.5em;">
<li style="border: none; margin: 0px 0px 0.25em; padding: 0.25em 0px;"><span style="font-family: inherit;"><b>Polibrominato difenile</b>: ritardante di fiamma che si accumulano nei tessuti grassi degli organismi ed è pertanto considerato inquinante organico persistente. Interferente endocrino, soprattutto per quanto riguarda la funzione tiroidea; preoccupazione per gli effetti sullo sviluppo neurologico, il comportamento e il sistema immunitario;</span></li>
</ul>
<ul style="line-height: 1.4; list-style-image: initial; list-style-position: initial; margin: 0.5em 0px; padding: 0px 2.5em;">
<li style="border: none; margin: 0px 0px 0.25em; padding: 0.25em 0px;"><span style="font-family: inherit;"><b>Policlorinato bifenile</b>: tossico per sistema immunitario, riproduttivo e nervoso in molti animali; può causare danno epatico e alcuni tipi di tumore. </span></li>
</ul>
<div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div>
<span style="font-family: inherit;">L'uso di queste sostanze è naturalmente regolamentato, ma le normative si stanno evolvendo sulla base delle conoscenze scientifiche. </span></div>
<div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div>
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-BpXLLtPsFRY/Ww-k4T5HQDI/AAAAAAAAhec/VRFf9RC0ru8Y_djZDA_RlWF_3KP1KMDFQCLcBGAs/s1600/garbage-2729608__340.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="340" data-original-width="519" height="210" src="https://1.bp.blogspot.com/-BpXLLtPsFRY/Ww-k4T5HQDI/AAAAAAAAhec/VRFf9RC0ru8Y_djZDA_RlWF_3KP1KMDFQCLcBGAs/s320/garbage-2729608__340.jpg" width="320" /></a><span style="font-family: inherit;">Come ridurre l'utilizzo di plastica in cucina al fine di tutelare l'ambiente e la nostra salute?</span></div>
<div>
<span style="font-family: inherit;">Ecco il decalogo di #SaveHumansThursday:</span></div>
<div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div>
<ul>
<li><span style="font-family: inherit;">Evitate di consumare bevande contenute nella plastica, prediligere il vetro;</span></li>
</ul>
<ul>
<li><span style="font-family: inherit;">Non riscaldate alimenti in contenitori di plastica nel forno a microonde, il riscaldamento può favorire il rilascio di bisfenolo e agevolarne la migrazione nei cibi;</span></li>
</ul>
<ul>
<li><span style="font-family: inherit;">Non utilizzate contenitori in plastica per la conservazione degli alimenti, prediligere ceramica, metallo o vetro;</span></li>
</ul>
<ul>
<li><span style="font-family: inherit;">Non mettete gli alimenti a contatto con la pellicola, prediligete la carta! Più in generale, anche quando non entra in contatto diretto con gli alimenti, utilizzatela il meno possibile. Esistono valide alternative, eccone un <a href="https://www.beeswrap.com/">esempio</a>; </span></li>
</ul>
<ul>
<li><span style="font-family: inherit;">Non versate alimenti ancora caldi in contenitori di plastica;</span></li>
</ul>
<ul>
<li><span style="font-family: inherit;">Taglieri in plastica? Meglio optare per il legno, magari munendosi di due taglieri, uno per le verdure e l'altro dedicato alla carne e al pesce;</span></li>
</ul>
<ul>
<li><span style="font-family: inherit;">Eliminate posate e utensili in plastica, meglio optare per mestoli in acciaio o legno, scolapasta in metallo;</span></li>
</ul>
<ul>
<li><span style="font-family: inherit;">Scegliete le pentole con cura: meglio acciaio inox e niente teflon...;</span></li>
</ul>
<ul>
<li><span style="font-family: inherit;">Eliminare le bottiglie in plastica, potreste sostituirle con borracce in alluminio (attenzione che siano certificate BPA-free poichè potrebbe essere presente un rivestimento interno che contiene questo interferente endocrino);</span></li>
</ul>
<ul>
<li><span style="font-family: inherit;">Al supermercato evitate, quanto più possibile, packaging in plastica (verdura e frutta confezionate, affettati in vaschetta, carne e pesce conservati in vaschette di polistirolo e coperti con la pellicola, lattine di ogni tipo). Prediligete yogurt e legumi in barattoli di vetro. </span></li>
</ul>
<div>
<span style="font-family: inherit;">Visto quanta plastica potreste risparmiare alla vostra salute e a quella dell'ambiente?</span></div>
</div>
<div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div>
<div>
<span style="font-family: inherit;"><span style="text-align: justify;">Se volete saperne di più su <b>#SaveHumansThursday</b>, un progetto creato da me e dalla collega e amica dott.ssa Livia Galletti, troverete tutte le informazioni <a href="http://ecobriciole.blogspot.it/2018/01/54-settimane-con-savehumansthursday.html" style="color: #7d181e; text-decoration-line: none;">qui</a>.</span><span style="text-align: justify;"><br /></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="text-align: justify;">Seguite gli aggiornamenti sulle nostre pagine Facebook <a href="https://www.facebook.com/francescadefilippis.biologonutrizionista" style="color: #7d181e; text-decoration-line: none;">dott.ssa Francesca De Filippis</a> e<a href="https://www.facebook.com/GallettiNutrizionista/" style="color: #7d181e; text-decoration-line: none;"> dott.ssa Livia Galletti</a>.</span><span style="text-align: justify;">Vi aspettiamo giovedì prossimo! </span></span></div>
</div>
<div>
<span style="font-family: inherit;"><span style="text-align: justify;"><br /></span></span>
<div style="font-family: arial, tahoma, helvetica, freesans, sans-serif; font-size: 13px;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="text-align: justify;"><br /></span></span></div>
<div style="font-family: arial, tahoma, helvetica, freesans, sans-serif; font-size: 13px;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="text-align: justify;"><br /></span></span></div>
</div>
</div>
</div>
<b>Bibliografia</b><br />
<div class="half_rhythm" style="margin: 0.6923em 0px;">
<div class="contrib-group fm-author" style="background-color: white; font-family: arial, helvetica, clean, sans-serif; font-size: 12.9993px;">
<br /></div>
<div class="contrib-group fm-author" style="background-color: white; font-family: arial, helvetica, clean, sans-serif; font-size: 12.9993px;">
<span style="font-size: 0.8461em; line-height: 1.6363em; position: relative; top: -0.5em; vertical-align: baseline;"><br /></span></div>
<div class="contrib-group fm-author">
<div style="background-color: white; font-family: arial, helvetica, clean, sans-serif; font-size: 12.9993px;">
<span style="font-family: inherit; font-size: small; line-height: 1.6363em; position: relative; top: -0.5em; vertical-align: baseline;"></span></div>
<div class="wi-authors" style="border: 0px; box-sizing: border-box; color: #2a2a2a; font-stretch: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<div class="al-authors-list" style="border: 0px; box-sizing: border-box; font-stretch: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 11px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<br />
<br />
<ul style="background-color: white;">
<li><span style="font-family: inherit;"><span class="al-author-name" style="border: 0px; box-sizing: border-box; display: inline-block; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Patricia A, Hunt</span><span style="font-style: inherit; font-variant-caps: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-weight: inherit;"> </span><span class="al-author-name" style="border: 0px; box-sizing: border-box; display: inline-block; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Sheela Sathyanarayana,</span><span style="font-style: inherit; font-variant-caps: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-weight: inherit;"> </span><span class="al-author-name" style="border: 0px; box-sizing: border-box; display: inline-block; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Fowler</span><span style="font-style: inherit; font-variant-caps: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-weight: inherit;"> PA, </span><span class="al-author-name" style="border: 0px; box-sizing: border-box; display: inline-block; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Trasande</span><span class="al-author-name" style="border: 0px; box-sizing: border-box; display: inline-block; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"> L - </span><span style="font-variant-caps: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-weight: inherit;"><i>Female Reproductive Disorders, Diseases, and Costs of Exposure to Endocrine Disrupting Chemicals in the European Union</i></span><span style="font-style: inherit; font-variant-caps: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-weight: inherit;"> - </span></span><em style="border: 0px; box-sizing: border-box; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism</em><span style="font-style: inherit; font-variant-caps: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-weight: inherit;">, 2016, 101(4): 1562-1570</span></li>
</ul>
<ul>
<li><span style="background-color: white; font-family: inherit;"><span style="color: black; font-style: inherit; font-variant-caps: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-weight: inherit;">Rochester JR, Bolden AL - </span><span style="color: black; font-variant-caps: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-weight: inherit;"><i>Bisphenol S and F: a systematic review and comparison of the hormonal activity of bisphenol A substitutes -</i></span><span style="color: black; font-style: inherit; font-variant-caps: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-weight: inherit;"> Environ Health Perspect, 2015123:643–650; </span><a href="http://dx.doi.org/10.1289/ehp.1408989" style="color: #6d00aa; font-style: inherit; font-variant-caps: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; padding: 0px; transition-duration: 200ms; transition-timing-function: ease-in-out;">http://dx.doi.org/10.1289/ehp.1408989</a></span></li>
</ul>
<ul style="background-color: #fefdfa; color: #060606; font-style: inherit; line-height: 1.4; margin: 0.5em 0px; padding: 0px 2.5em;">
<li style="border: none; margin: 0px 0px 0.25em; padding: 0.25em 0px;"><span style="font-family: inherit;">GESAMP - <i>Sources, fate and effects of microplastics in the marine environment: part two of a global assessment</i> - (Kershaw PJ and Rochman CM eds). (IMO/FAO/UNESCO-IOC/UNIDO/WMO/IAEA/UN/UNEP/UNDP Joint Group of Experts on the Scientific Aspects of Marine Environmental Protection). Rep. Stud. GESAMP No. 93, 220 p.</span></li>
</ul>
<br />
</div>
</div>
<span style="background-color: white; line-height: 1.6363em; position: relative; top: -0.5em; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: inherit;">
</span><div class="wi-authors" style="border: 0px; box-sizing: border-box; color: #2a2a2a; font-stretch: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<div class="al-authors-list" style="border: 0px; box-sizing: border-box; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 11px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<br /></div>
</div>
<div class="pub-history-wrap clearfix" style="border: 0px; box-sizing: border-box; color: #2a2a2a; font-stretch: inherit; line-height: inherit; margin: 11px 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<div class="pub-history-row clearfix" style="border: 0px; box-sizing: border-box; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<div class="ww-citation-date-wrap" style="border: 0px; box-sizing: border-box; display: inline-block; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 20px 0px 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<div class="citation-date" style="border: 0px; box-sizing: border-box; display: inline; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
</div>
</div>
<div class="pub-history-row clearfix" style="border: 0px; box-sizing: border-box; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<div class="ww-citation-date-wrap" style="border: 0px; box-sizing: border-box; display: inline-block; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 20px 0px 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
</div>
</div>
</span><div style="background-color: white; font-family: arial, helvetica, clean, sans-serif; font-size: 12.9993px;">
</div>
</div>
<div class="contrib-group fm-author" style="background-color: white; font-family: arial, helvetica, clean, sans-serif; font-size: 12.9993px;">
<span style="font-size: 0.8461em; line-height: 1.6363em; position: relative; top: -0.5em; vertical-align: baseline;"><br /></span></div>
</div>
ecobriciolehttp://www.blogger.com/profile/07549199608332406980noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1798192545379933842.post-70528453603808750622018-05-09T08:41:00.000-07:002018-05-09T08:45:25.327-07:00Le ricette antispreco: torta di pane raffermo e cioccolato. Settimana 21 #SaveHumansThursday<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><i><span style="text-align: justify;">In Italia ogni giorno vengono </span><span style="text-align: justify;">buttati circa 1.300.000 kg di pane </span><span style="text-align: justify;">che comportano l'emissione di circa </span><span style="text-align: justify;">355.875 tonnellate di CO2</span><span style="text-align: justify;"> equivalente all'anno. Le stesse emissioni prodotte da un'auto di media cilindrata alimentata a benzina per percorrere la circonferenza della Terra per ben 67.000 volte. </span><span style="text-align: justify;">Sono numerosissimi, anche nella tradizione, i piatti nati per recuperare gli alimenti non più freschissimi, ma ancora perfetti per poter essere consumati. </span></i></span><i style="font-family: inherit; text-align: justify;">Avevate mai pensato di realizzare un dolce per la prima colazione utilizzando del pane raffermo?</i></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><i><br /></i></span></div>
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<a href="https://3.bp.blogspot.com/-Ef0ZPjpAVGI/WvMVjH21MlI/AAAAAAAAhGg/_YOkFCx5S4cedLD9dUSEYdtWaYSsSPWvgCLcBGAs/s1600/foto1logo.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://3.bp.blogspot.com/-Ef0ZPjpAVGI/WvMVjH21MlI/AAAAAAAAhGg/_YOkFCx5S4cedLD9dUSEYdtWaYSsSPWvgCLcBGAs/s320/foto1logo.jpg" width="320" /></a><a href="https://1.bp.blogspot.com/-eKTC7Q-n0_A/WvIc0EOAWKI/AAAAAAAAhDg/5R-pv55o-xI8UWUKawPbtVjMcSGree1yACLcBGAs/s1600/20180508_081737%2B%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><span style="font-family: inherit;"></span></a><span style="font-family: inherit;">Quante volte vi siete trovati ad aprire la dispensa ed interrogarvi sul destino dei vari pezzetti di <b>pane </b>acquistato qualche giorno prima? Gettarli è un vero peccato, ma nessuno in casa vuole più mangiarli, prediligendo il pane fresco. In molti rinunciano a comprare pane, proprio per evitare sprechi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Difficile dargli torto: a livello globale, ogni anno, <b>1/3 del cibo viene perduto</b>. Per il progetto <b>SaveHumansThursday </b>abbiamo parlato dei numeri dello spreco in <a href="http://ecobriciole.blogspot.it/2018/03/sprechi-alimentari-pasqua-savehumansthursday.html">questo articolo</a>.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Secondo i dati dell'Osservatorio Waste Watcher (2016) finiscono in pattumiera il 68% delle confezioni già aperte di verdura, il 31 % della frutta, il 30% dell'insalata e il <b>17% del pane</b>. Ogni famiglia butta 600 g di cibo al giorno, per un valore di 7 euro, ovvero 2500 euro l'anno (il più delle volte per non aver calcolato correttamente ciò che era necessario acquistare). L'UE getta 90 milioni di tonnellate di cibo e in Italia lo spreco domestico vale 8,4 miliardi di euro l'anno (il 35% dei quali dovuti a sprechi nella distribuzione, nelle case e nella ristorazione). </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Inoltre lo spreco contribuisce al <b>riscaldamento globale</b>. Per produrre e distribuire questi alimenti, infatti, vengono emessi - inutilmente - <b>gas serra</b>. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-2BAD2ujXcM8/WvIdJvl6RDI/AAAAAAAAhDs/ws54n6twI1YZOQXa4qrV2aB-vHlvsBpLACLcBGAs/s1600/bread-2193537__340.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" data-original-height="340" data-original-width="510" height="213" src="https://1.bp.blogspot.com/-2BAD2ujXcM8/WvIdJvl6RDI/AAAAAAAAhDs/ws54n6twI1YZOQXa4qrV2aB-vHlvsBpLACLcBGAs/s320/bread-2193537__340.jpg" width="320" /></span></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Il pane è ritenuto un alimento a basso impatto ambientale. La <b>Carbon Footprint</b> di 1 kg pane, ovvero la quantità dei diversi gas serra emessi lungo l'intera filiera produttiva dal campo alla tavola, è di circa 750 g di CO2 equivalente. In Italia ogni giorno vengono <b>buttati circa 1.300.000 kg di pane,</b> pari a 475.500.00 kg l'anno, che comportano l'emissione di circa <b>355.875 tonnellate di CO2</b> equivalente all'anno. Le stesse emissioni prodotte da un'auto di media cilindrata alimentata a benzina per percorrere la circonferenza della Terra per ben 67.000 volte. Emissioni inutili, lo ripeto, poiché non vengono utilizzate per nutrire nessuno.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><b>E' necessario nei prossimi 20 anni ridurre del 40% le emissioni di gas serra pro-capite</b>. Un buon punto di partenza per questo ambizioso, quanto necessario, obbiettivo potrebbe essere la gestione della dispensa. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Sono numerosissimi i piatti, soprattutto tradizionali, nati per recuperare gli alimenti non più freschissimi, ma ancora perfetti per poter essere consumati.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Avevate mai pensato di realizzare un dolce per la prima colazione utilizzando del pane raffermo?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Ecco la ricetta che ho utilizzato per preparare questo ottimo dolce:</span></div>
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<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
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<br />
<ul><a href="https://4.bp.blogspot.com/-DbsrLYGwrc8/WvIdPQGm-HI/AAAAAAAAhDw/lPfw96GcL8UsYHVZMyU6raFeCOxZxYIvgCLcBGAs/s1600/chocolate-2224998__340.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" data-original-height="340" data-original-width="572" height="190" src="https://4.bp.blogspot.com/-DbsrLYGwrc8/WvIdPQGm-HI/AAAAAAAAhDw/lPfw96GcL8UsYHVZMyU6raFeCOxZxYIvgCLcBGAs/s320/chocolate-2224998__340.jpg" width="320" /></span></a>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">300 g di <b>pane raffermo</b> (nel mio caso integrale);</span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">500 - 600 ml di <b>latte di mandorla senza zuccheri aggiunti</b>, dipende dal pane (ma è possibile utilizzare anche altre bevande vegetali o latte vaccino);</span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">3 cucchiai di <b>miele </b>(nel mio caso millefiori);</span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">1<b> uovo </b>di galline ruspanti;</span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">2 cucchiai di <b>cacao amaro </b>in polvere;</span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">scorza grattugiata di 1 <b>limone</b> non trattato;</span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">1 cucchiaio di <b>rum</b>;</span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">un pugno di <b>mandorle </b>dolci tritate (andranno benissimo anche nocciole, pinoli, pistacchi o anacardi).</span></li>
</ul>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Per la glassa di cioccolato:</span></div>
<div>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">100 g di <b>cioccolato fondente</b> all'85 o al 90%</span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">50 ml di latte di mandorla senza zuccheri aggiunti</span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><b>cocco</b> rapè per guarnire. </span></li>
</ul>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
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</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-xDFgKhRjWQA/WvMWaGs0zHI/AAAAAAAAhGs/ucdC46hH_B43rpWL6tNJfX9wVxBDEdyfwCLcBGAs/s1600/fotologo2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="805" data-original-width="1600" height="161" src="https://2.bp.blogspot.com/-xDFgKhRjWQA/WvMWaGs0zHI/AAAAAAAAhGs/ucdC46hH_B43rpWL6tNJfX9wVxBDEdyfwCLcBGAs/s320/fotologo2.jpg" width="320" /></a></div>
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-jTP4QK8pRis/WvIdWG4AwfI/AAAAAAAAhD0/K__E4Ecur7YxGmcyBAgcyetGR1wtYCf5wCLcBGAs/s1600/20180508_081943.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: inherit;"></span></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Ammorbidire il pane raffermo nel latte di mandorla intiepidito e successivamente sbriciolarlo. Io ho utilizzato il mixer. Successivamente aggiungere gli altri ingredienti mescolando fino ad ottenere un impasto omogeneo e asciutto. Versare l'impasto in uno stampo imburrato e cuocere in forno per 40 - 50 minuti a 180 °C. Mentre la torta si raffredda preparare la glassa sciogliendo a bagnomaria il cioccolato nel latte, usatela poi per farcire il dolce. Infine guarnire con cocco rapè.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Il risultato è un dolce a <b>basso impatto glicemico</b>, ricco di <b>fibra</b> (se il pane è integrale), <b>zinco</b>,<b> selenio</b> e<b> polifenoli</b>. Povero di zuccheri semplici. Secondo recenti studi un consumo di 2 quadratini di cioccolato fondente al giorno ha un effetto positivo sulla pressione, contribuisce a regolare i livelli di colesterolo nel sangue e migliora l'elasticità dei vasi. Tali vantaggi sembrano dovuti all'azione sinergica di quercetina, catechine, procianidine e teobromina, un alcaloide che deriva dalla caffeina. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div>
<span style="font-family: inherit;"><span style="text-align: justify;">Se volete saperne di più su <b>#SaveHumansThursday</b>, un progetto creato da me e dalla collega e amica dott.ssa Livia Galletti, troverete tutte le informazioni <a href="http://ecobriciole.blogspot.it/2018/01/54-settimane-con-savehumansthursday.html" style="color: #7d181e; text-decoration-line: none;">qui</a>.</span><span style="color: #060606; text-align: justify;"><br /></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="color: #060606; text-align: justify;">Seguite gli aggiornamenti sulle nostre pagine Facebook <a href="https://www.facebook.com/francescadefilippis.biologonutrizionista" style="color: #7d181e; text-decoration-line: none;">dott.ssa Francesca De Filippis</a> e<a href="https://www.facebook.com/GallettiNutrizionista/" style="color: #7d181e; text-decoration-line: none;"> dott.ssa Livia Galletti</a>.</span><span style="text-align: justify;">Vi aspettiamo giovedì prossimo! </span></span></div>
<div>
<span style="font-family: "arial" , "tahoma" , "helvetica" , "freesans" , sans-serif; font-size: 13px; text-align: justify;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<b>Bibliografia</b></div>
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<ul>
<li style="text-align: left;">Moresi M - Il Carbon Footprint del pane - <a href="http://www.georgofili.it/uploaded/1635.pdf"> http://www.georgofili.it/uploaded/1635.pdf</a></li>
<li style="text-align: left;">Per le emissioni di CO2 delle auto <a href="https://www.quattroruote.it/news/eco_news/2010/01/15/consumi_ed_emissioni_per_capirne_di_pi%C3%B9.html">https://www.quattroruote.it/news/eco_news/2010/01/15/consumi_ed_emissioni_per_capirne_di_pi%C3%B9.html</a></li>
<li style="text-align: left;">FAO - <i style="color: #060606;">Food Wastage Footprint, Impacts on Natural Resources</i><span style="color: #060606;"> </span><span style="color: #060606;">- 2013, available at:</span><span style="color: #060606;"> </span><a href="http://www.fao.org/docrep/018/i3347e/i3347e.pdf" style="color: #7d181e; text-decoration-line: none;">http://www.fao.org/docrep/018/i3347e/i3347e.pdf</a></li>
<li style="text-align: left;">Segrè A -<i style="color: #060606;"> LAST MINUTE MARKET</i><span style="color: #060606;"> </span><span style="color: #060606;">- 2010, Pendragon ed.</span></li>
<li style="text-align: left;">Global Footprint Network – GFN: www.footprintnetwork.org</li>
<li style="text-align: left;">Nielsen PH, Nielsen AM, Weidema BP, <span style="color: #060606; font-family: inherit; line-height: 13px;">Dalgaard R, Halberg N - <i>LCA </i></span><span style="color: #060606; font-family: inherit; line-height: 13px;"><i>food data base - 2003;</i> available on-line at http://</span><span style="color: #060606; font-family: inherit; line-height: 13px;">www.lcafood.dk</span></li>
</ul>
</div>
</div>
<br />
<br />
<div style="text-align: left;">
</div>
<br />
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<br /></div>
ecobriciolehttp://www.blogger.com/profile/07549199608332406980noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1798192545379933842.post-38894543990060443282018-05-03T09:32:00.002-07:002018-05-03T09:32:50.229-07:00L'inquinamento del suolo. Settimana 20 #SaveHumansThursday<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-BwtiMNhQuiI/Wus5hB0wcVI/AAAAAAAAg4g/tJatX1fLbWcS-wjz4C_D_q02ifiZ0VrVACLcBGAs/s1600/2018_05_03_Soil%2Bmani.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="750" data-original-width="500" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-BwtiMNhQuiI/Wus5hB0wcVI/AAAAAAAAg4g/tJatX1fLbWcS-wjz4C_D_q02ifiZ0VrVACLcBGAs/s320/2018_05_03_Soil%2Bmani.jpg" width="213" /></a>Per la <a class="_58cn" data-ft="{"tn":"*N","type":104}" href="https://www.facebook.com/hashtag/settimana20?source=feed_text" style="color: #365899; cursor: pointer; font-family: inherit; text-decoration-line: none;"><span class="_5afx" style="direction: ltr; font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;"><span aria-label="hashtag" class="_58cl _5afz" style="font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;">#</span><span class="_58cm" style="font-family: inherit;">settimana20</span></span></a> di <a class="_58cn" data-ft="{"tn":"*N","type":104}" href="https://www.facebook.com/hashtag/savehumansthursday?source=feed_text" style="color: #365899; cursor: pointer; font-family: inherit; text-decoration-line: none;"><span class="_5afx" style="direction: ltr; font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;"><span aria-label="hashtag" class="_58cl _5afz" style="font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;">#</span><span class="_58cm" style="font-family: inherit;">SaveHumansThursday</span></span></a> impariamo qualcosa di più in merito al <a class="_58cn" data-ft="{"tn":"*N","type":104}" href="https://www.facebook.com/hashtag/suolo?source=feed_text" style="color: #365899; cursor: pointer; font-family: inherit; text-decoration-line: none;"><span class="_5afx" style="direction: ltr; font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;"><span aria-label="hashtag" class="_58cl _5afz" style="font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;">#</span><span class="_58cm" style="font-family: inherit;">suolo</span></span></a>, così poco </div>
considerato nella nostra vita di tutti i giorni, ma così fondamentale per il benessere del pianeta Terra e di quello di tutti noi.<br />
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Ogni <a class="_58cn" data-ft="{"tn":"*N","type":104}" href="https://www.facebook.com/hashtag/gioved%C3%ACsalviamoci?source=feed_text" style="color: #365899; cursor: pointer; font-family: inherit; text-decoration-line: none;"><span class="_5afx" style="direction: ltr; font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;"><span aria-label="hashtag" class="_58cl _5afz" style="font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;">#</span><span class="_58cm" style="font-family: inherit;">giovedìsalviamoci</span></span></a> su <a class="profileLink" data-hovercard-prefer-more-content-show="1" data-hovercard="/ajax/hovercard/page.php?id=527514580762590&extragetparams=%7B%22fref%22%3A%22mentions%22%7D" href="https://www.facebook.com/GallettiNutrizionista/?fref=mentions" style="color: #365899; cursor: pointer; font-family: inherit; text-decoration-line: none;">Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista</a> e <span class="text_exposed_show" style="display: inline; font-family: inherit;"><a class="profileLink" data-hovercard-prefer-more-content-show="1" data-hovercard="/ajax/hovercard/page.php?id=228369963935145&extragetparams=%7B%22fref%22%3A%22mentions%22%7D" href="https://www.facebook.com/francescadefilippis.biologonutrizionista/?fref=mentions" style="color: #365899; cursor: pointer; font-family: inherit; text-decoration-line: none;">Francesca De Filippis - Biologo Nutrizionista Bologna</a>!</span></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
<span class="text_exposed_show" style="display: inline; font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
<span class="text_exposed_show" style="display: inline; font-family: inherit;">Ecco il <a href="http://www.liviagalletti.com/2018/05/03/linquinamento-del-suolo/">link </a>all'articolo</span></div>
ecobriciolehttp://www.blogger.com/profile/07549199608332406980noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1798192545379933842.post-42778983765057536252018-04-25T14:23:00.001-07:002018-04-25T14:34:18.236-07:00Il Glifosato. Parte 2. Cos'è e cosa sappiamo dei suoi effetti sulla salute dell'uomo e dell'ambiente? Settimana 19 #SaveHumansThursday<div style="text-align: justify;">
<i style="background-color: #fefdfa; color: #060606; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 13px; text-align: center;"><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i style="background-color: #fefdfa; color: #060606; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 13px; text-align: center;"><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: #fefdfa; color: #060606; text-align: center;">Alla fine del 2017 la Commissione Europea ha prorogato per altri 5 anni l'autorizzazione al commercio di erbicidi a base di glifosato. Il dibattito è stato acceso e i pareri delle diverse agenzie, preposte al controllo del pericolo e del rischio, discordanti. </span>Cosa sappiamo, ad oggi, riguardo alla possibile cancerogenicità del glifosato, ai suoi effetti sul sistema endocrino e al suo impatto sugli animali e sulla biodiversità delle piante? </span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<div style="text-align: justify;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-JTzdwzhMkm8/WuDpAZc1r4I/AAAAAAAAgog/3BLwGSaAuiwro8BEKlce8eOKRwx_Fs7qgCLcBGAs/s1600/bees-18192_1920.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="213" src="https://4.bp.blogspot.com/-JTzdwzhMkm8/WuDpAZc1r4I/AAAAAAAAgog/3BLwGSaAuiwro8BEKlce8eOKRwx_Fs7qgCLcBGAs/s320/bees-18192_1920.jpg" width="320" /></a>Il <b>glifosato</b> è una sostanza attiva impiegata per la sua azione erbicida su colture arboree ed erbacee e gli erbicidi non selettivi a base di glifosato sono utilizzati per controllare le piante infestanti. In sostanza agiscono su tutta la vegetazione spontanea presente sul campo. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sono i pesticidi maggiormente utilizzati nel mondo ed esistono sotto forma di 750 formulazioni, tra le quali il Roundup della Monsanto, collegato alle sementi geneticamente modificate in grado di resistere a questo diserbante (vietate in Europa). Va specificato che, essendo oramai il brevetto scaduto, sono molte le aziende che producono tali formulazioni anche in Europa. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Persone, piante e animali possono essere esposte in molti modi al glifosato e ai prodotti che lo contengono e tali formulazioni sono 1.000 volte più tossiche del solo principio attivo.</div>
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<br /></div>
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Nel marzo 2015 lo<b> IARC</b> (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro - organismo dell'OMS) ha inserito il glifosato tra i <b>"probabili cancerogeni"</b> e in grado di <b>danneggiare il DNA</b>. Ne abbiamo parlato per #SaveHumansThursday in <a href="http://ecobriciole.blogspot.it/2018/04/il-glifosato-parte-1-cose-e-cosa.html">questo articolo</a>. Dando il via ad un acceso dibattito, a suon di pareri e pubblicazioni scientifiche, tra le varie agenzie preposte alla valutazione del pericolo e del rischio (tra cui<b> EFSA</b> - Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare- che ritiene improbabile che la sostanza rappresenti una minaccia di cancro per l'uomo), la società civile e il mondo politico culminato il 27 novembre del 2017 con una scelta della Commissione Europea. In questa data la Commissione Europea, che doveva decidere riguardo alla proroga dell'autorizzazione al glifosato, l'ha rinnovata per altri 5 anni.</div>
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<br /></div>
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Ma siamo ben lungi da qualsiasi conclusione. Gli studi scientifici disponibili ad oggi, su cui si basano i pareri contrastanti delle agenzie e le conseguenti scelte politiche, sono lontani dal poter essere considerati esaustivi. </div>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: justify;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-q_AgPmfaCn0/WuDpJbD_PEI/AAAAAAAAgok/rxBnXKKDv3owm623ipilLOS_e29vOc8FQCLcBGAs/s1600/Glyphosate_USA_2013byUSGS.png" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1140" data-original-width="930" height="320" src="https://4.bp.blogspot.com/-q_AgPmfaCn0/WuDpJbD_PEI/AAAAAAAAgok/rxBnXKKDv3owm623ipilLOS_e29vOc8FQCLcBGAs/s320/Glyphosate_USA_2013byUSGS.png" width="261" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">By USGS</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Il glifosato è usato in maniera massiva soprattutto nei Paesi in cui è permessa la coltivazione di <b>piante OGM</b> resistenti alla molecola, come Stati Uniti, Brasile e Argentina. In questo caso i campi sono irrorati anche dopo la semina. In Europa, dove le piante OGM sono vietate, è tuttavia consentita l'importazione dei prodotti che ne derivano ed è dunque possibile consumare carni di animali nutriti con farine di soia e orzo OGM, entrate in contatto col glifosato anche dopo la semina. Negli ultimi 20 anni la superficie coltivata a soia OGM è passata da zero a 90 milioni di ettari a livello globale, 22 milioni dei quali si trovano in Argentina. Proprio in Argentina, nel 2014, alcuni ricercatori hanno rilevato un'incidenza di cancro 3 volte superiore alla media nazionale nel villaggio di Monte Maiz, nel cuore delle piantagioni di soia. Nello stesso villaggio i bambini nati con malformazioni, secondo i dati rilevati, sono il doppio rispetto al resto del paese. Ma, va detto, non esistono studi approfonditi che dimostrino il nesso causa-effetto tra l'uso del glifosato e tali sofferenze nella popolazione. </div>
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<br /></div>
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E' il glifosato a far ammalare gli abitanti del villaggio di Monte Maiz o il responsabile di malattie e aumento della mortalità in alcuni allevamenti di bovini tedeschi nutriti con soia OGM importata da questi paesi (<a href="http://www.stopglifosato.it/download/Internazionale1141-glifosate-estratto.pdf">qui</a> l'inchiesta sul caso dell'allevatore Sven Krey)?</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Cosa possiamo sapere, riguardo agli effetti del glifosato su uomo e ambiente, consultando la letteratura scientifica ad oggi disponibile?</div>
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<b>Glifosato : gli effetti sull'uomo.</b></div>
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<a href="https://3.bp.blogspot.com/--6A0MyqqqrA/WuDpTgbfRYI/AAAAAAAAgos/fe445KviOMEspDKxxmhgTBFSN9Ml0W9JgCLcBGAs/s1600/agriculture-1359862_960_720.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="550" data-original-width="960" height="183" src="https://3.bp.blogspot.com/--6A0MyqqqrA/WuDpTgbfRYI/AAAAAAAAgos/fe445KviOMEspDKxxmhgTBFSN9Ml0W9JgCLcBGAs/s320/agriculture-1359862_960_720.jpg" width="320" /></a>Partiamo dalle valutazioni dello IARC che nel 2015 ha valutato il glifosato come "probabile</div>
<div style="text-align: justify;">
cancerogeno". Va detto che le evidenze su uomo sono al momento limitate, ma esiste il pericolo che l'esposizione a tale erbicida possa provocare il<b> linfoma non-Hodgkin</b>. Tale affermazione, che necessita senz'altro di ulteriori studi, è suffragata, al momento, da alcune indagini epidemiologiche condotte in USA, Canada e Svezia. Inoltre esistono alcune evidenze che il glifosato causi il cancro in animali da laboratorio e danni al DNA umano. E i danni al DNA possono portare al cancro. </div>
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<br /></div>
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In particolare 3 studi hanno dimostrato un leggero aumento del rischio di sviluppare tumori del sistema linfatico negli agricoltori e nei braccianti esposti al diserbante ad esempio in Colombia, dove il glifosato è stato utilizzato più volte per distruggere le estese piantagioni di coca. In queste zone sono state rilevate alterazioni genetiche delle cellule ematiche degli abitanti, danni che potrebbero essere l'origine di un tumore. </div>
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<br /></div>
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E veniamo ai dati ricavati da modelli animali. In studi prolungati su animali nutriti con mangimi contenenti glifosato, i topi hanno sviluppato un tumore ai reni (con una probabilità di 1 su 1000 che tale tumore non sia stato provocato dal glifosato). Il tumore ai reni sviluppato è infatti molto raro, in genere, nei topi. Nel corso di un altro studio i topi hanno sviluppato un tumore altrettanto maligno e raro. Sono due esperimenti indipendenti, questo è un dato molto importante poiché rappresenta uno dei criteri dello IARC. Per questo alla domanda - Il glifosato favorisce lo sviluppo tumori?- i ricercatori rispondono - Probabilmente si -</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma questo non dice nulla rispetto alle probabilità che la malattia insorga davvero. Dunque non disponiamo, per il momento, di dati che ci parlino dell'intensità, del periodo di esposizione e della quantità di glifosato necessario perché un probabile effetto sia possibile. Sono i dati quantitativi che mancano e sui quali molti gruppi di ricerca nel mondo stanno lavorando. Non è un aspetto di poco conto, poiché è quello necessario alle agenzie per quantificare il rischio e permettere ai governi di prendere provvedimenti in merito. </div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Inoltre il glifosato è una sostanza sospettata di essere un <b>interferente endocrino</b>, ovvero una sostanza in grado di interferire col normale funzionamento del sistema ormonale. Gli interferenti endocrini ad oggi conosciuti sono implicati nello sviluppo di obesità, diabete, difetti nello sviluppo dell'apparato riproduttore, tumori, endometriosi e infertilità. Se tale ipotesi fosse confermata dalle doverose indagini, il discorso sin qui fatto sui livelli di esposizione e sulle dosi perderebbe di significato. Gli interferenti endocrini, infatti, agiscono a piccole concentrazioni. <b>Sono pertanto sostanze per le quali non esiste una soglia di sicurezza.</b></div>
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<br /></div>
<span style="text-align: justify;">L'Istituto Ramazzini e il Dipartimento di Salute Globale della Icahn School of Medicine at Mount Sinai di New York hanno intrapreso una campagna di raccolta fondi per uno studio pilota, già concluso, ed uno studio sistematico e integrato a lungo termine che fornirà ulteriori risposte. Maggiori informazioni le troverete su </span><a href="https://glyphosatestudy.org/" style="text-align: justify;">https://glyphosatestudy.org</a><span style="text-align: justify;">. </span><br />
<span style="text-align: justify;"><br /></span>
<span style="text-align: justify;">I risultati dello studio pilota condotto su topi, che ha comportato l'esposizione per 3 mesi al glifosato, mostrano che </span><span style="text-align: justify;">gli erbicidi contenenti glifosato, anche quando somministrati a dosi attualmente considerate sicure dall'EPA<span style="font-family: inherit;"> (</span></span><span style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-family: inherit;">United States Environmental Protection Agency)</span></span><span style="text-align: justify;">, sono in grado di provocare <b>alterazioni del microbioma intestinale e del sistema endocrino, difetti dello sviluppo e lesioni patologiche agli organi bersaglio</b>.</span><br />
<span style="text-align: justify;"><br /></span>
<span style="text-align: justify;">Ma lo studio pilota non può essere considerato esaustivo e non può chiarire le incertezze sulla cancerogenicità. Bisognerà pertanto aspettare i 5 anni necessari per avere i risultati dello studio a lungo termine per ottenere qualche dato in più. </span><br />
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<br /></div>
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<span style="color: #333333; font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 12px;"></span></span><br />
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<span style="color: #333333; font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 12px;"><br /></span></span></div>
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<span style="color: #333333; font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 12px;"><br /></span></span></div>
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<span style="color: #333333; font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 12px;">
</span></span></div>
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<b>Glifosato: effetti su ambiente e animali</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: justify;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-13E_hFf3hN4/WuDpbrOmAxI/AAAAAAAAgo0/WKhCrqC6I6IZb92X0VRGN54FZsSndomEwCLcBGAs/s1600/byruben%2Balexander.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="213" src="https://1.bp.blogspot.com/-13E_hFf3hN4/WuDpbrOmAxI/AAAAAAAAgo0/WKhCrqC6I6IZb92X0VRGN54FZsSndomEwCLcBGAs/s320/byruben%2Balexander.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">by Ruben Alexander</td></tr>
</tbody></table>
<span style="text-align: justify;">Il grande assente nella polemica. Eppure secondo l'ECHA, l'Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche, è classificato come sostanza di sintesi con due rischi precisi (ECHA/PR/17/06, Helsinki marzo 2017): </span><b style="text-align: justify;">rischio di gravi lesioni oculari e tossico per gli organismi acquatici con effetti negativi sul lungo termine</b><span style="text-align: justify;">. Tutti gli ambienti naturali acquatici e terrestri che si trovano nelle vicinanze dei campi irrorati possono essere danneggiati da questo erbicida, nonché gli operatori esposti. Molte agenzie, tra cui EFSA e ECHA, hanno dichiarato che questa sostanza è un fattore importante per la diminuzione della popolazione di uccelli, invertebrati (api incluse), pesci, anfibi e mammiferi attraverso la distruzione dell'habitat ma anche con effetti tossici diretti sull'animale. Si tratta di malformazioni, alterazioni della flora microbica in uccelli, bovini, suini.</span><br />
<span style="text-align: justify;"><br /></span>
<span style="text-align: justify;">In Italia è consentito l'uso di glifosato solo prima della semina, ma dopo l'applicazione può percolare nelle acque. Inoltre questa molecola è mediamente persistente nel suolo, cioè il tempo necessario perché la sua quantità si dimezzi è di 180 giorni. Il suo metabolita AMPA richiede 240 giorni. Dunque anche se i futuri studi dimostrassero che l'entità di residui presenti negli alimenti non sono preoccupanti per la salute umana, il danno ambientale resterebbe comunque. Il monitoraggio della presenza di glifosato nelle acque al momento è effettuato solo in Lombardia e in Toscana. Secondo il rapporto nazionale riguardante i pesticidi nelle acque di ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) le sostanze che più spesso hanno determinato il superamento della soglia di legge nelle acque superficiali sono il glifosato e il suo metabolita AMPA (in più del 50% dei casi). </span><br />
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Gli effetti ad oggi noti:</div>
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<br />
<ul>
<li style="text-align: justify;"><b>perdita di biodiversità delle piante, incluse quelle non infestanti e la maggior parte delle specie acquatiche;</b></li>
</ul>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><b>perdita di biodiversità del suolo</b> (batteri, funghi, ecc) con ripercussioni negative sulla funzionalità dell’ecosistema;</li>
</ul>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><b>effetti sugli insetti</b>. Per quanto riguarda le <b>api</b> la presenza di glifosato nei bacini idrici e nei fiori spontanei e coltivati potrebbe essere alla base del Colony Collapse Disorder. Ovvero la <b>morte improvvisa dell'intera colonia</b>;</li>
</ul>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><b>effetti genotossici</b> (danni al DNA), <b>neurotossici e danni all'apparato digerente dei pesci</b> per esposizioni a concentrazioni ambientali;</li>
</ul>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><b>effetti su anfibi, uccelli e mammiferi.</b> Diversi studi suggeriscono che dosi molto più basse di quelle utilizzate in agricoltura sono in grado di determinare <b>malformazioni nei girini di rana</b>, mentre studi pluriennali in rimboschimenti di Abete rosso nel Maine (USA) irrorati con Glifosate hanno mostrato una <b>diminuzione del 36% della densità totale di uccelli</b>, soprattutto di specie insettivore. Il glifosato sembrerebbe, inoltre, causare danni al microbioma con conseguente crescita eccessiva dei ceppi patogeni. In tal senso sono disponibili dati per bovini e suini alimentati con soia e mais OGM (di provenienza non europea) e dunque maggiormente esposti al glifosato:<b> infiammazioni intestinali nei suini</b> e possibile <b>aumento del rischio di infezione da <i>Clostridium botulinum</i> nei bovini</b> allevati in Germania negli ultimi 10 anni. </li>
</ul>
<br />
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Esistono alternative al glifosato?</b></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-w58O7ZqLan4/WuDplLlps0I/AAAAAAAAgo8/5fJ85yDtaAIMm6u43_SCGqR0sYSxdP2swCLcBGAs/s1600/wheat_field_corn_cereal_countryside-60511.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" data-original-height="704" data-original-width="1200" height="186" src="https://4.bp.blogspot.com/-w58O7ZqLan4/WuDplLlps0I/AAAAAAAAgo8/5fJ85yDtaAIMm6u43_SCGqR0sYSxdP2swCLcBGAs/s320/wheat_field_corn_cereal_countryside-60511.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Nella <b>frutticoltura</b> e nell'<b>orticoltura</b> c'è chi sceglie di ricorrere alla pacciamatura (copertura con teli anche in materiali biodegradabili o naturali come la paglia), la zappettatura e il pirodiserbo (l'eliminazioni delle piante infestanti tramite il caldo o il fuoco). Ma è evidente che la scelta di queste tecniche, utilizzate principalmente nell'agricoltura biologica e integrata, comporta un aumento dei costi di produzione e di manodopera. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nella <b>cerealicoltura</b>, invece, queste alternative non sono al momento utilizzabili e le uniche possibilità sarebbero la lavorazione del terreno, l'eliminazione meccanica delle erbe infestanti e la rotazione delle colture. Diserbanti altrettanto efficaci, per ora, non ce ne sono. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
D'altronde, per lo meno in Italia, le cose stanno migliorando. Secondo i dati Istat pubblicati nel 2015, i prodotti fitosanitari usati per scopi agricoli sono diminuiti del 45% tra il 2002 e il 2013.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il vero problema che emerge dal caso del glifosato è nel sistema che abbiamo di produrre e consumare, ovvero massimizzare la produzione con l'obbiettivo di ridurre i costi e migliorare i sempre più ridotti guadagni. Questo sistema, a prescindere dal glifosato, non è sostenibile in termini ambientali. La domanda che tutti dovremmo porci, laddove in futuro il glifosato fosse vietato, è: siamo pronti a rivedere interamente il modo che abbiamo di consumare il cibo, evitare gli enormi sprechi a cui ci siamo assuefatti e rinunciare alla possibilità di reperire continuamente qualsiasi tipo di prodotto? Perché alternative, in assenza di fitofarmaci, non ce ne sarebbero. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: #fefdfa; color: #060606; text-align: justify;"><br /></span></span><span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: #fefdfa; color: #060606; text-align: justify;">Seguite gli aggiornamenti sulle nostre pagine Facebook <a href="https://www.facebook.com/francescadefilippis.biologonutrizionista" style="color: #7d181e; text-decoration-line: none;">dott.ssa Francesca De Filippis</a> e<a href="https://www.facebook.com/GallettiNutrizionista/" style="color: #7d181e; text-decoration-line: none;"> dott.ssa Livia Galletti</a>. </span><span style="background-color: #fefdfa; color: #060606; text-align: justify;">Vi aspettiamo giovedì prossimo! </span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: #fefdfa; color: #060606; text-align: justify;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: #fefdfa; color: #060606; text-align: justify;">Se volete saperne di più su <b>#SaveHumansThursday</b>, un progetto creato da me e dalla collega e amica dott.ssa Livia Galletti, troverete tutte le informazioni <a href="http://ecobriciole.blogspot.it/2018/01/54-settimane-con-savehumansthursday.html" style="color: #7d181e; text-decoration-line: none;">qui</a>.</span></span><br />
<div style="background-color: #fefdfa; color: #060606; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 13px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Bibliografia</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
1. IARC Working Group - “Glyphosate”, in Some organophosphate insecticides and herbicides: diazinon, glyphosate, malathion, parathion, and tetrachlorvinphos - Vol 112 IARC Monogr Prog, 2015:1–92;</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
2. European Food Safety Authority - Conclusion on the peer review of the pesticide risk assessment of the active substance glyphosate - EFSA J 2015;13:4302. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
3. European Food Safety Authority - Final Addendum to the Renewal Assessment Report 2015 - <a href="http://registerofquestions.efsa.europa.eu/roqFrontend/%20outputLoader?output=ON-4302">http://registerofquestions.efsa.europa.eu/roqFrontend/outputLoader?output=ON-4302 </a>;</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
4. European Chemicals Agency - Global 2000’s report on glyphosate - July 2017, <a href="https://echa.europa.eu/-/echa-s-opinion-on-classification-of-glyphosatepublished">https://echa.europa.eu/-/echa-s-opinion-on-classification-of-glyphosatepublished</a>; </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
5. <span style="font-family: inherit;">Manservisi F., Babot C.M., Buscaroli A., Huff J., Lauriola M., Mandrioli D., Manservigi M., Panzacchi S., Silbergeld E.K., Belpoggi F. - An Integrated Experimental Design for the Assessment of Multiple Toxicological End Points in Rat Bioassays - Environ Health Perspect., 2017, Mar; 125(3): 289-295; </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">6. Bianco, Valter Bellucci, Carlo Jacomini (Dip. Difesa della Natura, ISPRA) - Effetti del Glifosate sulla qualita ambientale e gli organismi viventi - 2016, <a href="https://www.researchgate.net/publication/305198199_Effetti_del_Glifosate_sulla_qualita_ambientale_e_gli_organismi_viventi">https://www.researchgate.net/publication/305198199_Effetti_del_Glifosate_sulla_qualita_ambientale_e_gli_organismi_viventi</a></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">7. </span><span class="highwire-citation-author first" data-delta="0" style="background-color: white; box-sizing: border-box; display: inline; font-family: inherit;"><span class="nlm-surname" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: border-box; display: inline;">Clausing</span> P</span><span style="background-color: white; font-family: inherit;">, </span><span class="highwire-citation-author" data-delta="1" style="background-color: white; box-sizing: border-box; display: inline; font-family: inherit;"><span class="nlm-surname" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: border-box; display: inline;">Robinson</span> C</span><span style="background-color: white; font-family: inherit;">, </span><span class="highwire-citation-author" data-delta="2" style="background-color: white; box-sizing: border-box; display: inline; font-family: inherit;"><span class="nlm-surname" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: border-box; display: inline;">Burtscher-Schaden</span> H - Pesticides and public health: an analysis of the
regulatory approach to assessing the carcinogenicity
of glyphosate in the European Union - </span><span class="highwire-cite-metadata-journal highwire-cite-metadata" style="background-color: white; box-sizing: border-box; display: inline; font-family: inherit;">J Epidemiol Community Health </span><span class="highwire-cite-metadata-date highwire-cite-metadata" style="background-color: white; box-sizing: border-box; display: inline; font-family: inherit;"><span class="label" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: border-box; display: inline;">Published Online First:</span> 13 March 2018.<a href="http://jech.bmj.com/content/jech/early/2018/03/06/jech-2017-209776.full.pdf"> </a></span><span class="highwire-cite-metadata-doi highwire-cite-metadata" style="background-color: white; box-sizing: border-box; display: inline; font-family: inherit;"><a href="http://jech.bmj.com/content/jech/early/2018/03/06/jech-2017-209776.full.pdf"><span class="label" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: border-box; display: inline;">doi:</span> 10.1136/jech-2017-209776</a></span><br />
<span style="font-family: inherit;"></span><br />
<div class="highwire-cite-authors" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: border-box; display: inline; text-align: start;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span><span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white;">8. </span><span style="background-color: white;">Vandenberg, Laura N et al. - Is It Time to Reassess Current Safety Standards for Glyphosate-Based Herbicides? - </span><span style="background-color: white;">Journal of Epidemiology and Community Health, </span><span style="background-color: white;">71.6 (2017): 613–618</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span><span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white;">9. </span><span style="background-color: white;">Schinasi, Leah, and Maria E. Leon. - Non-Hodgkin Lymphoma and Occupational Exposure to Agricultural Pesticide Chemical Groups and Active Ingredients: A Systematic Review and Meta-Analysis.- </span><span style="background-color: white;">International Journal of Environmental Research and Public Health</span><span style="background-color: white;"> 11.4 (2014): 4449–4527.</span></span><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white;"><br /></span></span></span></div>
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white;"></span></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white;"><span style="font-family: inherit;">10. Myers, John Peterson et al. - Concerns over Use of Glyphosate-Based Herbicides and Risks Associated with Exposures: A Consensus Statement - </span><span style="font-family: inherit;">Environmental Health</span><span style="font-family: inherit;"> 15 (2016): 19</span></span></span></div>
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white;">
</span></span></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span><span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white; text-align: start;"></span><span style="background-color: white; text-align: start;"></span></span></div>
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<span style="font-family: inherit;"><b><br /></b></span></div>
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ecobriciolehttp://www.blogger.com/profile/07549199608332406980noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1798192545379933842.post-55309028367291531422018-04-11T11:33:00.003-07:002018-04-25T02:31:35.981-07:00Il Glifosato. Parte 1. Cos'è e cosa sappiamo dei suoi effetti sulla salute dell'uomo e dell'ambiente? Settimana 17 #SaveHumansThursday<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>Alla fine del 2017 la Commissione Europea ha prorogato per altri 5 anni l'autorizzazione al commercio di erbicidi a base di glifosate. Il dibattito è stato acceso e i pareri delle diverse agenzie, preposte al controllo del pericolo e del rischio, discordanti. Se gli studi riguardo gli effetti sulla salute umana non possono ancora essere considerati conclusivi, certe sono invece le conseguenze sull'ambiente. Molte agenzie hanno dichiarato che il glifosate è un fattore importante per la diminuzione della popolazione di uccelli, invertebrati (api incluse), pesci, anfibi e mammiferi attraverso la distruzione dell'habitat ma anche con effetti tossici diretti.</i></div>
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<a href="https://3.bp.blogspot.com/-EqM5IXYy92E/Ws5Lrm7JHzI/AAAAAAAAgFA/m2Vt3HMr5o0YK4XE8oC__jls-Ic-0tpbgCLcBGAs/s1600/agriculture-89168_960_720.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="539" data-original-width="960" height="179" src="https://3.bp.blogspot.com/-EqM5IXYy92E/Ws5Lrm7JHzI/AAAAAAAAgFA/m2Vt3HMr5o0YK4XE8oC__jls-Ic-0tpbgCLcBGAs/s320/agriculture-89168_960_720.jpg" width="320" /></a>Il<b> glifosato</b> è una sostanza attiva ampiamente utilizzata nei pesticidi. I<b> pesticidi </b>a base di glifosato, che sono formulazioni contenenti anche altri prodotti chimici, sono utilizzati per contrastare le erbe infestanti che competono con le piante coltivate. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sono i pesticidi maggiormente utilizzati nel mondo sia nelle colture legnose (uliveti, vigneti, frutteti) sia nelle colture orticole e cerealicole.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Tanto che i dati pubblicati dall'USDA (US Department of Agriculture) nel 2011 testimoniano che il glifosato è stato rinvenuto nel 90% dei campioni di soia destinata all'alimentazione umana. Il prodotto della sua degradazione, l'AMPA (acido aminometilfosfonico), nel 96%.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
I dati pubblicati dalla Commissione Europea indicano che il glifosato è moderatamente<b> persistente nel suolo </b>(cioè la sua quantità si dimezza entro i 180 giorni) ed è dunque <b>potenzialmente inquinante per le acque sotterranee</b>. Ma l'AMPA, che è dotato della stessa attività biologica, è più persistente, ha un tempo di dimezzamento fra i 76 e i 240 giorni, pertanto i suoi effetti tossici sugli organismi bersaglio si protraggono nel tempo. Secondo i dati ISPRA del 2013 (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) riferiti alla Lombardia queste sostanze determinano il maggior numero di superamento degli Standard di Qualità Ambientale nelle acque superficiali (per l'AMPA il 79% dei punti analizzati).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il glifosato è stato commercializzato nel 1974 dalla Monsanto col nome Roundup, ma attualmente il brevetto è scaduto e sono molte le aziende, anche europee, che lo commercializzano.<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-JWa3DwMBJ04/Ws5L6aNCJ0I/AAAAAAAAgFE/E2QU7B63PMc6O2yQ30eN-xLZ0eRbQb3JQCLcBGAs/s1600/800px-For_weeding_choose_GlyphosateBy%2BBoasiedu.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" height="240" src="https://3.bp.blogspot.com/-JWa3DwMBJ04/Ws5L6aNCJ0I/AAAAAAAAgFE/E2QU7B63PMc6O2yQ30eN-xLZ0eRbQb3JQCLcBGAs/s320/800px-For_weeding_choose_GlyphosateBy%2BBoasiedu.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">By Boasiedu</td></tr>
</tbody></table>
Questi prodotti vengono utilizzati principalmente prima della semina, ma in alcuni Paesi è possibile utilizzarli anche nelle fasi successive. In quest'ultimo caso è necessario, tuttavia, utilizzare <b>piante OGM </b>resistenti al glifosato (che altrimenti le ucciderebbe). Queste piante geneticamente modificate, vendute col nome di Roundup Ready, acquisiscono una tolleranza all'erbicida. In questo caso gli agricoltori devono acquistare ogni anno le sementi brevettate, secondo i contratti firmati coi produttori. Negli USA la Monsanto ha citato in causa numerosi agricoltori per aver violato tali contratti: è impossibile per loro conservare e ripiantare i semi e sono costretti a sostenere costi altissimi ogni anno. </div>
<div style="text-align: justify;">
Per fortuna, ad oggi, tutto questo è vietato in Europa, dove non sono consentite le piante OGM ma è consentita l'importazione dei prodotti. Quindi è possibile consumare carni di animali nutriti con farine di soia o orzo OGM. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il discorso OGM è argomento troppo vasto e delicato per poter essere affrontato in poche righe. In attesa di approfondirlo con la giusta attenzione, ci preme sottolineare che ciò che critichiamo non è tanto l'OGM in sè, ma questa maniera di utilizzarlo per via del sistema produttivo iniquo per l'uomo e irrispettoso dell'ambiente che ne consegue. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Per riassumere, anche se in Italia non si possono coltivare
piante OGM si usa ugualmente il glifosato e vengono importati vegetali trattati
con questo erbicida (che è stato ritrovato nei prodotti alimentari più comuni, nelle falde acquifere e nelle urine umane).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Il glifosato in Europa: una guerra a suon di pareri e pubblicazioni scientifiche ancora lungi dal vedere la fine.</b></div>
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Proviamo a ricostruire l'intricata storia:<br />
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<div style="text-align: justify;">
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<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-PDRmAjQ7Zww/Ws5MDORwykI/AAAAAAAAgFI/8Ve74nZE3E0mG5Ep3OQTXg_6mlH_hueEQCLcBGAs/s1600/byUSDA.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="431" data-original-width="305" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-PDRmAjQ7Zww/Ws5MDORwykI/AAAAAAAAgFI/8Ve74nZE3E0mG5Ep3OQTXg_6mlH_hueEQCLcBGAs/s320/byUSDA.jpg" width="226" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">By USDA</td></tr>
</tbody></table>
- nel marzo 2015 lo <b>IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro - organismo dell'OMS) </b>pubblica una monografia sul glifosato sulla prestigiosissima rivista <i>The Lancet Oncology</i>. Dopo aver passato in rassegna la letteratura mondiale, il glifosato finisce nella lista 2A, quella dei <b>"probabili cancerogeni" </b>e in grado di<b> danneggiare il DNA</b>. E va a fare compagnia a carni rosse e DDT. Questa lista include le sostanze con limitate evidenze di cancerogenicità per l'uomo e sufficiente evidenza per gli animali. Esistono principalmente studi su topi secondo i quali il glifosato sarebbe in grado di causare tumori ai reni e nel tessuto connettivo. Le sostanze per le quali esiste sufficiente evidenza di cancerogenicità per l'uomo finiscono invece nel gruppo 1;</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- pochi giorni dopo la <b>BfR (Istituto Federale per la Valutazione dei Rischi, che fornisce consulenza al governo tedesco in merito alla sicurezza alimentare) </b>pubblica un rapporto che definisce il glifosato non cancerogeno;<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- nello stesso anno l'<b>EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) </b>riceve mandato dall'Europa per esprimersi riguardo alla faccenda. La Commissione Europea avrebbe dovuto decidere, di lì a poco, se continuare a permettere la vendita di questa sostanza in Europa. E il suo parere, pubblicato nel novembre del 2015, è l'esatto opposto rispetto a quello dello IARC. Secondo l'EFSA <b>"è improbabile che la sostanza sia genotossica (cioè danneggi il DNA) o che presenti una minaccia di cancro per l'uomo"</b>. E spiega di essere arrivata a conclusioni differenti rispetto allo IARC poichè quest'ultimo ha esaminato sia il glifosato sia i formulati che contengono glifosato assieme ad altre molecole. La valutazione UE ha considerato solo il glifosato e dunque l'EFSA ritiene probabile che gli effetti genotossici siano imputabili ad altre componenti di questi prodotti formulati. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma, in attesa di ulteriori evidenze, ridefinisce la tossicità del glifosato abbassando la dose giornaliera ammissibile per i consumatori a 0,5 mg/kg di peso corporeo e il livello ammissibile di esposizione dell'operatore a 0,1 mg/kg di peso corporeo al giorno. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- nel 2016 secondo <b>FAO</b> e <b>OMS </b>(di cui lo IARC è una costola) è improbabile che il glifosato esponga l'uomo a rischio di tumori attraverso il consumo di alimenti.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Le polemiche non si spengono.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-zRhuM7P-KV0/Ws5MTGk86sI/AAAAAAAAgFM/2k3BUZPVv2UNwVE_HdX51M778Zo2hEkwQCLcBGAs/s1600/Empty_Glyphosate_%2528Herbolex%2529_container_discarded_in_Corfu_olive_grovebyParkywiki.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="450" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-zRhuM7P-KV0/Ws5MTGk86sI/AAAAAAAAgFM/2k3BUZPVv2UNwVE_HdX51M778Zo2hEkwQCLcBGAs/s320/Empty_Glyphosate_%2528Herbolex%2529_container_discarded_in_Corfu_olive_grovebyParkywiki.jpg" width="240" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: 12.8px;">By Parkywiki</span></td></tr>
</tbody></table>
- nel 2017 viene pubblicata dal <i>Guardian</i> e poi ripresa da <i>New York Times</i> e da <i>Le Monde</i> un'inchiesta scottante, gli arcinoti <b>"Monsanto Papers".</b> Stando a quanto diffuso, alcune parti del documento pubblicato da EFSA, sarebbero copiate dai rapporti di ricerca Monsanto. Questione delicata e spinosa. Perché, se così fosse, vorrebbe dire che esistono interconnessioni tra agenzie che regolamentano l'uso del glifosato e la multinazionale che lo vende. <span style="font-family: inherit;">Il primo agosto 2017 lo studio legale Baum, Hedlund, Aristei & Goldman ha citato in giudizio la Monsanto per conto di alcuni clienti che sostengono di essersi ammalati di linfoma non-Hodgkin a causa del Roundup e ha reso noti una serie di documenti interni all'azienda. Questi documenti sono parte di una causa in corso presso la Corte Federale di San Francisco, un processo che aggrega oltre 100 cause simili; </span><br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- il caso rimbalza al <b>Parlamento Europeo</b> che si esprime, dopo innumerevoli proteste da parte di alcuni Paesi e dei cittadini, con parere negativo rispetto al rinnovo della licenza, ma solo a partire dal 2022. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- il 27 novembre 2017 la <b>Commissione Europea</b>, che doveva decidere riguardo alla proroga dell'autorizzazione al glifosato, l'ha <b>rinnovata per altri 5 anni</b>. Un tempo inferiore rispetto al previsto. Segno dei dilemmi che pure esistono rispetto a questo prodotto. Francia e Italia erano contrarie assieme ad altri 7 Stati, ma è stato determinante il voto favorevole della Germania. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sta di fatto che nel 2016 il nostro Ministero della Salute ha vietato l'uso del diserbante in aree frequentate dalla popolazione (parchi, giardini, campi sportivi, ecc) e nelle zone agricole nel periodo che precede la raccolta. Inoltre l'Italia ha adottato disciplinari che limitano l'uso del glifosato a soglie inferiori del 25% rispetto a quelle definite in Europa. Cosa dire, tuttavia, dei prodotti importati?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nel frattempo dal 2015 El Salvador e Sri Lanka hanno bandito il glifosato e, nello stesso anno, le Bermuda hanno imposto un fermo temporaneo sulle importazioni di diserbanti a base di questa sostanza. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo innumerevoli botta e risposta a suon di pareri e pubblicazioni, si hanno ancora innumerevoli dubbi e non molte certezze. Per amore di cronaca, alcuni "se" e "ma" tra tutti questi giudizi contrastanti vanno messi.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Lo IARC si occupa di valutare il <b>pericolo</b> e per farlo usa una precisa metodologia: lavori scientifici prodotti senza conflitto di interesse e non supportati da aziende produttrici. Questo ente si occupa però di pericolo, ovvero di classificazione (ci dice se una sostanza ha effetti che devono destare preoccupazione oppure no). Le agenzie come FAO, OMS, EFSA, per citarne alcune, si occupano, invece, di <b>rischio</b>, ossia di definizione di limiti quantitativi e dosi di utilizzo che permettano l'adozione di adeguate misure di gestione per una determinata sostanza. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Cosa sappiamo ad oggi degli effetti del glifosato?</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><br /></b></div>
<br />
<ul>
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-f-S3TaAFGww/Ws5MkKGLZTI/AAAAAAAAgFY/CbuvRe8uB7I6zRQk7iiHxcDF6Ff_twGGACLcBGAs/s1600/honey-bee-68166_960_720.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="673" data-original-width="960" height="224" src="https://3.bp.blogspot.com/-f-S3TaAFGww/Ws5MkKGLZTI/AAAAAAAAgFY/CbuvRe8uB7I6zRQk7iiHxcDF6Ff_twGGACLcBGAs/s320/honey-bee-68166_960_720.jpg" width="320" /></a>
<li style="text-align: justify;"><b>Effetti sull'ambiente.</b> Il grande assente di questa polemica. Eppure secondo l'ECHA, l'Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche, è classificato come sostanza di sintesi con due rischi precisi (ECHA/PR/17/06, Helsinki marzo 2017): <b>rischio di gravi lesioni oculari e tossico per gli organismi acquatici con effetti negativi sul lungo termine</b>. Tutti gli ambienti naturali acquatici e terrestri possono essere danneggiati da questo erbicida, nonché gli operatori esposti. Molte agenzie, tra cui EFSA e ECHA, hanno dichiarato che questa sostanza è un fattore importante per la diminuzione della popolazione di uccelli, invertebrati (api incluse), pesci, anfibi e mammiferi attraverso la distruzione dell'habitat ma anche con effetti tossici diretti sull'animale. Si tratta di malformazioni, alterazioni della flora microbica in uccelli, bovini, suini.</li>
</ul>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><b>Effetti sull'uomo. </b>Secondo lo IARC, pur essendo le evidenze limitate su uomo, l'esposizione a erbicidi a base di glifosato <b>potrebbe causare il linfoma non-Hodgkin</b>. Conclusione per ora suffragata da indagini epidemiologiche su contadini residenti in USA, Canada e Svezia. Sempre lo stesso ente ha ravvisato evidenze plausibili che il glifosato provochi cancro in animali da laboratorio e che ha causato <b>danni al DNA delle cellule di uomo</b>. Il glifosato è inoltre una sostanza sospettata di essere <b>interferente endocrino</b>, ovvero una sostanza in grado di interferire con il normale funzionamento del sistema ormonale con implicazioni a largo spettro che potrebbero includere anche la fertilità. Questo aggraverebbe il quadro, poichè gli interferenti endocrini sono sostanze per le quali non esiste una soglia minima di sicurezza. Nel frattempo l'Istituto Ramazzini e il Dipartimento di Salute Globale della Icahn School of Medicine at Mount Sinai di New York hanno intrapreso una campagna di raccolta fondi per uno studio pilota, già concluso, ed uno studio sistematico e integrato a lungo termine che fornirà risposte sugli effetti potenzialmente pericolosi sul microbiota intestinale, le interferenze endocrine, i difetti dello sviluppo e le lesioni agli organi bersaglio osservate nello studio pilota. Maggiori informazioni le troverete su <a href="https://glyphosatestudy.org/">https://glyphosatestudy.org</a>. </li>
</ul>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma sono molte le domande alle quali non è ancora possibile dare una risposta certa. Tuttavia, se non esiste una risposta certa sulla cancerogenicità del glifosato, la certezza che sia sicuro non c'è affatto. </div>
<div style="text-align: justify;">
Certi sono invece i danni ambientali che il glifosato ha provocato.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Vi aspettiamo giovedì 26 aprile, con la seconda parte di questo approfondimento sul glifosato per #SaveHumansThursday</b>. Effetti ad oggi conosciuti sull'ambiente, sulla fauna, le evidenze, seppur non conclusive, sulla salute umana. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<span style="font-family: "arial" , "tahoma" , "helvetica" , "freesans" , sans-serif; font-size: 13px; text-align: justify;">Se volete saperne di più su <b>#SaveHumansThursday</b>, un progetto creato da me e dalla collega e amica dott.ssa Livia Galletti, troverete tutte le informazioni <a href="http://ecobriciole.blogspot.it/2018/01/54-settimane-con-savehumansthursday.html" style="color: #7d181e; text-decoration-line: none;">qui</a>.</span><br />
<span style="font-size: 13px; text-align: justify;"><span style="font-family: "arial" , "tahoma" , "helvetica" , "freesans" , sans-serif;"><br /></span></span><span style="color: #060606; font-family: inherit; font-size: 13px; text-align: justify;">Seguite gli aggiornamenti sulle nostre pagine Facebook <a href="https://www.facebook.com/francescadefilippis.biologonutrizionista" style="color: #7d181e; text-decoration-line: none;">dott.ssa Francesca De Filippis</a> e<a href="https://www.facebook.com/GallettiNutrizionista/" style="color: #7d181e; text-decoration-line: none;"> dott.ssa Livia Galletti</a>. </span><span style="font-family: "arial" , "tahoma" , "helvetica" , "freesans" , sans-serif; font-size: 13px; text-align: justify;">Vi aspettiamo giovedì prossimo! </span><br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div>
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<b>Bibliografia</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
1. IARC Working Group - “Glyphosate”, in Some organophosphate insecticides and
herbicides: diazinon, glyphosate, malathion, parathion, and tetrachlorvinphos - Vol
112 IARC Monogr Prog, 2015:1–92;</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
2. European Food Safety Authority - Conclusion on the peer review of the pesticide
risk assessment of the active substance glyphosate - EFSA J 2015;13:4302. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
3. European Food Safety Authority - Final Addendum to the Renewal
Assessment Report 2015 - <a href="http://registerofquestions.efsa.europa.eu/roqFrontend/%20outputLoader?output=ON-4302">http://registerofquestions.efsa.europa.eu/roqFrontend/outputLoader?output=ON-4302 </a>;</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
4. European Chemicals Agency - Global 2000’s report on glyphosate - July
2017, <a href="https://echa.europa.eu/-/echa-s-opinion-on-classification-of-glyphosatepublished">https://echa.europa.eu/-/echa-s-opinion-on-classification-of-glyphosatepublished</a>; </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
5. Manservisi F., Babot C.M., Buscaroli A., Huff J., Lauriola M., Mandrioli
D., Manservigi M., Panzacchi S., Silbergeld E.K., Belpoggi F. - An Integrated
Experimental Design for the Assessment of Multiple Toxicological End Points in
Rat Bioassays - Environ Health Perspect., 2017, Mar; 125(3): 289-295; </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
6. Bianco, Valter Bellucci, Carlo Jacomini (Dip. Difesa della
Natura, ISPRA) - Effetti del Glifosate sulla qualita ambientale e gli organismi viventi - 2016, <a href="https://www.researchgate.net/publication/305198199_Effetti_del_Glifosate_sulla_qualita_ambientale_e_gli_organismi_viventi">https://www.researchgate.net/publication/305198199_Effetti_del_Glifosate_sulla_qualita_ambientale_e_gli_organismi_viventi</a></div>
</div>
ecobriciolehttp://www.blogger.com/profile/07549199608332406980noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1798192545379933842.post-39449062100329388772018-03-28T11:06:00.000-07:002018-03-29T11:21:10.478-07:00A Pasqua e Pasquetta io non spreco. Settimana 15 #SaveHumansThursday<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: inherit;"><br /></span></i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: inherit;"><br /></span></i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: inherit;">Un terzo del cibo prodotto nel mondo viene perduto. Lo spreco alimentare rappresenta una contraddizione del nostro tempo, a fronte dell'insicurezza alimentare di tanti esseri umani nel mondo, e porta con sé un grande, quanto inutile, consumo di risorse ambientali sempre più scarse e preziose. Se lo spreco alimentare fosse un paese, sarebbe al terzo posto per l'entità delle emissioni di gas serra dopo USA e Cina. </span>Ecco i consigli #SaveHumansThursday per una Pasqua senza sprechi e amica dell'ambiente.</i></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
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<br /></div>
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<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-8sCvAcHZ_HA/Wrtp1jLDSaI/AAAAAAAAflU/VIzXRMoYvd8mbm5IDd7Jaeqb59AIOiXLACLcBGAs/s1600/800px-Lattobacilli.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="815" data-original-width="1280" height="203" src="https://2.bp.blogspot.com/-8sCvAcHZ_HA/Wrtp1jLDSaI/AAAAAAAAflU/VIzXRMoYvd8mbm5IDd7Jaeqb59AIOiXLACLcBGAs/s320/800px-Lattobacilli.jpg" width="320" /></a><span style="font-family: inherit;">A livello globale <b>1/3 del cibo</b> prodotto viene perduto: si tratta di 1.300.000.000 di tonnellate di alimenti ogni anno che sarebbero sufficienti per nutrire circa 1/3 della popolazione mondiale.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Lo <b>spreco alimentare</b> ha dai costi immensi in termini umanitari e ambientali. Significa, infatti, buttare via risorse preziose come acqua, terreno fertile ed energia durante tutte le fasi di produzione e distribuzione e richiede una superficie coltivata grande quanto la Cina.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Se lo <b>spreco alimentare </b>fosse un paese, sarebbe al terzo posto per l'entità delle<b> emissioni di gas serra</b> dopo USA e Cina.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Nei paesi occidentali lo spreco si concentra soprattutto nelle fasi finali della filiera, ovvero nelle nostre <b>case </b>(il 43% dello spreco in Europa) e nella ristorazione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-QxaByy-zPJo/WrtriYARhgI/AAAAAAAAflc/Ru40G4U0GUQL6Fqfb3XMOAsy-iVP4t6OwCLcBGAs/s1600/byusda.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="213" src="https://4.bp.blogspot.com/-QxaByy-zPJo/WrtriYARhgI/AAAAAAAAflc/Ru40G4U0GUQL6Fqfb3XMOAsy-iVP4t6OwCLcBGAs/s320/byusda.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">by USDA</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">Per l'esattezza si buttano via:</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<br />
<ul>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">il 30% dei cereali, pari a <b>763 miliardi di pacchi di pasta</b>;</span></li>
</ul>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">il 20% dei<b> prodotti caseari </b>europei, ovvero<b> 29 milioni di tonnellate l'anno</b>;</span></li>
</ul>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">il 35% del pescato, per intenderci qualcosa come <b>3 miliardi di salmoni</b>;</span></li>
</ul>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">il 20% della carne, che corrisponde a <b>75 milioni di mucche</b>.</span></li>
</ul>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Da un punto di vista economico, per una <b>famiglia italiana </b>lo sperpero alimentare significa una
perdita di <b>1.693 euro l'anno</b>.</span><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Assieme al cibo, quanta natura sprechiamo?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-Kh_435d1BMY/Wrtsuwo_JuI/AAAAAAAAfls/0gzsLeTKPPweZCCYgsSjRXVT7eZfePJOwCLcBGAs/s1600/agriculture-89168__480.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="853" height="180" src="https://3.bp.blogspot.com/-Kh_435d1BMY/Wrtsuwo_JuI/AAAAAAAAfls/0gzsLeTKPPweZCCYgsSjRXVT7eZfePJOwCLcBGAs/s320/agriculture-89168__480.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"> Secondo il rapporto WWF 2013 “Quanta Natura Sprechiamo”, nel 2012 in Italia lo spreco di cibo ha determinato:</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">- l'uso di <b>1.226 milioni di metri cubi d’acqua</b>, più della metà a causa della cattiva gestione degli alimenti nelle nostre case. Il quantitativo di acqua richiesto per produrre il cibo sprecato ogni anno nel mondo basterebbe a soddisfare i bisogni domestici di una città come New York per 120 anni;</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">- l'emissione di <b>24,5 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti</b>, di cui 14,3 milioni di tonnellate vengono attribuite allo spreco
dei consumatori (valore pari al 20% delle emissioni dovute ai trasporti);</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">- l'immissione nell'ambiente di <b>228.900 tonnellate di azoto reattivo contenuto nei fertilizzanti</b>, di cui 143.100 a causa degli sprechi domestici. E' noto il suo impatto sulla qualità delle acque e dunque sulla sopravvivenza di flora e fauna degli ecosistemi idrici.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Ogni anno durante le Feste, come la <b>Pasqua</b>, gli sprechi alimentari subiscono un'impennata. La voglia di convivialità e di rilassarci possono giocare un tiro mancino all'ambiente e al nostro borsellino.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Cosa fare per correre ai ripari?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><b>Ecco i consigli #SaveHumansThursday per una Pasqua senza sprechi e amica dell'ambiente:</b></span><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><b><br /></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-SNUx1_j-15k/Wrts-YDOEbI/AAAAAAAAflw/U-sp2bUATrMmBMTz7A-peAc0jHrkU1gUwCLcBGAs/s1600/shopping-list-2042977__480.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="720" height="213" src="https://1.bp.blogspot.com/-SNUx1_j-15k/Wrts-YDOEbI/AAAAAAAAflw/U-sp2bUATrMmBMTz7A-peAc0jHrkU1gUwCLcBGAs/s320/shopping-list-2042977__480.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><b>1. Prima di acquistare pianifica.</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Ovvero fai la buona, vecchia lista della spesa. Mai provato? E' senz'altro il modo migliore durante le Feste, ma anche nella quotidianità, per comprare esattamente ciò che serve, risparmiando un bel po' di denaro. Ed evitando, tra l'altro, di ritrovarsi con il frigorifero stipato degli alimenti più disparati ed essere assaliti ogni sera dal solito pensiero - E adesso cosa mangiamo? -</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Decidi con calma cosa desideri offrire ai tuoi ospiti per la Pasqua ma anche cosa portare in tavola ogni giorno e non lasciare che siano le millemila offerte del supermercato a farlo per te!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-CAZqLCxXoCU/WrttO4hT0PI/AAAAAAAAfl8/OgNrqIo7tJUc7vn2It6f3HOiGE8mm5IlACLcBGAs/s1600/chocolate-716883__480.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="720" height="213" src="https://2.bp.blogspot.com/-CAZqLCxXoCU/WrttO4hT0PI/AAAAAAAAfl8/OgNrqIo7tJUc7vn2It6f3HOiGE8mm5IlACLcBGAs/s320/chocolate-716883__480.jpg" width="320" /></a><span style="font-family: inherit;"><b>2. Quando cucini scegli le porzioni giuste, eviterai di gettare via il cibo o di spedire a casa i tuoi ospiti pieni di derrate alimentari.</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"> Per un pasto festivo, e dunque abbondante, potresti calcolare, ad esempio, per ciascun commensale:</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">50 g di antipasto</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">100 g di pasta e 50 g di condimento</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">circa 150 g di carne o pesce</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">250 g di ortaggi</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">200 g di patate e/o 50 g di pane</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">80 g di dolce</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">e mettiamoci anche 20/30 g di cioccolato per il tradizionale uovo</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">50/100 g di frutta</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><b>3. Leggi le etichette con attenzione.</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">I consumatori sono spesso confusi rispetto alle etichette dei prodotti alimentari per quanto riguarda le indicazioni “preferibilmente entro”, “usare entro”, “data di scadenza” e, a causa dell'insicurezza, gettano via prodotti ancora buoni da consumare. La legislazione corrente sull'etichettatura riserva la data
di scadenza per gli alimenti altamente deperibili come latte fresco, yogurt, ricotta, uova, pasta fresca; tale data
indica il termine entro il quale l’alimento è idoneo al consumo.
La data “preferibilmente entro”, invece, si riferisce al termine minimo di conservazione: oltre questa data il
prodotto, pur essendo ancora perfettamente commestibile, perde le qualità sensoriali attese dal consumatore.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-W6v5mHBRv2I/WrttgVS_h_I/AAAAAAAAfmE/bupQVYFfhigKDBLuwE96M3uF5UoMqfnQgCLcBGAs/s1600/food-3267619__480.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="720" height="213" src="https://3.bp.blogspot.com/-W6v5mHBRv2I/WrttgVS_h_I/AAAAAAAAfmE/bupQVYFfhigKDBLuwE96M3uF5UoMqfnQgCLcBGAs/s320/food-3267619__480.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><b>4. Quali prodotti scegliere?</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">L'acquisto di prodotti freschissimi, direttamente dal produttore, potrebbe permetterci di avere a disposizione qualche giorno in più per poterli consumare, ancora in ottime condizioni. Chi ha la fortuna di avere a disposizione un orto lo sa, gli ortaggi appena raccolti mantengono le loro caratteristiche organolettiche qualche giorno in più, se conservati in frigo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">In molte regioni italiane per il pranzo pasquale vengono consumate tradizionalmente carni di agnello e capretto. Tale consumo non dovrebbe, tuttavia, trasformarsi in abitudine. L'enorme richiesta durante tutto l'anno viene soddisfatta in parte con ovini proveniente dall'estero e comporta un numero enorme di capi macellati, dalla provenienza incerta. La crescente sensibilità dell'opinione pubblica verso le condizioni di vita degli animali negli allevamenti intensivi ha portato molti consumatori a rinunciare al loro consumo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Le capre generalmente nascono in primavera e la tradizione di mangiare capretto a Pasqua è nata, prima che ci fossero frigoriferi e grande distribuzione, proprio dalla necessità di non sprecare carne. Non può dunque rappresentare un cibo quotidiano. E' importante scegliere con cura la provenienza, informarsi riguardo le tecniche di allevamento (prediligendo animali allevati all'aperto, poiché godono di migliori condizioni di vita e la loro alimentazione è basata unicamente sul pascolo) e premiare gli allevatori che rinunciano per due mesi alla produzione di latte per lasciarla al capretto (di modo da non nutrirlo con latte artificiale).</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">E' tanto più importante non sprecare carne se pensiamo che il <b>70% delle terre coltivabili del Pianeta è destinato alle produzioni animali e il 30% dei cereali coltivati servono a nutrirli.</b> L'eccessivo consumo di carni e il loro spreco sottrae terreni per la coltivazione di alimenti destinati al consumo umano. L'allevamento di bestiame è la causa del<b> 18% delle emissioni di gas serra </b>a livello globale. Produrre un kg di carne di manzo, ad esempio, vuol dire produrre 36,4 kg di CO2, l'equivalente delle emissioni medie di un'automobile che percorre 250 km.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><b>5. Divertiti con le ricette del riciclo. </b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><b><a href="https://1.bp.blogspot.com/-mKJoa4vWseM/Wrtt_YdS-4I/AAAAAAAAfmQ/rmeEKTHgwAU3xk07kW_pVjTPtNuAOJ4kACLcBGAs/s1600/meatballs-2023247__480.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="640" height="240" src="https://1.bp.blogspot.com/-mKJoa4vWseM/Wrtt_YdS-4I/AAAAAAAAfmQ/rmeEKTHgwAU3xk07kW_pVjTPtNuAOJ4kACLcBGAs/s320/meatballs-2023247__480.jpg" width="320" /></a></b></span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Le polpette sono senz'altro le regine del riciclo! Nella tradizione gastronomica ce ne sono di tutti i tipi: di verdure, di pane e formaggio, di carni miste per il recupero degli avanzi. Con la pasta avanzata è possibile realizzare una frittata, mentre con le verdure e i resti dei formaggi delle ottime torte salate. Avete mai provato a colazione la frittata di albumi e farina di avena con la frutta fresca?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-7iwH5gpDvWA/WrtuLu3erGI/AAAAAAAAfmY/XH3luzurlHc3TAQtiTjwSCOVyUMLcu2LQCLcBGAs/s1600/bottles-1868175__480.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="720" height="213" src="https://4.bp.blogspot.com/-7iwH5gpDvWA/WrtuLu3erGI/AAAAAAAAfmY/XH3luzurlHc3TAQtiTjwSCOVyUMLcu2LQCLcBGAs/s320/bottles-1868175__480.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><b>6. Conserva in modo intelligente.</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Il frigorifero non è uno stipatoio e, al fine di ottimizzare la conservazione, va organizzato con cura.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">La carne, ad esempio, deve essere collocata nel ripiano al di sopra del cassetto delle verdure, e, se macinata, va consumata nel giro di 24 h. I formaggi, invece, vanno conservati nella parte alta del frigo assieme agli affettati. La frutta e gli ortaggi, chiusi in sacchetti di carta, andranno conservati negli appositi cassetti in basso. Il pesce, se non viene consumato in giornata, va congelato.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Dunque l'idea migliore è quella di<b> congelare</b> immediatamente ciò che non consumerete nel giro di poco. Magari in confezioni monodose, sarete grati a voi stessi quando dovrete pensare al pranzo da portare in ufficio!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: inherit;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit; font-style: inherit;"><b><span style="font-style: inherit;">7. Riduci al minimo gli imballaggi, soprattutto quelli in plastica. </span></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit; font-style: inherit;"><b><span style="font-style: inherit;"><br /></span></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: inherit;">Su <b>#SaveHumansThursday </b>abbiamo parlato della plastica e delle sue conseguenza sull'ambiente </span><a href="http://ecobriciole.blogspot.it/2018/01/settimana-5-savehumansthursday-plastica.html" style="font-style: inherit;">qui</a><span style="font-style: inherit;"> e </span><a href="http://ecobriciole.blogspot.it/2018/01/microplastiche-in-mare-parte-2-dal.html" style="font-style: inherit;">qui</a><span style="font-style: inherit;">. Quando acquisti prediligi gli alimenti che non portano con se imballaggi ingombranti.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: inherit;"><br /></span></span></div>
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<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: inherit;"><br /></span></span></div>
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<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: inherit;"><br /></span></span></div>
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<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-yoqbqPREYio/WrtudQvv1FI/AAAAAAAAfmc/lGBa3C7oTlUYndMAaySvsJL7YXWsnC5owCLcBGAs/s1600/farmer-2008002__480.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="721" height="213" src="https://1.bp.blogspot.com/-yoqbqPREYio/WrtudQvv1FI/AAAAAAAAfmc/lGBa3C7oTlUYndMAaySvsJL7YXWsnC5owCLcBGAs/s320/farmer-2008002__480.jpg" width="320" /></a><span style="font-family: inherit;">Lo spreco alimentare rappresenta una contraddizione intollerabile a fronte dell'insicurezza alimentare di tanti esseri umani nel mondo e porta con sé un immenso, quanto inutile, consumo di risorse ambientali sempre più scarse e preziose. Per non parlare della gestione dei rifiuti. Ebbene si, gli sprechi diventano poi rifiuti da smaltire: in Italia il 3% dei consumi di energia sono imputabili allo spreco alimentare.</span></div>
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<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><b>Secondo la FAO i paesi industrializzati gettano nella pattumiera 222 milioni di tonnellate di cibo, la stessa quantità che viene prodotta per scopi alimentari nell'Africa Sub-Sahariana.</b> Non possiamo e non dobbiamo più ignorare questi dati.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<span style="font-family: inherit;"><span style="text-align: justify;">Se volete saperne di più su <b>#SaveHumansThursday</b>, un progetto creato da me e dalla collega e amica dott.ssa Livia Galletti, troverete tutte le informazioni <a href="http://ecobriciole.blogspot.it/2018/01/54-settimane-con-savehumansthursday.html">qui</a>.</span><span style="text-align: justify;"><br /></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="text-align: justify;"><br /></span></span>
<span style="text-align: justify;">Seguite gli aggiornamenti sulle nostre pagine Facebook <a href="https://www.facebook.com/francescadefilippis.biologonutrizionista" style="color: #7d181e; text-decoration-line: none;">dott.ssa Francesca De Filippis</a> e<a href="https://www.facebook.com/GallettiNutrizionista/" style="color: #7d181e; text-decoration-line: none;"> dott.ssa Livia Galletti</a>.</span><br />
<br />
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<br /></div>
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<br /></div>
<span style="text-align: justify;">Buona Pasqua a tutti e vi aspettiamo giovedì prossimo! </span><br />
<br />
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<b>Bibliografia:</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<ul>
<li>BCFN - <i>Lo spreco alimentare: cause, impatti e proposte</i> - giugno 2012</li>
</ul>
<ul>
<li>FAO - <i>Global Food Losses and Waste. Extent, Causes and Prevention</i> - 2011, available at:
<a href="http://www.fao.org/docrep/014/mb060e/mb060e00.pdf">http://www.fao.org/docrep/014/mb060e/mb060e00.pdf</a></li>
</ul>
<ul>
<li>FAO - <i>Food Wastage Footprint, Impacts on Natural Resources</i> - 2013, available at:
<a href="http://www.fao.org/docrep/018/i3347e/i3347e.pdf">http://www.fao.org/docrep/018/i3347e/i3347e.pdf</a></li>
</ul>
<ul>
<li>INEA - <i>Lo spreco alimentare in Italia</i> - 2014, Mipaaf</li>
</ul>
<ul>
<li>Segrè A -<i> LAST MINUTE MARKET</i> - 2010, Pendragon ed.</li>
</ul>
</div>
<br />
<div>
<span style="text-align: justify;"><br /></span></div>
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<br /></div>
ecobriciolehttp://www.blogger.com/profile/07549199608332406980noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1798192545379933842.post-17634024333000524962018-03-14T14:52:00.002-07:002018-03-14T14:52:52.030-07:00Il tempo delle fragole. Settimana 13 #SaveHumansThursday<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<i> </i><span style="background-color: white; color: #222222; text-align: start;"><i><span style="font-family: inherit;">Le fragole sono già arrivate sui banchi di ortofrutta, ma è questa la loro stagione? Coltivate in serra o in campo aperto, locali o importate, biologiche o convenzionali: quali sono le differenze per i consumatori e per l'ambiente?</span></i></span></div>
</div>
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<i><span style="font-family: inherit;"><br /></span></i></div>
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<a href="https://4.bp.blogspot.com/-3LgpbyPbi7E/WqjNZgywm6I/AAAAAAAAfFE/_zIN1selBMMpImUhs6HYaYPbTLtVkuHgACLcBGAs/s1600/pexels-photo-298696.jpeg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" data-original-height="350" data-original-width="528" height="212" src="https://4.bp.blogspot.com/-3LgpbyPbi7E/WqjNZgywm6I/AAAAAAAAfFE/_zIN1selBMMpImUhs6HYaYPbTLtVkuHgACLcBGAs/s320/pexels-photo-298696.jpeg" width="320" /></a><span style="font-family: inherit;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Sabato mattina, come di consueto, sono andata al mercato assieme dalla mia cagnolona Morgana. </span><span style="font-family: inherit;">Adoro girare tra le bancarelle e parlare con i commercianti (quelli che hanno scelto i loro prodotti, li hanno assaggiati e ne conoscono storia e origine, s'intende). Si impara moltissimo, provare per credere.</span></span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">E come ogni sabato ci siamo dirette verso il chiosco di ortofrutta di Valbona. Avvicinandomi vengo inesorabilmente attratta dai cestini di fragole che troneggiavano - bellissime - in mezzo a broccoli, cavolfiori, cime da rapa e bietole.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">- Valbona, le fragole al 10 di marzo? -</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">- Sono italiane, vengono dalla Calabria! - e vedendo la mia faccia poco convinta - Eh si! Sono di serra! -</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Per poi iniziare ad elencarmi la geografia della raccolta delle fragole lungo lo Stivale e le tecniche di coltivazione utilizzate regione per regione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">La tentazione l'ho avuta, sia chiaro. Fatto sta che mi sono ritrovata a casa con la mia scorta di cavoli, cicoria e arance. Per le fragole, visto che siamo a Bologna, aspetterò fine aprile. Quando arriveranno quelle di Cesena. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: inherit;">Ma le fragole non si trovano anche a dicembre? Quand'è che arriva il tempo delle fragole e da dove arrivano? </span></b><br />
<b><span style="font-family: inherit;"><br /></span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-LtNsxWvhPJo/WqjNvkUplbI/AAAAAAAAfFI/nNzxPnmaavUOCu91hN2WlwlgL0qUqYpNgCLcBGAs/s1600/strawberries-market-open-market-berries-115019.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" data-original-height="350" data-original-width="621" height="180" src="https://4.bp.blogspot.com/-LtNsxWvhPJo/WqjNvkUplbI/AAAAAAAAfFI/nNzxPnmaavUOCu91hN2WlwlgL0qUqYpNgCLcBGAs/s320/strawberries-market-open-market-berries-115019.jpeg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Dipende. Se vivete a Palermo potrete iniziare a gustarle prima, se, invece, vivete a Bolzano vi toccherà aspettare per qualche tempo. Com'è noto nella nostra Penisola ci sono climi differenti. Ma le variabili sono anche altre: il sistema di coltivazione (in <b>serra</b> o in<b> campo aperto</b>) e la <b>varietà</b>. Esistono infatti incroci con una varietà selvatica, la<i> Fragaria virginiana</i>, la cui fioritura non dipende dal numero di ore di luce della giornata, che, in virtù di questa caratteristica, fioriscono e fruttificano più a lungo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">E poi ci sono le <b>fragole d'importazione</b>, che in Italia arrivano principalmente da <b>Spagna</b>, <b>Marocco</b> ed <b>Egitto</b> il cui consumo è aumentato, negli ultimi anni, del 22%. E' da questi Paesi che proviene buona parte delle famigerate "fragole di Natale". Prodotto che, purtroppo, è immancabile sugli scaffali dei supermercati durante l'inverno. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Secondo i dati FAO riferiti al 2015 la Spagna detiene il primato di produzione in Europa, seguita da Polonia e Italia. Il <b>27%</b> della produzione italiana - sulla base dei dati ISTAT - avviene in <b>campo aperto</b>, dunque il <b>73%</b> delle fragole italiane viene coltivata in<b> serra</b>. Dal 2000 ad oggi il nostro Paese ha perso circa il 25% della produzione totale, in compenso le importazioni (soprattutto dalla Spagna) sono aumentate del 22%.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Secondo i dati del Centro Servizi Ortofrutticoli (CSO) in Emilia Romagna, invece, il 60% degli impianti è effettuato in campo aperto e il 40% delle fragole viene coltivato in serra. E' la varietà che determina la scelta tra produzione in serra o in campo aperto. Per esempio le varietà Sibilla (resistente alle patologie dell'apparato radicale) e Aprica si adattano bene anche alla coltivazione in campo. <b>In Romagna la raccolta inizia tra la metà e la fine di aprile (dipende dalle temperature) e prosegue fino a giugno.</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-Sl4eXRIfU6I/WqjN8skh_qI/AAAAAAAAfFQ/5A3UIZe92dwNY0FEbXaddgT3QJZwNQ5FwCLcBGAs/s1600/strawberries-fruit-red-sweet-106148.jpeg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" data-original-height="350" data-original-width="559" height="200" src="https://4.bp.blogspot.com/-Sl4eXRIfU6I/WqjN8skh_qI/AAAAAAAAfFQ/5A3UIZe92dwNY0FEbXaddgT3QJZwNQ5FwCLcBGAs/s320/strawberries-fruit-red-sweet-106148.jpeg" width="320" /></a><span style="font-family: inherit;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Le <b>fragole "precoci"</b> sono coltivate anche in Italia sotto <b>tunnel di plastica</b> che favoriscono la </span><span style="font-family: inherit;">maturazione, nonostante le temperature siano ancora basse. Nel Sud dello Stivale le prime vengono raccolte <b>a partire dalla fine di febbraio</b>, mentre al Nord si deve aspettare <b>aprile</b>. Dopo qualche settimana maturano anche le fragole coltivate<b> in campo aperto</b> che al Nord si trovano <b>da maggio a metà giugno</b>.</span></span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Fanno eccezione Trentino e Alto Adige dove la stagione comprende anche luglio e agosto.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">L'obbiettivo per il futuro è quello di produrre anche in Italia fragole per ogni stagione dell'anno, inverno incluso, sfruttando le caratteristiche di alcune varietà e le tecniche produttive. Di recente, ad esempio, in Calabria sono state sviluppate produzioni che possono offrire frutti anche a novembre e dicembre. Si tenta dunque di anticipare l'inizio della stagione e di posticiparne la fine, di modo da poter competere con i prodotti importati. A mio parare lo scopo, comprensibilissimo, delle aziende italiane è quello di ridurre le importazioni fuori stagione da Paesi come Egitto e Marocco e le conseguenti perdite economiche per l'agricoltura italiana, peraltro già elevate. E qui interviene il consumatore: abbiamo proprio bisogno di mangiare fragole in inverno? Vivremmo comunque benissimo se in inverno acquistassimo dalla Calabria e dalla Sicilia le arance, peraltro squisite, anziché le fragole. Sono i consumatori a fare il mercato, non viceversa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: inherit;">Per l'ambiente meglio il campo o la serra? </span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: justify;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-lwKAmziHy9U/WqjODN4lP_I/AAAAAAAAfFU/eTOt0d9EaG47cHCbSC7Vr-xDILlsZ-SYQCLcBGAs/s1600/800px-Strawberry_controlled_cultivationBy%2BGlysiak%2B%2528Own%2Bwork%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="532" data-original-width="800" height="212" src="https://1.bp.blogspot.com/-lwKAmziHy9U/WqjODN4lP_I/AAAAAAAAfFU/eTOt0d9EaG47cHCbSC7Vr-xDILlsZ-SYQCLcBGAs/s320/800px-Strawberry_controlled_cultivationBy%2BGlysiak%2B%2528Own%2Bwork%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">by Glysiak</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Le <b>colture protette</b> (in tunnel o in serra) vengono utilizzate per proteggere le piante da stress biotici e abiotici, controllare lo sviluppo delle piante e destagionalizzare la produzione (ma vengono utilizzate anche durante la naturale stagione). Le loro criticità, sulla base delle attuali tecnologie, sono connesse soprattutto a:</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><b>impiego di materiali plastici</b> di copertura e il conseguente smaltimento di ingenti quantitativi di plastica, circa 5.000 kg per ettaro per anno. Abbiamo parlato dei problemi connessi allo smaltimento della plastica <a href="http://ecobriciole.blogspot.it/2018/01/settimana-5-savehumansthursday-plastica.html">qui</a> e <a href="http://ecobriciole.blogspot.it/2018/01/microplastiche-in-mare-parte-2-dal.html">qui</a>;</span></li>
</ul>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">il<b> ricorso a impianti di riscaldamento</b> (il combustibile più diffuso è il gasolio) e le conseguenti emissioni gassose nell'ambiente. In Italia viene calcolato che, per la sola climatizzazione, il consumo diretto di energia si aggira sull'ordine
di 140.000 TEP (Tonnellate Equivalenti di
Petrolio). In Olanda in serra riscaldata (fuori stagione) vengono
rilasciate 800 tonnellate di CO2 per ettaro per anno;</span></li>
</ul>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">difficoltà nello smaltimento dei <b>substrati non riutilizzabili</b> (come la lana di roccia) e delle soluzioni nutritive non riciclate nelle coltivazioni fuori suolo;</span></li>
</ul>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">uso di maggiori quantità di <b>fitofarmaci</b> (insetticidi, fungicidi ed erbicidi) che avviene sulla base di calendari preventivi. L’impiego di questi prodotti, circa
un centinaio di principi attivi autorizzati per coltura,
potrebbe creare problemi di ordine tossicologico/ambientale e per il 30/50% vengono dispersi nell'aria;</span></li>
</ul>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><b>fertilizzanti</b> spesso utilizzati, unitamente all'acqua, in dosi eccessive rispetto ai bisogni della pianta e conseguenti rischi di salinizzazione del suolo e accumulo di nitrati nelle falde. Secondo alcuni studi il 50% di azoto e fosforo somministrati non vengono assorbiti dalle piante, ma vanno ad inquinare gli ecosistemi.</span></li>
</ul>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Bisogna tuttavia sottolineare che, rispetto alle colture in pieno campo, l'uso delle serre (se ottimizzate e sottoposte a corretta manutenzione) potrebbe comportare una maggiore efficienza nell'uso dell'acqua. In Nord Europa è stata migliorata di 5 volte l'efficienza d'usa dell'acqua. In una tipica serra mediterranea una coltura di pomodoro utilizza in media 1/3 dell'acqua necessaria per le produzioni in pieno campo. </span></div>
</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">La <b>carbon footprint delle fragole</b> (ossia la quantità dei diversi gas serra emessi perché arrivino sulle nostre tavole) varia sulla base dei <b>sistemi di coltivazione utilizzati</b> (tunnel in plastica, serre, campo aperto e utilizzo di diversi substrati) e dalla<b> regione di produzione</b>. I principali responsabili delle maggiori emissioni di gas a effetto serra sembrano essere la produzione e lo smaltimento dei materiali plastici, dei substrati utilizzati e dei pesticidi.</span></div>
</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><b>Secondo una studio condotto sulle fragole provenienti dalla Spagna, ad esempio, la produzione è responsabile del 41% delle emissioni, il restante 59% dipende da trasporto, distribuzione e sprechi domestici.</b></span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: inherit;">Km 0 o fragole viaggiatrici?</span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-qpnJHGS4PJg/WqjOHvC51II/AAAAAAAAfFY/xyfR2GLIlE0Eg2i59sXMFoJCIhIEb_0LwCLcBGAs/s1600/pexels-photo.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" data-original-height="350" data-original-width="526" height="212" src="https://1.bp.blogspot.com/-qpnJHGS4PJg/WqjOHvC51II/AAAAAAAAfFY/xyfR2GLIlE0Eg2i59sXMFoJCIhIEb_0LwCLcBGAs/s320/pexels-photo.jpg" width="320" /></a><span style="font-family: inherit;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Il Sustainable Europe Research Institute (SERI) ha condotto uno studio comparativo tra le emissioni </span><span style="font-family: inherit;">di diossido di carbonio connesse al trasporto merci di ortofrutta locale e importata in Austria. Le emissioni legate alla produzione di fragole e al trasporto su strada dalla Spagna sono risultate 38 volte maggiori rispetto alla produzione e trasporto all'interno del Paese.</span></span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Secondo uno studio condotto in Inghilterra una riduzione del 75% delle importazioni di mele, ciliege, fragole, aglio e piselli da Paesi non europei (alimenti trasportati in aereo e naturalmente refrigerati) potrebbe comportare una riduzione delle emissioni di 87 kilotonellate di CO2 equivalenti ogni anno.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><b>Venendo all'Italia, 1 kg di fragole prodotte e trasportate dal Sud Africa in aereo portano all'emissione di 11,7 kg di anidride carbonica. La stessa quantità prodotta e trasportata in Italia comporta, invece, l'emissione di 0,3 Kg di anidride carbonica.</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Va detto che il trasporto incide poco sui costi e non è pertanto disincentivato. Il costo per l'ambiente è invece decisamente elevato.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: inherit;">Le fragole biologiche hanno un minore impatto sull'ambiente?</span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: inherit;"><br /></span></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-bw3tZyeoPow/WqjOP05BsYI/AAAAAAAAfFc/nPhuY0EIYsk5_oNZviD6jKq7EZIPlIf6gCLcBGAs/s1600/strawberries-1869284_960_720.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="960" height="240" src="https://1.bp.blogspot.com/-bw3tZyeoPow/WqjOP05BsYI/AAAAAAAAfFc/nPhuY0EIYsk5_oNZviD6jKq7EZIPlIf6gCLcBGAs/s320/strawberries-1869284_960_720.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Dipende. L'impatto ambientale complessivo dei vari prodotti va valutato caso per caso. Attraverso il metodo biologico vengono prodotti alimenti con pratiche quanto più sostenibili possibile con l'obbiettivo, tra gli altri, di prevenire la perdita di biodiversità e l'impoverimento del suolo. Tuttavia l'impatto ambientale di un alimento dipende da diversi fattori quali consumo di acqua, energia e suolo, emissioni di gas a effetto sera, uso di pesticidi e fertilizzanti nonché trasporti. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Se la coltivazione è in serra, poiché fuori stagione, non ci sono vantaggi rilevanti per l'ambiente. Senza contare i trasporti che vengono effettuati su mezzi refrigerati. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: inherit;">Residui di pesticidi nei prodotti comunitari e non comunitari</span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: inherit;"><br /></span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Secondo un recente report dell'EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) la maggiore prevalenza di residui di pesticidi al di sopra del Maximum Residue Level (MRL, ovvero il massimo livello di un residuo di pesticidi legalmente accettato nel cibo e nei mangimi) viene osservata nei prodotti importati da Paesi non comunitari. Le fragole sono, tra i prodotti analizzati, quello col più alto tasso di eccedenza rispetto ai limiti fissati. Questi pesticidi sono tutti autorizzati, il problema è nelle dosi. Si parla, ad esempio, di fragole importate dalla Cina o dall'Egitto (in quest'ultimo caso il 10% dei prodotti esaminati superano i limiti).</span><b><span style="font-family: inherit;"><br /></span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-8sp-YEvkv9s/WqjOWn-PBVI/AAAAAAAAfFg/d_JH_oDbrxcsxYFULzByRtw38oRxyq0YgCLcBGAs/s1600/snail-shell-mollusk-close-40378.jpeg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" data-original-height="350" data-original-width="507" height="220" src="https://2.bp.blogspot.com/-8sp-YEvkv9s/WqjOWn-PBVI/AAAAAAAAfFg/d_JH_oDbrxcsxYFULzByRtw38oRxyq0YgCLcBGAs/s320/snail-shell-mollusk-close-40378.jpeg" width="320" /></a><span style="font-family: inherit;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Per concludere, anche quando non è possibile acquistare prodotti biologici, ciò che conta è scegliere </span><span style="font-family: inherit;">prodotti:</span></span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<br />
<ul>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><b>di stagione (quella vera)</b>, di modo da limitare l'uso delle serre e i consumi di energia;</span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><b>non imballati in plastica</b> per ridurre i rifiuti e le emissioni di gas serra;</span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><b>a km 0</b> di modo da ridurre le emissioni inquinanti.</span></li>
</ul>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: inherit;"><br /></span></b></div>
<br />
<div style="background-color: #fefdfa; color: #060606; line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: inherit;">Se volete saperne di più su <b>#SaveHumansThursday</b>, un progetto creato da me e dalla collega e amica dott.ssa Livia Galletti, troverete tutte le informazioni <a href="http://ecobriciole.blogspot.it/2018/01/54-settimane-con-savehumansthursday.html" style="color: #7d181e; text-decoration-line: none;">qui</a>.</span></span><span style="font-family: inherit;"><br /></span><span style="font-family: inherit;">Seguite gli aggiornamenti sulle nostre pagine Facebook <a href="https://www.facebook.com/francescadefilippis.biologonutrizionista" style="color: #7d181e; text-decoration-line: none;">dott.ssa Francesca De Filippis</a> e<a href="https://www.facebook.com/GallettiNutrizionista/" style="color: #7d181e; text-decoration-line: none;"> dott.ssa Livia Galletti</a>.</span><span style="color: black;"><span style="font-family: inherit;">Vi aspettiamo giovedì prossimo! </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Bibliografia</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<ul>
<li style="text-align: justify;">European Food Safety Authority - <i>The 2013 European Union report on pesticide residues in food</i> - EFSA Journal, 2015; 13(3): 4038, 169 pp;</li>
<li style="text-align: justify;">International Trade Centre UNCTAD/WTO - <i>Airfreight Transport of Fresh Fruit and Vegetables : A Review of the Environmental
Impact and Policy Options - </i>Geneva: ITC, 2007. vi, 50 p.
Doc. No. MDS-07-136.E;</li>
<li style="text-align: justify;">Michalsky M, Peter S - <i>Greenhouse gas emissions of imported and locally produced fruit and vegetable commodities: A quantitative assessment - </i>Environmental Science & Policy, 2015; 48: 32-43;</li>
<li style="text-align: justify;">Mordini M, Nemecek T, Gaillard G - <i>Carbon & Water Footprint of
Oranges and Strawberries
A Literature Review -</i> December 2009, Federal Department of Economic Affairs FDEA
Agroscope Reckenholz-Tänikon Research Station ART Swiss Confederation;</li>
<li style="text-align: justify;">Salvato M (a cura di) - <i>Manuale di orticoltura: la serra sostenibile</i> - 2011, P.A.N. edizioni</li>
</ul>
<br />
<div>
<span class="title-text" style="box-sizing: border-box; margin: 0px; padding: 0px;">
</span>
<div style="box-sizing: border-box; color: #505050; font-family: Arial, Helvetica, "Lucida Sans Unicode", "Microsoft Sans Serif", "Segoe UI Symbol", STIXGeneral, "Cambria Math", "Arial Unicode MS", sans-serif; margin: 0px; padding: 0px; text-align: left;">
<span class="title-text" style="box-sizing: border-box; margin: 0px; padding: 0px;"><br /></span></div>
<span class="title-text" style="box-sizing: border-box; margin: 0px; padding: 0px;">
<div style="box-sizing: border-box; color: #505050; font-family: Arial, Helvetica, "Lucida Sans Unicode", "Microsoft Sans Serif", "Segoe UI Symbol", STIXGeneral, "Cambria Math", "Arial Unicode MS", sans-serif; margin: 0px; padding: 0px; text-align: left;">
<br /></div>
<div style="box-sizing: border-box; color: #505050; font-family: Arial, Helvetica, "Lucida Sans Unicode", "Microsoft Sans Serif", "Segoe UI Symbol", STIXGeneral, "Cambria Math", "Arial Unicode MS", sans-serif; margin: 0px; padding: 0px; text-align: left;">
<br /></div>
<div style="box-sizing: border-box; color: #505050; font-family: Arial, Helvetica, "Lucida Sans Unicode", "Microsoft Sans Serif", "Segoe UI Symbol", STIXGeneral, "Cambria Math", "Arial Unicode MS", sans-serif; margin: 0px; padding: 0px; text-align: center;">
<br /></div>
</span></div>
ecobriciolehttp://www.blogger.com/profile/07549199608332406980noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1798192545379933842.post-75322197430757715702018-03-05T15:25:00.003-08:002018-03-05T15:33:59.150-08:00Pillole di Nutraceutica. Il burro di nocciole fatta in casa<div style="text-align: center;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>Come scegliere la crema di nocciole o come prepararla a casa?</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>Le nocciole sono amiche del cuore e contribuiscono ad abbassare i livelli ematici di colesterolo </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-HpwFdNwLl20/Wp3DIv3bJgI/AAAAAAAAex8/alpkf4yZalIQXoHpfCfrsCKidchgkOtlQCLcBGAs/s1600/share_temporary.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" data-original-height="735" data-original-width="980" height="239" src="https://1.bp.blogspot.com/-HpwFdNwLl20/Wp3DIv3bJgI/AAAAAAAAex8/alpkf4yZalIQXoHpfCfrsCKidchgkOtlQCLcBGAs/s320/share_temporary.jpg" width="320" /></a><br />
<div style="text-align: justify;">
- Dottoressa, dovrebbe inventare una crema di <b>nocciole</b> che non fa ingrassare! -</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L'accorato appello è senz'altro la richiesta più frequente che ha caratterizzato gli ultimi 12 anni della mia vita. Ammetto di non aver ancora trovato una soluzione per l'annosa questione, ma non mi arrendo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nel frattempo come scegliere la <b>crema di nocciole</b>?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Partendo dall'ingrediente principale, ovvero la <b>pasta di nocciole</b>. Consiglio di orientarsi su prodotti che indichino in etichetta, come primo ingrediente, la pasta di nocciole e non lo <b>zucchero</b> (che spesso può arrivare a rappresentare più del 50% del prodotto). Gli ingredienti sono indicati per ordine decrescente di quantità, il primo dell'elenco è il più abbondante. Nei prodotti in commercio possono essere inoltre presenti oli vegetali, anche saturi, aggiunti per aumentarne la fluidità. Il risultato è spesso un prodotto con tenore proteico inferiore a quello della nocciola, profilo lipidico qualitativamente inferiore e con un elevato impatto glicemico. Ovvero stimola in maniera massiccia la secrezione di insulina e la fame torna in poco tempo. La stragrande maggioranza dei lettori lo avrà provato su di sé.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-VuojSS1OV3Y/Wp3DQwvBwzI/AAAAAAAAeyA/3zrdfEUkLgoiRf5EbOTRYjqVqdMkg39ZgCLcBGAs/s1600/shells-3036106__340.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" data-original-height="340" data-original-width="567" height="191" src="https://2.bp.blogspot.com/-VuojSS1OV3Y/Wp3DQwvBwzI/AAAAAAAAeyA/3zrdfEUkLgoiRf5EbOTRYjqVqdMkg39ZgCLcBGAs/s320/shells-3036106__340.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
In alternativa possiamo preparare, per iniziare, del <b>burro o pasta di nocciole</b> con le nostre manine. La pasta di nocciole è una crema spalmabile prodotta unicamente con le nocciole e può essere facilmente realizzata anche a partire da mandorle, anacardi, pistacchi, ecc.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Cosa serve?</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nocciole, un forno e un mixer. Null'altro.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il <b>procedimento</b> è semplicissimo:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<ul>
<li style="text-align: justify;">tostate le nocciole a 180 °C per circa 5-6 minuti. Io non le ho pelate, più avanti vi spiegherò il perché. Il tempo di tostatura deve essere ridotto per evitare eccessive alterazioni a carico dei grassi insaturi e sul contenuto di vitamina E;</li>
<li style="text-align: justify;">lasciatele raffreddare;</li>
<li style="text-align: justify;">mettetele nel boccale del mixer e frullate a più riprese (onde evitare di fondere il motore). Io ho frullato alla massima potenza per 30 secondi, lasciando riposare il composto per 10 minuti, per poi tornare a frullare. Prima si otterrà una granella e via via un'emulsione densa. Non è necessario aggiungere olio poiché per ottenere una consistenza cremosa sono sufficienti i grassi naturalmente contenuti nelle nocciole. </li>
</ul>
<div style="text-align: justify;">
Finito! Semplicissimo, non credete? Potete conservare la <b>crema di nocciole al 100%</b> in un barattolo di vetro in frigorifero. E' ottima e naturalmente dolce anche così, ma può essere utilizzata come base per preparare una nocciolata casalinga, dolci (in alternativa al burro) o anche per insaporire il caffè o lo yogurt. A breve pubblicherò alcune ricette!</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Le nocciole sono amiche del <b>cuore </b>e contribuiscono ad abbassare i livelli ematici di <b>colesterolo </b>grazie al loro di contenuto di:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div>
<ul><a href="https://2.bp.blogspot.com/-UxQsOqruCJo/Wp3DXuSV1CI/AAAAAAAAeyE/u7QzwiV48KUjYwSNuAxNuhlsynt6myvvwCLcBGAs/s1600/hazelnut-1098182__340.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" data-original-height="340" data-original-width="510" height="213" src="https://2.bp.blogspot.com/-UxQsOqruCJo/Wp3DXuSV1CI/AAAAAAAAeyE/u7QzwiV48KUjYwSNuAxNuhlsynt6myvvwCLcBGAs/s320/hazelnut-1098182__340.jpg" width="320" /></a>
<li style="text-align: justify;"><b>fitosteroli </b>che, simili al colesterolo animale, interferiscono con l'assorbimento del colesterolo alimentare sostituendosi ad esso. I fitosteroli resistono molto bene alla tostatura;</li>
</ul>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><b>vitamina E</b> che possiede proprietà antiossidanti e riduce il rischio di diabete di tipo 2, ipertensione, tumori, contrasta il declino cognitivo (malattia di Alzheimer) e modula i processi di invecchiamento. 28 nocciole (30 g) apportano più della metà del fabbisogno giornaliero di vitamina E;</li>
</ul>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><b>grassi insaturi</b>. Le nocciole sono costituite per il 60% da grassi per lo più comparabili a quelli contenuti nell'olio extravergine di oliva. Si tratta, infatti, prevalentemente di acido oleico (82%), acido grasso monoisaturo noto per il suo effetto ipolipemizzante. Secondo alcuni studi sarebbe in grado, assieme alla vitamina E, di contrastare la perossidazione lipidica. Dunque, contrariamente a quanto comunemente si crede, diete ricche di grassi di buona qualità sono in grado di migliorare il profilo lipidico di coloro che soffrono di ipercolesterolemia più delle diete a ridotto contenuto di grassi;</li>
</ul>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><b>polifenoli </b>e in particolare flavonoidi, che contribuiscono a mantenere le arterie elastiche e la cui azione antiossidante è sinergica con quella della vitamina E. Sono contenuti per il 50% nella cuticola (che è il perisperma), che spesso viene scartata, e la loro presenza è maggiore se le nocciole vengono tostate;</li>
</ul>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><b>fibra</b>. Una porzione di nocciole da 30 g fornisce il 10% del fabbisogno quotidiano di fibra che riduce l'assorbimento intestinale del colesterolo alimentare. </li>
</ul>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Pronti a preparare la nocciolata a casa?</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<div>
<b>Bibliografia:</b></div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br />
<ul>
<li><span style="font-family: inherit;">Di Renzo L et al - <i>Post-prandial effects of hazelnut-enriched high
fat meal on LDL oxidative status, oxidative
and inflammatory gene expression of healthy
subjects: a randomized trial </i>- European Review for Medical and Pharmacological Sciences, 2017; 21: 1610-1626;</span></li>
</ul>
<ul>
<li><span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white;">Pelvan E et al - </span><i>Phenolic profiles and antioxidant activity of Turkish Tombul hazelnut samples (natural, roasted, and roasted hazelnut skin)</i> - Food Chem, 2018, Apr 1;244:102-108;</span></li>
</ul>
<ul>
<li><span style="font-family: inherit;">Perna S et al - <i>Effects of Hazelnut Consumption on Blood Lipids and Body Weight: A Systematic Review and Bayesian Meta-Analysis </i>- Nutrients 2016, 8, 747; doi:10.3390/nu8120747.</span></li>
</ul>
</div>
<br />
<div>
<span style="font-size: 11.0045px;"><br /></span></div>
<br />
<div>
<br /></div>
ecobriciolehttp://www.blogger.com/profile/07549199608332406980noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1798192545379933842.post-8555898317710566922018-02-28T16:59:00.001-08:002018-03-01T03:25:39.593-08:00Quali gamberi portare in tavola (parte 2)? Le specie del Mediterraneo: consigli per un acquisto consapevole. Settimana 11 #SaveHumansThursday<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: inherit;">Gli italiani consumano più gamberi di quanti sia possibile reperirne nel Mediterraneo. </span>Il Mediterraneo è in grado di sostenere i nostri attuali consumi? Quali tecniche di pesca vengono utilizzate e quale impatto hanno sugli ecosistemi marini? Di quali informazioni abbiamo bisogno quando acquistiamo i gamberetti?</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-FhPHXsw7Mn0/WpdGRvXDR7I/AAAAAAAAekc/ZSJO9klCwewXflEM6P8AwjiZFwqEkHjqwCLcBGAs/s1600/inizio.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="960" height="240" src="https://2.bp.blogspot.com/-FhPHXsw7Mn0/WpdGRvXDR7I/AAAAAAAAekc/ZSJO9klCwewXflEM6P8AwjiZFwqEkHjqwCLcBGAs/s320/inizio.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Non chiamateli semplicemente <b>gamberi</b>, anche se all'apparenza si assomigliano tutti. Hanno 10 zampe, lo stesso numero di segmenti corporei e sono fra loro parenti (parentela condivisa anche con granchi, canocchie e paguri, non si scappa). </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Si tratta di numerose specie di mare e di acqua dolce ricercatissime in Europa, Giappone e USA, i maggiori consumatori al mondo. Tanto che <b>il consumo europeo viene coperto per il 61% da prodotti di importazione</b>. Per quanto riguarda il mercato italiano si tratta soprattutto di crostacei provenienti da Ecuador, Argentina, India, Nord Europa, Thailandia e Vietnam. <b>Gamberetti boreali</b> pescati in Nord Europa o <b>gamberetti tropicali</b> pescati o allevati. L<span style="background-color: #fefdfa; color: #060606; text-align: center;">'allevamento dei gamberetti tropicali è una delle principali cause del disboscamento delle foreste di mangrovie, complessi ecosistemi centrali per la sicurezza di uomini, territorio e fauna. Su Ecobriciole ne abbiamo parlato in <a href="http://ecobriciole.blogspot.it/2018/02/quali-gamberi-portare-in-tavola-parte-1.html">questo articolo</a> per il progetto <b>SaveHumansThursday</b>.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Un numero sempre maggiore di consumatori, sensibilizzati su tali questioni, si orienta sul pescato del Mediterraneo. Ma la scelta può non essere così semplice e le questioni da dirimere non sono poche. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il Mediterraneo è in grado di sostenere i nostri attuali consumi? Quali tecniche di pesca vengono utilizzate e quale impatto hanno sugli ecosistemi marini? Di quali informazioni abbiamo bisogno quando acquistiamo i gamberetti?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: #fefdfa; color: #060606; text-align: center;">I crostacei sono al secondo posto tra le specie ittiche preferite dagli italiani, che ne consumano 133.000 tonnellate all'anno. L'Italia è al quarto posto tra i produttori europei con la cattura di 25.000 tonnellate all'anno, costituite principalmente da gamberi bianchi, canocchie, scampi e gamberi rossi. Ma le importazioni sono 4 volte maggiori! <b>Gli Italiani consumano dunque più crostacei di quanti sia possibile reperirne nel Mediterraneo</b>. Di overfishing - o sovrapesca - abbiamo parlato in <a href="http://ecobriciole.blogspot.it/2018/01/settimana-3-savehumansthursday.html">questo articolo</a>.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: #fefdfa; color: #060606; text-align: center;"><br /></span></span></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>PER INIZIARE: GAMBERI PESCATI O ALLEVATI?</b></div>
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<b><br /></b></div>
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<b><br /></b></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-_Ked62vo1bI/WpdGonNE0oI/AAAAAAAAekg/j72pmuSdkg0a9R-w7fjESvmmXZ_swvIpACLcBGAs/s1600/NOAA.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="793" data-original-width="1600" height="158" src="https://2.bp.blogspot.com/-_Ked62vo1bI/WpdGonNE0oI/AAAAAAAAekg/j72pmuSdkg0a9R-w7fjESvmmXZ_swvIpACLcBGAs/s320/NOAA.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">By NOAA</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
La produzione di crostacei rappresenta circa il 6% del pescato nazionale. Per i gamberi, che vivono sui fondali, <b>la tecnica di pesca principale è quella a strascico</b>, destino condiviso da merluzzi, triglie, polpi, moscardini bianchi, calamaro mediterraneo e totani.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Il 30% della flotta peschereccia italiana pratica la pesca a strascico</b>, una delle tecniche più dannose, basata sull'utilizzo di reti zavorrate che raschiano i fondali marini distruggendoli e rastrellando tutto ciò che trovano lungo il loro percorso. Pesci, crostacei, coralli. Molte specie vengono raccolte senza ragione. </div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-xzHK-vB3Xlk/WpdG-jKsWbI/AAAAAAAAeko/-SyevEBwLbQ8troRW85GiodsP-rXXNIzQCLcBGAs/s1600/noaa%2B%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1060" data-original-width="1600" height="212" src="https://4.bp.blogspot.com/-xzHK-vB3Xlk/WpdG-jKsWbI/AAAAAAAAeko/-SyevEBwLbQ8troRW85GiodsP-rXXNIzQCLcBGAs/s320/noaa%2B%25282%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">By NOAA</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Le tecniche di pesca non selettive causano ogni anno 38,5 milioni di tonnellate di <b>catture accidentali</b>. Circa il 40% del pescato mondiale è rappresentato da animali marini che vengono catturati in modo non intenzionale. Spesso vengono scandalosamente rigettati in mare morti, moribondi o gravemente feriti. Stiamo parlando di esemplari giovani, specie non ricercate ma anche di 300.000 tra delfini e piccole balene, 250.000 tartarughe marine, 300.00 uccelli marini. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nell'ottobre del 2017, ad esempio, a largo della costa di Lignano Sabbiadoro, sono state catturate otto giovani tartarughe <i>Caretta caretta</i> in una sola bordata di pesca a strascico. Ma sono state fortunate, il comandate del peschereccio, che aveva già collaborato con il progetto TartaLife, ha avvisato le autorità. E le tartarughe sono tornate al mare. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>L'altra tecnica di pesca utilizzata è quella delle nasse</b>, principalmente legata al mercato artigianale. E' meno invasiva sugli ecosistemi marini, tuttavia non permetterebbe di soddisfare le attuali richieste del mercato. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Uno strumento nelle mani dei consumatori è la Certificazione di Prodotti da Pesca e Acquacoltura Sostenibile (<b>Friend of the Sea</b>), un programma internazionale che certifica prodotti provenienti sia da acquacoltura che da pesca selvaggia, verificando che l'origine sia conforme a criteri di sostenibilità. </div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #fefdfa; color: black; font-family: inherit; font-size: 13px;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
E poi ci sono gli <b>allevamenti</b>. In Europa la gambericoltura ha mosso i suoi primi passi alla fine degli anni 60 e, dopo un primo periodo di forte impulso, ha conosciuto un notevole rallentamento per via della difficoltà a reperire aree adeguate, per i costi elevati ma anche per la resistenza ad introdurre specie non autoctone.</div>
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<b>SI FA PRESTO A DIRE GAMBERO! QUALI SPECIE VENGONO PESCATE NEL MEDITERRANEO?</b></div>
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<b><br /></b></div>
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<b><br /></b></div>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-j8Nelg3JInY/WpdHjqGDIDI/AAAAAAAAek8/l1BlqAORe3IGz_dfVFekfw6UMpVq7nFKQCLcBGAs/s1600/mazzancolla_By%2BRafael%2BOrtega%2BD%25C3%25ADaz%2B%2528Own%2Bwork%2529.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" height="150" src="https://4.bp.blogspot.com/-j8Nelg3JInY/WpdHjqGDIDI/AAAAAAAAek8/l1BlqAORe3IGz_dfVFekfw6UMpVq7nFKQCLcBGAs/s200/mazzancolla_By%2BRafael%2BOrtega%2BD%25C3%25ADaz%2B%2528Own%2Bwork%2529.JPG" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">By Rafael Ortega Díaz</td></tr>
</tbody></table>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><b>Mazzancolla</b> (<i>Penaeus kerathurus</i>), nota anche come gambero imperiale. Pescata nel Mediterraneo, in particolare nel Mare Adriatico. Vive sui fondali sabbiosi e fangosi in prossimità della costa. La colorazione è rosa-marrone con una striscia azzurra nell'ultimo tratto della coda, può raggiungere i 20 cm di lunghezza. Stagionalità: da febbraio a aprile e da settembre a dicembre. </li>
</ul>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-jIWojxbffkc/WpdHxVcg6PI/AAAAAAAAelE/NfskNW8yk-07oePdZTvHjKFoAS1B57NQACLcBGAs/s1600/Scampo_%25C2%25A9%2BHans%2BHillewaert.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" height="150" src="https://3.bp.blogspot.com/-jIWojxbffkc/WpdHxVcg6PI/AAAAAAAAelE/NfskNW8yk-07oePdZTvHjKFoAS1B57NQACLcBGAs/s200/Scampo_%25C2%25A9%2BHans%2BHillewaert.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">© Hans Hillewaert</td></tr>
</tbody></table>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><b>Scampo </b>(<i>Nephrops norvegicus</i>). Pescato nel Mediterraneo, soprattutto nel Mar Ligure, Adriatico e Tirreno. Vive sui fondali sabbiosi e fangosi attorno ai 300 metri di profondità. Lo riconoscerete per via delle chele e del colore rosato. Raggiunge circa i 20 cm. Stagionalità: da marzo a luglio.</li>
</ul>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-2KqhesYQ0DI/WpdIH5DliyI/AAAAAAAAelM/FvAXO70eiswpNJE4jCk7O8rtSfAr6iC_ACLcBGAs/s1600/gamberorosa_By%2BCalapito%2B%2528Own%2Bwork.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" height="150" src="https://2.bp.blogspot.com/-2KqhesYQ0DI/WpdIH5DliyI/AAAAAAAAelM/FvAXO70eiswpNJE4jCk7O8rtSfAr6iC_ACLcBGAs/s200/gamberorosa_By%2BCalapito%2B%2528Own%2Bwork.JPG" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">By Calapito</td></tr>
</tbody></table>
<ul>
<li><b>Gambero rosa</b> (<i>Parapenaeus longirostris</i>). Zona di pesca: Mediterraneo soprattutto Mar Ligure, Tirreno, Ionio e Canale di Sicilia. Il colore è rosa chiaro, con sfumature violacee sul carapace. La taglia massima è di 19 cm. Stagionalità: da marzo a giugno.</li>
</ul>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-cRJ4tP4EXXI/WpdIYjKx4qI/AAAAAAAAelQ/95YMMbW_0HICUOtu01DsKQIdzMypRlRSwCLcBGAs/s1600/grigio-By%2BDaderot.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="775" height="154" src="https://1.bp.blogspot.com/-cRJ4tP4EXXI/WpdIYjKx4qI/AAAAAAAAelQ/95YMMbW_0HICUOtu01DsKQIdzMypRlRSwCLcBGAs/s200/grigio-By%2BDaderot.JPG" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">By Daderot</td></tr>
</tbody></table>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><b>Gambero grigio</b> (<i>Crangon crangon</i>). Pescato nel Mediterraneo. Vive sui fondali sabbiosi in prossimità delle coste entro i 200 m di profondità, ma anche nelle lagune e negli estuari. E' tra i più piccoli, appena 5 cm. Stagionalità: durante i mesi freddi e primaverili.</li>
</ul>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-LoZmN1xmSlQ/WpdIoxFJwHI/AAAAAAAAelY/HfrMgNmdUb0F6u_DY7_USP2P94loxx7RQCLcBGAs/s1600/viola_By%2BPasqual%2BBroch.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="450" height="200" src="https://4.bp.blogspot.com/-LoZmN1xmSlQ/WpdIoxFJwHI/AAAAAAAAelY/HfrMgNmdUb0F6u_DY7_USP2P94loxx7RQCLcBGAs/s200/viola_By%2BPasqual%2BBroch.JPG" width="150" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">By Pasqual Broch</td></tr>
</tbody></table>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><b>Gambero viola</b> (<i>Aristeus antennatus</i>). Area di pesca: Mediterraneo, in particolare Mar Ligure, Tirreno, Ionio e Mare di Sicilia. Vive sui fondali fangosi fra i 200 e i 1000 metri di profondità. Dimensioni 10-18 cm. Il colore è rosso con sfumature tendenti al viola e all'azzurro. Stagionalità: fine primavera-fine autunno.</li>
</ul>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-Kg0IYYkXJJk/WpdI4dZhylI/AAAAAAAAelg/Jfk9v3MzcAcGNHJSHsAsXvTttEjTK_3dQCLcBGAs/s1600/Gambero_rosso_By%2BCiva61%2B%2528Own%2Bwork%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="879" data-original-width="491" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-Kg0IYYkXJJk/WpdI4dZhylI/AAAAAAAAelg/Jfk9v3MzcAcGNHJSHsAsXvTttEjTK_3dQCLcBGAs/s200/Gambero_rosso_By%2BCiva61%2B%2528Own%2Bwork%2529.jpg" width="111" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">By Civa61</td></tr>
</tbody></table>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><b>Gambero rosso</b> (<i>Aristaeomorpha foliacea</i>). Area di pesca: tutto il Mediterraneo tranne il medio e alto Adriatico. La marineria di Mazara del Vallo ne ha fatto il suo emblema, specializzandosi nella pesca di questo crostaceo. Vive ad una profondità tra i 200 e i 1000 metri. Il colore è rosso intenso e la taglia raggiunge i 20-23 cm. Stagionalità: da maggio a settembre.</li>
</ul>
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<b>IN PESCHERIA: COSA E' IMPORTANTE SAPERE?</b></div>
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<b><br /></b></div>
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<b><br /></b></div>
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-ov-OdV_t944/WpdJNW8AZHI/AAAAAAAAelk/iUvBDEKVovcwXEzL5fOSsEztPFC1xh5GQCLcBGAs/s1600/fish-shop-1111293_960_720.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="638" data-original-width="960" height="212" src="https://1.bp.blogspot.com/-ov-OdV_t944/WpdJNW8AZHI/AAAAAAAAelk/iUvBDEKVovcwXEzL5fOSsEztPFC1xh5GQCLcBGAs/s320/fish-shop-1111293_960_720.jpg" width="320" /></a></div>
<div>
<ul>
<li><b style="text-align: justify;">Imbrunimento. </b><span style="text-align: justify;">I gamberi sono i prodotti ittici per i quali è maggiormente difficile riconoscere il livello di freschezza. Vanno incontro ad un deterioramento molto veloce, tendono ad annerirsi a un giorno dalla cattura ma sono ancora ottimi per tre giorni. Per questa ragione la scelta di prodotti congelati a bordo della nave, immediatamente dopo la pesca, potrebbe essere una buona soluzione per i meno esperti. E' importante che la testa non si stacchi troppo facilmente e che i gamberi non emanino un marcato odore di ammoniaca. Come gli altri crostacei contengono elevate quantità di aminoacidi che, per degradazione enzimatica e batterica, contribuiscono alla liberazione di azoto e all'insorgenza di odore di ammoniaca;</span></li>
</ul>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><b>Conservanti e additivi.</b> I gamberi, sia freschi sia surgelati, possono contenere conservanti o additivi, consentiti dalla legge, che devono essere indicati nell'elenco degli ingredienti. Ad esempio sodio benzoato (E211) e solfiti (E222, E223). Questi ultimi vengono utilizzati per ritardare l'imbrunimento della testa e la perdita di colore. A riprova del fatto che non sempre i gamberi con la testa scura sono quelli meno freschi. Quelli trattati con solfiti, pur non essendo anneriti e conservando un colore più vivo, potrebbero essere stati pescati o decongelati molto tempo prima;</li>
</ul>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><b>Zona di pesca.</b> Prediligete i prodotti della <b style="text-align: justify;">pesca artigianale</b><span style="text-align: justify;"> e </span><b style="text-align: justify;">locale</b><span style="text-align: justify;"> (per il Mediterraneo le </span><b style="text-align: justify;">zone FAO</b><span style="text-align: justify;"> sono </span><b style="text-align: justify;">37.1</b><span style="text-align: justify;">, </span><b style="text-align: justify;">37.2</b><span style="text-align: justify;"> e </span><b style="text-align: justify;">37.3</b><span style="text-align: justify;">) di modo da tutelare ambiente, tradizioni, ma anche il reddito delle famiglie impiegate in questo settore;</span></li>
</ul>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<ul><a href="https://3.bp.blogspot.com/-tsOWYn6WpOc/WpdJZ5L-NKI/AAAAAAAAels/FNy9S9TWokwJ63EIb-hc9h2XkQFEitPXQCLcBGAs/s1600/fine.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" data-original-height="195" data-original-width="258" src="https://3.bp.blogspot.com/-tsOWYn6WpOc/WpdJZ5L-NKI/AAAAAAAAels/FNy9S9TWokwJ63EIb-hc9h2XkQFEitPXQCLcBGAs/s1600/fine.jpg" /></a>
<li style="text-align: justify;"><b>Stagionalità e dimensioni</b>. La stagionalità<span style="text-align: justify;"> dipende dal ciclo riproduttivo della specie in questione. Acquistare pescato stagionale significa anche sceglierlo della taglia giusta, evitando gli individui giovani che non si sono ancora riprodotti. Mangiare individui giovani</span><span style="text-align: justify;"> significa impedire ad una specie di riprodursi. Per la maggior parte dei pesci, crostacei e molluschi esiste una taglia al di sotto della quale non possono essere acquistati e commercializzati. Ad esempio è necessario evitare gamberi rosa la cui testa misuri meno 2 cm o scampi le cui dimensioni siano inferiori ai 7 cm:</span></li>
</ul>
<ul>
<li><div style="text-align: justify;">
<b>Etichetta.</b> <strong style="font-family: inherit; text-align: justify;"><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-weight: normal;">Dal </span>dicembre 2014 </span></span></strong><span style="font-family: inherit; text-align: justify;"><span style="color: black;">è necessario comunicare ai consumatori:</span></span></div>
<div class="western" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="western" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<strong><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: inherit; font-weight: normal;">1 la </span><span style="font-family: inherit;">denominazione commerciale</span><span style="font-family: inherit; font-weight: normal;"> della specie;</span></span></span></strong></div>
<div class="western" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<strong><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: inherit; font-weight: normal;">2. il</span><span style="font-family: inherit;"> metodo di produzione</span><span style="font-family: inherit; font-weight: normal;"> (pescato o allevato);</span></span></span></strong></div>
<div class="western" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><strong><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-weight: normal;">3. la </span>zona<span style="font-weight: normal;"> in cui il prodotto è stato catturato o allevat</span></span></span></strong><strong><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-weight: normal;">o e la categoria di </span>attrezzi da pesca<span style="font-weight: normal;"> usati nella cattura di pesci;</span></span></span></strong></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><strong><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-weight: normal;">4. se il prodotto è stato </span>scongelato<span style="font-weight: normal;">.</span></span></span></strong></span></div>
</li>
</ul>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
I gamberi pescati nel Mediterraneo sono prodotti ittici pregiati e molto ricercati dai consumatori. Il costo può essere molto elevato, si arriva ai 40 euro al kg per il gambero rosso e ai 50/60 euro al kg per il gambero viola. Anche per questo motivo più del 60% della richiesta viene soddisfatta da prodotti d'importazione, spesso gamberetti tropicali allevati che mettono a dura prova gli ecosistemi forestali. Nel Mediterraneo vengono catturati prevalentemente attraverso la pesca a strascico, la più distruttiva per i fondali e le creature che li abitano, mentre la pesca artigianale con le nasse, che ha un impatto ambientale minore, non può soddisfare le attuali richieste dei consumatori. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Per questo motivo è preferibile consumare gamberi con parsimonia, scegliendo con cura i prodotti sulla base di provenienza, tecniche di pesca e stagionalità. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div>
<div style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div class="western" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Se volete saperne di più su <b>#SaveHumansThursday</b>, un progetto creato da me e dalla collega e amica dott.ssa Livia Galletti, troverete tutte le informazioni <a href="http://ecobriciole.blogspot.it/2018/01/54-settimane-con-savehumansthursday.html">qui</a>.</span></div>
<div class="western" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span><span style="font-family: inherit;">Seguite gli aggiornamenti sulle nostre pagine Facebook <a href="https://www.facebook.com/francescadefilippis.biologonutrizionista">dott.ssa Francesca De Filippis</a> e<a href="https://www.facebook.com/GallettiNutrizionista/"> dott.ssa Livia Galletti</a>.</span></div>
<div class="western" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;">Vi aspettiamo giovedì prossimo! </span><br />
<span style="color: black;"><br /></span><span style="background-color: white; color: black;"><b>Bibliografia</b></span></div>
<div class="western" style="line-height: 24px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br />
<ul>
<li>Davies RWD et al - <i style="font-family: inherit;">Defining and estimating global marine fisheries bycatch</i><span style="background-color: white; font-family: inherit;"> - Marine Policy, 2009; doi:10.1016/j.marpol.2009.01.003;</span></li>
<li>Iborra Martin J - <i style="font-family: inherit;">La Pesca in Italia</i><span style="background-color: white; font-family: inherit;"> - Unità tematica Politiche strutturali e di coesione, Bruxelles, Parlamento europeo, 2008;</span></li>
<li>ISTAT - <i style="font-family: inherit;">Statistiche sulla pesca e zootecnia, Anno 2001</i><span style="background-color: white; font-family: inherit;"> - Informazioni n. 27; 2003. </span></li>
</ul>
</div>
</div>
</div>
</div>
ecobriciolehttp://www.blogger.com/profile/07549199608332406980noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1798192545379933842.post-36051833057260331972018-02-25T04:13:00.001-08:002018-02-25T04:13:53.753-08:00Kefir di latte di cocco<iframe src="https://www.facebook.com/plugins/post.php?href=https%3A%2F%2Fwww.facebook.com%2Ffrancescadefilippis.biologonutrizionista%2Fposts%2F1394557013983095%3A0&width=500" width="500" height="658" style="border:none;overflow:hidden" scrolling="no" frameborder="0" allowTransparency="true"></iframe>ecobriciolehttp://www.blogger.com/profile/07549199608332406980noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1798192545379933842.post-48222292085521891592018-02-22T01:11:00.000-08:002018-02-22T01:11:15.563-08:00#SaveHumansTursday #settimana10: Cambiamenti climatici e cacao, quale futuro?<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-size: 14px; letter-spacing: -0.12px; margin-bottom: 6px;">
<br />
<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-szrnE--UyqE/Wo6I_Cu-DeI/AAAAAAAAeTY/xUZjqATyz-8y8FEZI9J4MlJgnYTqHqbKwCLcBGAs/s1600/20180207_161906.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="200" data-original-width="300" src="https://1.bp.blogspot.com/-szrnE--UyqE/Wo6I_Cu-DeI/AAAAAAAAeTY/xUZjqATyz-8y8FEZI9J4MlJgnYTqHqbKwCLcBGAs/s1600/20180207_161906.jpg" /></a></div>
54 settimane con <a class="m_5635458385808168311_58cn" data-saferedirecturl="https://www.google.com/url?hl=it&q=https://www.facebook.com/hashtag/savehumansthursday?source%3Dfeed_text%26story_id%3D956343204546390&source=gmail&ust=1518127321282000&usg=AFQjCNE-SEOTpy7Bf-sjMuoHEzY_AOhbgQ" href="https://www.facebook.com/hashtag/savehumansthursday?source=feed_text&story_id=956343204546390" style="color: #365899; font-family: inherit;" target="_blank"><span class="m_5635458385808168311_5afx" style="direction: ltr; font-family: inherit;"><span aria-label="hashtag" class="m_5635458385808168311_58cl m_5635458385808168311_5afz" style="color: #4267b2; font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;">#</span><span class="m_5635458385808168311_58cm" style="font-family: inherit;">SaveHumansThursday</span></span></a> per parlare dell'impatto ambientale del cibo su <a class="m_5635458385808168311profileLink" data-saferedirecturl="https://www.google.com/url?hl=it&q=https://www.facebook.com/francescadefilippis.biologonutrizionista/?fref%3Dmentions&source=gmail&ust=1518127321282000&usg=AFQjCNGkzkHvXY2eeRa6Qwr52e8PCi21hA" href="https://www.facebook.com/francescadefilippis.biologonutrizionista/?fref=mentions" style="color: #365899; font-family: inherit;" target="_blank">Francesca De Filippis - Biologo Nutrizionista Bologna</a> e <a class="m_5635458385808168311profileLink" data-saferedirecturl="https://www.google.com/url?hl=it&q=https://www.facebook.com/GallettiNutrizionista/?fref%3Dmentions&source=gmail&ust=1518127321282000&usg=AFQjCNEXFuDX5JZzo0zHZ4M5LJLZCegTEQ" href="https://www.facebook.com/GallettiNutrizionista/?fref=mentions" style="color: #365899; font-family: inherit;" target="_blank">Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista</a><br />
<br />
<span style="font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; letter-spacing: normal;">Per la </span><a class="_58cn" data-ft="{"tn":"*N","type":104}" href="https://www.facebook.com/hashtag/settimana10?source=feed_text&story_id=1391643044274492" style="color: #365899; cursor: pointer; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; letter-spacing: normal; text-decoration-line: none;"><span class="_5afx" style="direction: ltr; font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;"><span aria-label="hashtag" class="_58cl _5afz" style="color: #4267b2; font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;">#</span><span class="_58cm" style="font-family: inherit;">settimana10</span></span></a><span style="font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; letter-spacing: normal;"> di </span><a class="_58cn" data-ft="{"tn":"*N","type":104}" href="https://www.facebook.com/hashtag/savehumansthursday?source=feed_text&story_id=1391643044274492" style="color: #365899; cursor: pointer; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; letter-spacing: normal; text-decoration-line: none;"><span class="_5afx" style="direction: ltr; font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;"><span aria-label="hashtag" class="_58cl _5afz" style="color: #4267b2; font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;">#</span><span class="_58cm" style="font-family: inherit;">SaveHumansThursday</span></span></a><span style="font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; letter-spacing: normal;"> continuiamo a parlare di </span><a class="_58cn" data-ft="{"tn":"*N","type":104}" href="https://www.facebook.com/hashtag/cacao?source=feed_text&story_id=1391643044274492" style="color: #365899; cursor: pointer; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; letter-spacing: normal; text-decoration-line: none;"><span class="_5afx" style="direction: ltr; font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;"><span class="_58cm" style="font-family: inherit;">cacao</span></span></a><span style="font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; letter-spacing: normal;">, </span><a class="_58cn" data-ft="{"tn":"*N","type":104}" href="https://www.facebook.com/hashtag/cioccolato?source=feed_text&story_id=1391643044274492" style="color: #365899; cursor: pointer; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; letter-spacing: normal; text-decoration-line: none;"><span class="_5afx" style="direction: ltr; font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;"><span class="_58cm" style="font-family: inherit;">cioccolato</span></span></a><span style="font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; letter-spacing: normal;"> e </span><a class="_58cn" data-ft="{"tn":"*N","type":104}" href="https://www.facebook.com/hashtag/ambiente?source=feed_text&story_id=1391643044274492" style="color: #365899; cursor: pointer; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; letter-spacing: normal; text-decoration-line: none;"><span class="_5afx" style="direction: ltr; font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;"><span class="_58cm" style="font-family: inherit;">ambiente</span></span></a><span style="font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; letter-spacing: normal;">. Questo giovedì ci occuperemo dell'impatto delle condizioni </span><span class="text_exposed_show" style="display: inline; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; letter-spacing: normal;">climatiche sul <a class="_58cn" data-ft="{"tn":"*N","type":104}" href="https://www.facebook.com/hashtag/futuro?source=feed_text&story_id=1391643044274492" style="color: #365899; cursor: pointer; font-family: inherit; text-decoration-line: none;"><span class="_5afx" style="direction: ltr; font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;"><span class="_58cm" style="font-family: inherit;">futuro</span></span></a> delle piantagioni di cacao.</span><br />
<br />
<a href="http://www.liviagalletti.com/2018/02/21/cambiamenti-climatici-e-cacao/" style="letter-spacing: -0.12px;">Qui</a><span style="letter-spacing: -0.12px;"> </span><span style="letter-spacing: -0.12px;">trovate l'articolo scritto dalla collega e amica dott.ssa Livia Galletti.</span></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; display: inline; font-size: 14px; letter-spacing: -0.12px; margin-top: 6px;">
Vi aspettiamo giovedì prossimo!</div>
ecobriciolehttp://www.blogger.com/profile/07549199608332406980noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1798192545379933842.post-24275555170519797852018-02-14T13:39:00.002-08:002018-02-16T15:13:20.000-08:00Quali gamberi portare in tavola (parte 1)? L'allevamento dei gamberetti tropicali e il destino delle foreste di mangrovie. Settimana 9 #SaveHumansThursday<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<i>L'allevamento dei gamberetti tropicali è una delle principali cause del disboscamento delle foreste di mangrovie, complessi ecosistemi centrali per la sicurezza di uomini, territorio e fauna. <span style="text-align: justify;">I gamberetti tropicali destinati al mercato europeo sono controllati per la sicurezza e l'igiene, ma non per la sostenibilità ecologica e sociale.</span><span style="text-align: justify;"> </span></i></div>
<br />
<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-511kqEhVMWo/WoN3KoE7EoI/AAAAAAAAdyQ/pFXAEv2zu5gFAee-sF3kYob_BBrPRMKMgCLcBGAs/s1600/Shanghai%2BAgriculture.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="268" data-original-width="350" height="245" src="https://3.bp.blogspot.com/-511kqEhVMWo/WoN3KoE7EoI/AAAAAAAAdyQ/pFXAEv2zu5gFAee-sF3kYob_BBrPRMKMgCLcBGAs/s320/Shanghai%2BAgriculture.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">by Shanghai Agriculture</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Europa, USA e Giappone hanno fame di <b>gamberi</b>. Gli oceani, fortemente impoveriti dal</div>
sovrasfruttamento delle risorse ittiche, non possono rispondere a tale domanda. Su Ecobriciole ne abbiamo parlato in <a href="http://ecobriciole.blogspot.it/2018/01/settimana-3-savehumansthursday.html" style="text-align: justify;">questo articolo</a><span style="text-align: justify;"> per il progetto <b>SaveHumansThursday</b>.</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La maggioranza dei gamberetti in commercio è <b>tropicale</b>. Catturati attraverso pesca a strascico, una tecnica distruttiva per l'ambiente marino (ad esempio per le barriere coralline) e responsabile della cattura accidentale di altri animali (pesci, squali, tartarughe e non solo) oppure, per la maggior parte, allevati.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L'<b>allevamento</b> potrebbe sembrare, in prima analisi, una buona soluzione. Ma è proprio così?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>COSA SI INTENDE PER GAMBERETTI TROPICALI</b><br />
<b><br /></b>
<b><br /></b>
<b><br /></b>
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-zbSSqUW_RHM/WoN3jYxwIGI/AAAAAAAAdyU/4h_yOWTVs8g8htA8ENchrMaOcKsdsyfCwCLcBGAs/s1600/By%2BGayandream.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://3.bp.blogspot.com/-zbSSqUW_RHM/WoN3jYxwIGI/AAAAAAAAdyU/4h_yOWTVs8g8htA8ENchrMaOcKsdsyfCwCLcBGAs/s320/By%2BGayandream.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">By Gayandream</td></tr>
</tbody></table>
<b> </b>Nei banchi del pesce o tra i surgelati li troviamo con questi nomi: <b>gamberi indiani</b> (<i>Parapenaeopsis stylifera</i>), <b>gamberi vietnamiti </b><i>(Penaeus monodon</i>), <b>"gamberi selvaggi" dell'Oceano Indiano</b> (le confezioni spesso contengono un misto di<i> Metapenaeus monoceros</i>, <i>M. dobsoni</i>, <i>M. affinis</i>), i <b>gamberetti argentini </b>(che sono pescati, ma spesso con tecniche industriali, <i>Pleoticus muelleri</i> o<i> Hymenopenaeus muelleri</i>).<br />
<br />
Possiamo chiamarli semplicemente gamberetto tigrato nero, gamberetto tigrato bruno, gamberetto bianco, ecc ecc.<br />
<br />
I gamberetti possono vivere nelle acque fredde, nelle acque tropicali o in acque dolci e , sebbene si tratti di specie diverse, negli USA vengono designati col termine generico shrimp. Gamberetti appunto. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-style: italic;"><br /></span></div>
<span style="background-color: white;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="background-color: white;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="background-color: white;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>DOVE E IN CHE MODO VENGONO ALLEVATI?</b><br />
<b><br /></b>
<b><br /></b>
<b><br /></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><br /></b>
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-weW9nz1iYOw/WoN38rnyLCI/AAAAAAAAdyc/Tx2kEfVSH4MHkK7jR2TOr1ZAwJ10rQCvgCLcBGAs/s1600/AMNH_CBC.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="730" data-original-width="975" height="239" src="https://3.bp.blogspot.com/-weW9nz1iYOw/WoN38rnyLCI/AAAAAAAAdyc/Tx2kEfVSH4MHkK7jR2TOr1ZAwJ10rQCvgCLcBGAs/s320/AMNH_CBC.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">by AMNH/CBC</td></tr>
</tbody></table>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><b>Asia (per l'89%) e Sud America</b> sono i maggiori produttori nel mondo. In particolare Thailandia, Bangladesh, India, Cina, Indonesia, Vietnam. Ma anche Australia. La produzione annuale di gamberetti in Asia è passata da circa 1.000 tonnellate nel 1950 a quasi 2.500.000 nel 2005. </li>
<li style="text-align: justify;"><b>Gli allevamenti si trovano nelle zone costiere e lungo i fiumi</b>. Enormi distese di stagni costieri e baie, dove un tempo la popolazione locale poteva pescare, sono andati distrutti. E insieme a loro le <b>foreste di mangrovie</b>.</li>
<li style="text-align: justify;">Le <b>tecniche di allevamento</b> possono essere diverse per dimensioni delle vasche e personale impiegato. Si parla di allevamenti tradizionali, intensivi o estensivi. Nel 50-60% dei casi si tratta di allevamenti di tipo estensivo che rappresentano una fonte di impiego per le popolazioni locali.</li>
</ul>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<br />
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-9X-qP2VJpSk/WoN4LzARkAI/AAAAAAAAdyk/J7vdUDojxbgJh4s8vDl4gFXUvatIJ5scgCLcBGAs/s1600/MangroveActionProject.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="631" data-original-width="975" height="207" src="https://4.bp.blogspot.com/-9X-qP2VJpSk/WoN4LzARkAI/AAAAAAAAdyk/J7vdUDojxbgJh4s8vDl4gFXUvatIJ5scgCLcBGAs/s320/MangroveActionProject.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">by Mangrove Action Project</td></tr>
</tbody></table>
<ul>
<li style="text-align: justify;">Disgraziatamente sono proprio gli <b>allevamenti estensivi</b> ad arrecare il maggiore danno alle foreste di mangrovie, per<span style="font-family: inherit;"> via delle loro dimensioni e poiché sono situati nelle zone intertidali (zone litoranee che dipendono dalle maree, in quanto sono emerse in condizioni di bassa marea e sommerse con l'alta marea). Spesso in questi casi i gamberetti accedono alle vasche seguendo le maree, come negli allevamenti tradizionali, ma vengono utilizzati prodotti chimici per la cattura dei pesci, che si lasciano alle spalle un terreno oramai sterile.<span style="background-color: white;"> </span></span>Ma anche gli allevamenti intensivi danno il loro contributo attraverso mangimi e sostanze chimiche riversati nelle acque. </li>
<li style="text-align: justify;">Diverso il caso degli <b>allevamenti industriali</b> dedicati al mercato estero, che si avvalgono delle uniche certificazioni di sostenibilità ambientale e sociale disponibili: l'ASC (Acquacolture Stewardship Council) e GlobalGap. Sono costose e solo le grandi società possono permettersele. Ma, soprattutto per il mercato europeo, sono fondamentali, vista l'attenzione dell'opinione pubblica e gli elevati standard di sicurezza richiesti dall'Europa.</li>
<li style="text-align: justify;"><b>Dal 1980 ad oggi nel mondo sono andati perduti 3,6 milioni di ettari di foreste di mangrovie, il 26% del totale.</b> Tale declino è variabile tra paesi differenti e va dal 50% del Sud America all'81% di Singapore.<b> </b>La FAO ha citato tra le principali cause di distruzione la pressione demografica, la trasformazione su larga scala di mangrovieti in siti per l’allevamento di gamberi e pesce, l’agricoltura (palme da olio), le infrastrutture, il turismo, l’inquinamento e i disastri naturali. <b>Gli allevamenti di gamberetti sono la causa di circa il 38% della deforestazione.</b></li>
</ul>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: inherit;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><b style="font-family: inherit;">LE FORESTE DI MANGROVIE: PROTETTRICI DI UOMINI, FAUNA E TERRITORIO</b></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><b style="font-family: inherit;"><br /></b></span>
<span style="font-family: inherit;"><b style="font-family: inherit;"><br /></b></span></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-XuUSKLCQ9J0/WoN4gD9WS_I/AAAAAAAAdys/gKn6yDKn5l4WY682Mg63dPBibhiV6S_cACLcBGAs/s1600/ByAnton%2BBielousov.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="533" data-original-width="800" height="213" src="https://2.bp.blogspot.com/-XuUSKLCQ9J0/WoN4gD9WS_I/AAAAAAAAdys/gKn6yDKn5l4WY682Mg63dPBibhiV6S_cACLcBGAs/s320/ByAnton%2BBielousov.jpeg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">by Anton Bielousov</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Cosa sono le foreste di mangrovie e per quale motivo sono così importanti?</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
I mangrovieti sono foreste tipiche delle zone tropicali e subtropicali, costituite da alberi che tollerano le acque saline e sono in grado di crescere nelle zone sommerse dall'acqua di mare quando si alza la marea.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Le paludi di mangrovie sono ecosistemi presenti lungo le coste, le lagune, i fiumi e i delta.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Tra le numerose funzioni:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><b>proteggono le aree costiere da cicloni, venti, alluvioni ed erosione</b>. Le conseguenze della deforestazione sono risultate evidenti per gli effetti devastanti dello tsunami che ha colpito numerose aree costiere asiatiche nel 2004;</li>
<li style="text-align: justify;"><b>sono fonte di legname e cibo per uomini e animali;</b></li>
</ul>
<div style="text-align: justify;">
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-kiec46VgkjQ/WoN4yMCzAzI/AAAAAAAAdyw/24s2_nF7_GAs9vWwLGoa8bVwxyzVRwjbwCLcBGAs/s1600/IppeiandJanineNaoi.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="681" data-original-width="1024" height="212" src="https://1.bp.blogspot.com/-kiec46VgkjQ/WoN4yMCzAzI/AAAAAAAAdyw/24s2_nF7_GAs9vWwLGoa8bVwxyzVRwjbwCLcBGAs/s320/IppeiandJanineNaoi.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">by Ippei and Janine Naoi</td></tr>
</tbody></table>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><b>costituiscono un habitat ideale per numerosi animali.</b> Tigri, cervi, coccodrilli, serpenti, otarie per citarne alcuni. Rappresentano un rifugio sicuro per molti uccelli migratori durante l'inverno settentrionale. Ospitano giovani pesci, crostacei e molluschi i cui habitat da adulti saranno ambienti pelagici e costieri, ma anche le barriere coralline;</li>
<li style="text-align: justify;"><b>sequestrano una quantità di anidride carbonica quattro volte superiore a quella assorbita normalmente dalla vegetazione tropicale, contribuendo in tal modo alla mitigazione dei cambiamenti climatici.</b></li>
</ul>
<div style="text-align: justify;">
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<div style="text-align: justify;">
<b>PER QUALI MOTIVI L'ALLEVAMENTO DEI GAMBERETTI TROPICALI SU LARGA SCALA NON E' UNA SOLUZIONE SOSTENIBILE?</b><br />
<b><br /></b>
<b><br /></b>
<b><br /></b></div>
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<b><br /></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-DjVMX4HhTI4/WoN5GS-a0xI/AAAAAAAAdy4/V1_MZ4a32wgV5cG0ML7aKa5zLs5xlAVyQCLcBGAs/s1600/ShrimpFarming_Hondu_ras_ByJesseAllenNASA%2BEarth%2BObservatory.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="599" data-original-width="459" height="320" src="https://4.bp.blogspot.com/-DjVMX4HhTI4/WoN5GS-a0xI/AAAAAAAAdy4/V1_MZ4a32wgV5cG0ML7aKa5zLs5xlAVyQCLcBGAs/s320/ShrimpFarming_Hondu_ras_ByJesseAllenNASA%2BEarth%2BObservatory.jpg" width="245" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">by Shrimp Farming Honduras <br />
Jesse Allen NASA Earth Observatory</td></tr>
</tbody></table>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><b>Le farine di pesce e i pesci selvatici catturati per nutrire i gamberetti hanno un peso 2-3 volte superiore rispetto a quello dei gamberi prodotti.</b> Ciò contribuisce all'esaurimento degli stock ittici nei mari. Un'azienda che incassa meno di quanto spende sarebbe ritenuta sostenibile?</li>
<li style="text-align: justify;">Le<b> acque di scarico</b> sono cariche di nutrienti come azoto e fosforo a causa dei mangimi in esse contenuti e possono causare eutrofizzazione (ovvero la proliferazione di alghe e la morte per asfissia dei pesci).</li>
<li style="text-align: justify;">Utilizzo di <b>fertilizzanti</b>, necessari a stimolare la crescita del plancton di cui i gamberetti si nutrono, e di <b>calce</b>. Ma anche di <b>formalina e cloro</b>, utilizzate contro i patogeni, <b>antibiotici</b> ed altre sostanze chimiche. Alcuni di questi prodotti hanno effetti tossici per gli altri animali marini.</li>
</ul>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-4wAhOzkX6aI/WoN5br1khLI/AAAAAAAAdy8/zasOOJoELVkjekgOHnk0obk5Wtaibwu4ACLcBGAs/s1600/Gund%2BInstitute%2Bfor%2BEcological%2BEconomics.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="533" data-original-width="410" height="320" src="https://2.bp.blogspot.com/-4wAhOzkX6aI/WoN5br1khLI/AAAAAAAAdy8/zasOOJoELVkjekgOHnk0obk5Wtaibwu4ACLcBGAs/s320/Gund%2BInstitute%2Bfor%2BEcological%2BEconomics.jpg" width="246" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">by Gund Institute for Ecological Economics</td></tr>
</tbody></table>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><b>Prelievo di acqua dalle falde acquifere</b> con conseguente riduzione di acqua potabile per la popolazione e l'agricoltura. In molte aree la riduzione di acqua disponibile e la distruzione dei mangrovieti ha causato la salinizzazione del suolo, non più utilizzabile per scopi agricoli.</li>
<li style="text-align: justify;"><b>Le popolazioni locali raramente traggono beneficio dai profitti connessi alla gambericoltura</b>, con conseguente aumento delle disparità sociali. Inoltre i gamberetti non possono essere utilizzati per soddisfare i loro bisogni alimentari, in quanto prodotti per essere esportati. La distruzione dei mangrovieti ha ridotto la presenza di pesci selvaggi, mettendo in ginocchio i piccoli villaggi di pescatori, e le risaie sono state in parte convertite in allevamenti di gamberetti. </li>
<li style="text-align: justify;"><b>Interi insediamenti umani sono stati sommersi dalle acque</b> a causa della deforestazione e i terreni, ormai privati delle radici, erosi dal mare.</li>
</ul>
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<div>
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<div style="text-align: justify;">
Va detto che la crescente consapevolezza globale riguardo all'impatto dell'allevamento di gamberetti tropicali ha portato alla pubblicazione di numerose linee guida internazionali di indirizzo per gli aspetti tecnici, politici e normativi di tali attività. Unitamente alle certificazioni per le migliori pratiche di gestione, il commercio solidale, le pratiche produttive biologiche e la tracciabilità del prodotto. </div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-cTxPOJQPqc0/WoN5phkfjTI/AAAAAAAAdzE/gtQ7A6fzFMo44EDvtFjqQ4HdifoR135qACLcBGAs/s1600/Local%2Bvolunteers%2Bplant%2Bmangroves%2Bat%2Ban%2Babandoned%2Bshrimp%2Bfarm_Mangrove%2BAction%2BProject.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="675" data-original-width="1050" height="204" src="https://4.bp.blogspot.com/-cTxPOJQPqc0/WoN5phkfjTI/AAAAAAAAdzE/gtQ7A6fzFMo44EDvtFjqQ4HdifoR135qACLcBGAs/s320/Local%2Bvolunteers%2Bplant%2Bmangroves%2Bat%2Ban%2Babandoned%2Bshrimp%2Bfarm_Mangrove%2BAction%2BProject.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Local volunteers plant mangroves at an abandoned <br />
shrimp farm by Mangrove Action Project</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Inoltre, in alcun aree, sono stati messi in atto progetti per la <b>riqualificazione dei terreni</b> e il <b>rimboschimento</b>. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La perdita delle foreste di mangrovie continua, ma è in declino. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
I gamberetti tropicali in vendita in Europa e che finiscono nei nostri piatti <b>sono sicuri</b> per via degli alti standard dei controlli di qualità e sicurezza eseguiti lungo tutta la filiera. Così come sono stabiliti e controllati i livelli di additivi e fertilizzati. Diverso il caso dei prodotti destinati alla vendita interna nei paesi di produzione. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><b>In definitiva i gamberetti tropicali allevati sono controllati per la sicurezza e l'igiene, ma non per la sostenibilità ecologica e sociale.</b> </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
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<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
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<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Gli standard imposti ai produttori europei sono invece molto più elevati, anche in termini di sostenibilità ambientale. Per questo i prezzi sono maggiori.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">A breve, su<span style="background-color: #fefdfa; text-align: justify;"> </span><b style="background-color: #fefdfa; text-align: justify;">#SaveHumansThursday</b><span style="background-color: #fefdfa; text-align: justify;">, un approfondimento sull'impatto ambientale di allevamento, pesca e stagionalità dei gamberetti in Europa. </span></span></div>
<div style="background-color: #fefdfa; line-height: 19.5px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="color: #060606;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span><span style="color: black;"><span style="font-family: inherit;">Se volete saperne di più su <b>#SaveHumansThursday</b>, un progetto creato da me e dalla collega e amica dott.ssa Livia Galletti, troverete tutte le informazioni <a href="http://ecobriciole.blogspot.it/2018/01/54-settimane-con-savehumansthursday.html" style="color: #7d181e; text-decoration-line: none;">qui</a>.</span></span></div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span><span style="color: #060606; font-family: inherit;">Seguite gli aggiornamenti sulle nostre pagine Facebook <a href="https://www.facebook.com/francescadefilippis.biologonutrizionista" style="color: #7d181e; text-decoration-line: none;">dott.ssa Francesca De Filippis</a> e <a href="https://www.facebook.com/GallettiNutrizionista/" style="color: #7d181e; text-decoration-line: none;">dott.ssa Livia Galletti</a>.</span><br />
<span style="color: #060606; font-family: inherit;"><br /></span></div>
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: #fefdfa; text-align: justify;">Vi aspettiamo giovedì prossimo! </span> </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><b>Bibligrafia</b></span></div>
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<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<br />
<ul>
<li style="text-align: justify;">Ashton Ec - <i>The impact of shrimp farming on mangrove ecosystems</i> - CAB Reviews: Perspectives in Agriculture, Veterinary Science, Nutrition and Natural Resources, 2008; doi: 10.1079/PAVSNNR20083003;</li>
</ul>
<ul>
<li style="text-align: justify;">Gillett R - <i>Global study of shrimp fisheries -</i> FAO Fisheries Technical Paper. No. 475. Rome, FAO. 2008. 331p.</li>
</ul>
<ul>
<li style="text-align: justify;">Saenger P, Gartside D, Funge-Smith S - <i>A review of mangrove and seagrass ecosystems and their linkage to fisheries and fisheries management -</i> FAO Regional Office for Asia and the Pacific, Bangkok, Thailand, RAP Publication 2013(09), 74 pp.</li>
</ul>
<br />
<ul>
<li style="text-align: justify;">World Bank, NACA, WWF and FAO -<i> Shrimp Farming and the Environment. A World Bank, NACA, WWF and FAO Consortium Program To analyze and share experiences on the better management of shrimp aquaculture in coastal areas -</i> Synthesis report. Work in Progress for Public Discussion. Published by the Consortium, 2002; 119 pages.</li>
</ul>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><b>Sitografia</b></span></div>
<br />
<ul>
<li style="text-align: justify;">Pasotti J, Zavoli E, D'Alfonso A - <i>Per un pugno di gamberetti</i> - <a href="http://static.repubblica.it/repubblica/ambiente/mangrovie-rischio-gamberetti/#slide-intro">link</a></li>
</ul>
ecobriciolehttp://www.blogger.com/profile/07549199608332406980noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1798192545379933842.post-57654095499851863472018-02-11T08:21:00.002-08:002018-02-11T10:50:58.706-08:00Siamo fritti! La ricetta delle castagnole<div>
<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<i>Carnevale... tempo di fritti! Quali accorgimenti sono necessari per ottenere un fritto di buona qualità e quali gli effetti conosciuti sull'organismo umano?</i></div>
<br />
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<br /></div>
<div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-Ds22LNI0Pjs/WoBqvtzQJUI/AAAAAAAAdrg/0md2rzjxB0I-128HzVDrTW1zozRebvdLACLcBGAs/s1600/20180205_231104%2B%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="735" data-original-width="980" height="239" src="https://1.bp.blogspot.com/-Ds22LNI0Pjs/WoBqvtzQJUI/AAAAAAAAdrg/0md2rzjxB0I-128HzVDrTW1zozRebvdLACLcBGAs/s320/20180205_231104%2B%25282%2529.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Temuto, scacciato, confuso col soffritto, bollato come "non salubre" senza se e senza ma.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'inopportuno seccatore, a ben rifletterci, ispira il liberatorio - Vai a farti friggere! -</div>
<div style="text-align: justify;">
Il verbo bollire non sarebbe altrettanto soddisfacente.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
D'altronde tutto ciò che si frigge è buono da mangiare. Lo avevano capito i Romani, ma anche nel Medioevo e nel Rinascimento non scherzavano. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il Maestro Martino da Como, il più rinomato cuoco del Quattrocento, gli dedicò l'intero capitolo "<i>Per far ogni frictella" </i> del famoso "<i>Libro de arte coquinaria". </i>Fritti di ogni tipo, per il Carnevale e la Quaresima.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E visto che siamo a Carnevale anche su Ecobriciole, con l'aiuto dello chef Michele Leo, ci siamo messi a friggere di buona lena. I lettori più affezionati conoscono già Michele, che ci ha parlato di pizza in <a href="http://ecobriciole.blogspot.it/2016/09/limpasto-che-scotta-sai-perche-la-pizza.html">questo articolo</a> e ci ha mostrato come prepararla in casa in <a href="https://www.youtube.com/watch?v=sN_5G9l67ac">questo video</a>. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>LA RICETTA DELLE CASTAGNOLE</b></div>
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<b><br /></b></div>
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<b><br /></b></div>
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<b><br /></b></div>
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<b><br /></b></div>
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<a href="https://2.bp.blogspot.com/-xSeLmgDmXvg/WoBr9COn1OI/AAAAAAAAdr0/ZMgWsWyh47MvRVnrbtI3zQI4r7K4QESnwCLcBGAs/s1600/IMG-20180204-WA0004%2B%25282%2529.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1599" height="240" src="https://2.bp.blogspot.com/-xSeLmgDmXvg/WoBr9COn1OI/AAAAAAAAdr0/ZMgWsWyh47MvRVnrbtI3zQI4r7K4QESnwCLcBGAs/s320/IMG-20180204-WA0004%2B%25282%2529.png" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Farina 00 500 g</div>
<div style="text-align: justify;">
Lievito chimico 5 g</div>
<div style="text-align: justify;">
Zucchero semolato 90 g</div>
<div style="text-align: justify;">
Sale fino 3 g</div>
<div style="text-align: justify;">
Buccia grattugiata di 1 arancia non trattata</div>
<div style="text-align: justify;">
Burro 125 g</div>
<div style="text-align: justify;">
Bacche di vaniglia 1</div>
<div style="text-align: justify;">
3 uova intere</div>
<div style="text-align: justify;">
Rum bianco 25 g</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-ZjlH9oBPKvM/WoBsL-gL_9I/AAAAAAAAdr4/eLl0Ixvhu6Abdy4U0dj-TF8cHIBGKNA6QCLcBGAs/s1600/20180204_191020%2B%25282%2529.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://4.bp.blogspot.com/-ZjlH9oBPKvM/WoBsL-gL_9I/AAAAAAAAdr4/eLl0Ixvhu6Abdy4U0dj-TF8cHIBGKNA6QCLcBGAs/s320/20180204_191020%2B%25282%2529.png" width="320" /></a>Come preparare le <b>castagnole</b>? Semplicissimo. Gli ingredienti devono essere impastati fino ad</div>
ottenere una consistenza liscia ma non elastica. A questo punto l'impasto deve essere lasciato riposare per 1 ora a temperatura ambiente. Noi lo abbiamo lasciato riposare in frigo di modo che il burro si solidificasse, rendendo più semplice la successiva lavorazione. Trascorsa un'ora bisogna formare dei bastoncini sottili, che andranno tagliati in pezzetti della lunghezza di circa 2 cm a cui dare la forma di piccole palline.<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Per friggere abbiamo scelto <b>olio di arachide</b> portato precedentemente a 175-180 °C. Una volta cotte le castagnole vanno asciugate bene in carta assorbente e passate nello zucchero semolato quando sono ancora calde. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
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<br /></div>
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<div style="text-align: justify;">
<b>LE CASTAGNOLE SONO PRONTE! MA... LE POSSIAMO MANGIARE?</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><br /></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-5G8qEexHS8Y/WoBsSW1Fm-I/AAAAAAAAdsA/yJq2W2Ykzgck-BfyJQ5t1qdKNdkv0LD9QCLcBGAs/s1600/20180204_192704%2B%25282%2529.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://3.bp.blogspot.com/-5G8qEexHS8Y/WoBsSW1Fm-I/AAAAAAAAdsA/yJq2W2Ykzgck-BfyJQ5t1qdKNdkv0LD9QCLcBGAs/s320/20180204_192704%2B%25282%2529.png" width="320" /></a>La salvifica risposta è si, purché la frittura sia preparata nel modo corretto e non si ecceda con la frequenza e le quantità! A meno che non siano presenti patologie epatiche o pancreatiche, in cui la cautela è necessaria. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Per cui NON è necessario affannarsi a far sparire l'agognato fritto regalandolo a parenti e amici - che magari avevano appena deciso di mettersi a dieta pure loro - e no... la dieta non è finita in tragedia. Se l'organismo non avesse la capacità di affrontare un fritto di tanto in tanto, come spesso amo affermare, l'evoluzione dell<i>'Homo sapiens</i> si sarebbe bruscamente interrotta qualche migliaio di anni fa. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L'amore per il fritto, d'altro canto, è riuscito a superare almeno 60 anni di raccomandazioni nutrizionali volte a contenere il più possibile i grassi e che spesso sono state vissute come diktat assoluti. I grassi vengono comunemente percepiti come l'unica causa di patologie cardiovascolari e diabete. La conseguenza è spesso un abuso di alimenti ricchi di amido o zuccheri semplici che, se presenti in maniera massiccia e stimolando oltre il necessario la secrezione d'insulina, non sono da meno nel danneggiare la nostra salute. In nutrizione è necessario contestualizzare e usare i "se" e i "ma". Sempre. </div>
<div style="text-align: justify;">
Un adeguato apporto di grassi di buona qualità è necessario per il corretto sviluppo del cervello, la funzionalità delle cellule, l'assorbimento di alcune vitamine, la salute endocrina e riproduttiva. E inoltre sono sazianti. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il fritto, se ben fatto, può addirittura stimolare alcune funzioni metaboliche. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Vediamone alcune:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<ul>
<li style="text-align: justify;">stimola la<b> cistifellea</b>, un piccolo sacchetto che riversa nel duodeno la bile prodotta dal fegato, a contrarsi, favorendo la digestione;</li>
<li style="text-align: justify;">stimola la<b> funzione epatica </b>e di conseguenza la sintesi proteica e l'eliminazione dei cataboliti;</li>
<li style="text-align: justify;"><b>riduce l'impatto glicemico</b> del pasto rallentando la velocità con cui gli zuccheri vengono assorbiti, modulando in questo modo la secrezione di insulina;</li>
<li style="text-align: justify;">il rapido shock termico <b>riduce la perdita di nutrienti</b> durante la cottura grazie alla formazione della crosticina, frutto della disidratazione della parte esterna dell'alimento;</li>
<li style="text-align: justify;">con gli oli giusti è possibile migliorare il potere nutritivo degli alimenti. Ad esempio, i carciofi fritti aumentano del 500% la loro<b> Capacità Antiossidante Totale </b>(TAC).</li>
</ul>
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<b>COSA ACCADE ALL'OLIO DURANTE LA FRITTURA</b></div>
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<a href="https://3.bp.blogspot.com/-LbRwrPtbYMk/WoBsSdXpwQI/AAAAAAAAdr8/Ch6bDbEebsAdSFkWxvyBV61Irj1e1ZthgCLcBGAs/s1600/20180204_192722%2B%25282%2529.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://3.bp.blogspot.com/-LbRwrPtbYMk/WoBsSdXpwQI/AAAAAAAAdr8/Ch6bDbEebsAdSFkWxvyBV61Irj1e1ZthgCLcBGAs/s320/20180204_192722%2B%25282%2529.png" width="320" /></a>Quando si scalda un olio o un grasso ad una temperatura adeguata alla frittura si innescano vari tipi di reazioni chimiche tra cui l<b>'idrolisi </b>e l'<b>ossidazione </b>per il contatto con l'aria. Un'eccessiva formazione dei prodotti dell'ossidazione conferisce sapore rancido ed è la più pericolosa tra tutte le trasformazioni chimiche subite dall'olio. </div>
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Aspetti importanti da tenere in considerazione sono il <b>"punto di fumo"</b>, ovvero la temperatura alla quale l'olio inizia spontaneamente ad ossidarsi a contatto con l'aria e a decomporsi producendo sostanze tossiche, e il <b>grado di insaturazione </b>dell'olio o del grasso utilizzato. Maggiore è il grado di insaturazione più la molecola è suscettibile alla degradazione, ovvero all'idrolisi e all'ossidazione, amplificata in presenza di elevate temperature.<b> Il punto di fumo è in genere inversamente proporzionale alla quantità di acidi grassi insaturi presenti.</b></div>
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Fa eccezione l’<b>olio extravergine di oliva</b>: pur essendo ricco di acidi grassi monoinsaturi e avendo un punto di fumo più basso rispetto ad altri oli (210 °C), la presenza di <b>polifenoli</b> ad attività antiossidante gli conferisce una maggiore resistenza al calore. </div>
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Pertanto l'olio extravergine di oliva è ottimo per la frittura, anche se il sapore più deciso degli alimenti non è gradito da tutti. Inoltre rappresenta una soluzione piuttosto costosa.</div>
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In alternativa è consigliabile utilizzare<b> olio di arachidi </b>il cui punto di fumo é a 220 °C.</div>
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Olio di <b>mais</b> e di <b>soia</b>, ricchi di acidi grassi polinsaturi, sono facilmente ossidabili, mentre l'olio di <b>girasole</b> presenta una resistenza media al calore, benché, nella sua variante alto oleico è più stabile alle alte temperature. </div>
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Tra i grassi di origine animale il <b>burro</b> è poco stabile alle alte temperature (punto di fumo 130°C), maggiormente resistente se chiarificato, mentre il <b>lardo suino </b>è ricco di acidi grassi saturi che gli conferiscono alto punto di fumo e stabilità (250°C). La presenza di elevate quantità di grassi saturi non lo rendono tuttavia la scelta migliore per la prevenzione cardiovascolare. </div>
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Tra i composti derivanti dall'ossidazione dei grassi o dal trattamento ad alte temperature degli alimenti troviamo:</div>
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<li style="text-align: justify;"><b>Acroleina</b>, derivante dall'ossidazione termica dei grassi. Si riconosce dalla produzione di fumi dall'odore acre. Sostanza con azione irritante sulle mucose e altamente tossica</li>
<li style="text-align: justify;"><b>Acrilammide</b>, derivante dalla frittura di cibi ricchi di amido a temperature troppo elevate. Sostanza genotossica e classificata dallo IARC (International Agency for research in Cancer) come probabile cancerogeno (gruppo A2). Si forma in tutti i casi di cotture ad alta temperatura, incluse cotture al forno e alla griglia, a partire da zuccheri e aminoacidi attraverso la reazione di Maillard, che conferisce al cibo l'appetitoso sapore di abbrustolito. Nel 2015 l'EFSA ha emanato un parere scientifico di valutazione del rischio per la salute, confermando un potenziale aumento nel rischio di tumori. Va detto che i risultati di studi effettuati su uomo forniscono prove limitate e discordanti, pertanto saranno necessari ulteriori ricerche</li>
<li style="text-align: justify;"><b>Ammine eterocicliche</b> ad azione mutagena e cancerogena. La loro formazione dipende dalla temperatura. </li>
<li style="text-align: justify;"><b>Idrocarburi policiclici aromatici</b>. Classe eterogenea di composti, alcuni dei quali indicati come cancerogeni e interferenti endocrini, che si producono a seguito di processi di combustione.</li>
</ul>
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<b>ALCUNI CONSIGLI PER OTTENERE UN BUON FRITTO</b></div>
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<ul><a href="https://4.bp.blogspot.com/-PlxVn2wqXvI/WoBsUrpxUoI/AAAAAAAAdsE/bpUhkf6caC47rd_daDq7lo6qEUOUlOKqwCLcBGAs/s1600/20180204_194646%2B%25282%2529.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://4.bp.blogspot.com/-PlxVn2wqXvI/WoBsUrpxUoI/AAAAAAAAdsE/bpUhkf6caC47rd_daDq7lo6qEUOUlOKqwCLcBGAs/s320/20180204_194646%2B%25282%2529.png" width="320" /></a>
<li style="text-align: justify;">Scegliere l'<b>olio adeguato</b> (possibilmente extravergine di oliva o di arachidi);</li>
<li style="text-align: justify;">Non superare la <b>temperatura di 180°C</b> durante la cottura. E' possibile aiutarsi con un termometro da cucina;</li>
<li style="text-align: justify;">Scartare l'olio quando il colore inizia ad imbrunire o <u><b>non utilizzarlo più di una volta;</b></u></li>
<li style="text-align: justify;">Evitare la pratica della <b>ricolmatura</b>, ovvero l'aggiunta di olio fresco a quello usato. L'olio fresco si altera più velocemente a contatto con l'usato;</li>
<li style="text-align: justify;">Conservare gli oli lontani dalle fonti di luce;</li>
<li style="text-align: justify;">Aggiungere sale, zucchero o spezie a cottura terminata;</li>
<li style="text-align: justify;"><b>Non riempire eccessivamente la padella</b>. I pezzi hanno bisogno di essere circondati da grasso in grado di mantenere la corretta temperatura (che si abbassa quando aumentiamo il numero di pezzi) per permettere la rapida formazione della crosticina esterna e dunque l'assorbimento di una quota inferiore di grasso;</li>
<li style="text-align: justify;"><b>Asciugare</b> l'alimento con carta assorbente non appena estratto dall'olio; </li>
<li style="text-align: justify;"><b>Non lesinare sulla quantità di olio!</b> L'alimento deve essere completamente immerso nell'olio (per questo detto olio profondo), pena l'assorbimento di dosi ingenti di olio. Meno olio userete, più l'alimento ne assorbirà; </li>
<li style="text-align: justify;">E' preferibile friggere <b>pezzi piccoli</b> in modo da ridurre il tempo di cottura.</li>
</ul>
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Buon Carnevale!</div>
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<b>Bibliografia</b></div>
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<ul>
<li style="text-align: justify;">AA.VV - <i style="color: #060606;">Il Buon Fritto </i><span style="color: #060606;">– Giunti, Slow Food Editore, 2016</span></li>
</ul>
<ul>
<li style="text-align: justify;">Bressanini D - <i>La temperatura dell'olio che fuma -</i><span style="color: #060606;"> </span><span style="background-color: white; color: #111111; font-family: inherit; font-weight: inherit; line-height: 32px;">Le Scienze n.542, ott 2013</span></li>
</ul>
<ul>
<li style="border: none; color: #060606; margin: 0px 0px 0.25em; padding: 0.25em 0px; text-align: justify;">EFSA CONTAM Panel (EFSA Panel on Contaminants in the Food Chain) - Scientific opinion on acrylamide in food<span style="background-color: #fefdfa; font-family: "arial" , "tahoma" , "helvetica" , "freesans" , sans-serif; font-size: 13px;"> - EFSA Journal 2015;13(6):4104</span></li>
</ul>
<ul>
<li style="text-align: justify;">FOSAN (Fondazione per lo Studio degli Alimenti e della Nutrizione) - <i>Il processo di frittura: ricerca e innovazione </i>- Rivista di Scienza dell'Alimentazione, supplemento al numero 1/2011</li>
</ul>
<ul>
<li style="text-align: justify;">Santos CSP, Molina-Garcia L, Cunha SC, Casal S - <i>Fried potatoes: Impact of prolonged frying in monounsaturated oils</i> - Food Chem, 2018, 15(243):192-201</li>
</ul>
<br />
<br />ecobriciolehttp://www.blogger.com/profile/07549199608332406980noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1798192545379933842.post-66835913506568354282018-02-08T02:58:00.002-08:002018-02-08T02:58:17.950-08:00Settimana 8 #SaveHumansThursday. Cacao e ambiente, una storia d'amore?<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: "SF Optimized", system-ui, -apple-system, BlinkMacSystemFont, ".SFNSText-Regular", sans-serif; font-size: 14px; letter-spacing: -0.12px; margin-bottom: 6px;">
<br /></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: "SF Optimized", system-ui, -apple-system, BlinkMacSystemFont, ".SFNSText-Regular", sans-serif; font-size: 14px; letter-spacing: -0.12px; margin-bottom: 6px;">
<br /></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: "SF Optimized", system-ui, -apple-system, BlinkMacSystemFont, ".SFNSText-Regular", sans-serif; font-size: 14px; letter-spacing: -0.12px; margin-bottom: 6px;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-klFPDClgNPw/WnwtMDz0uLI/AAAAAAAAdhs/QcbuIQe2Li4qTEx4Ip5V1CF7umoTFqwDACLcBGAs/s1600/2018_028_Chocolate-beans-240x300.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="240" src="https://3.bp.blogspot.com/-klFPDClgNPw/WnwtMDz0uLI/AAAAAAAAdhs/QcbuIQe2Li4qTEx4Ip5V1CF7umoTFqwDACLcBGAs/s1600/2018_028_Chocolate-beans-240x300.jpg" /></a>54 settimane con <a class="m_5635458385808168311_58cn" data-saferedirecturl="https://www.google.com/url?hl=it&q=https://www.facebook.com/hashtag/savehumansthursday?source%3Dfeed_text%26story_id%3D956343204546390&source=gmail&ust=1518127321282000&usg=AFQjCNE-SEOTpy7Bf-sjMuoHEzY_AOhbgQ" href="https://www.facebook.com/hashtag/savehumansthursday?source=feed_text&story_id=956343204546390" style="color: #365899; font-family: inherit; text-decoration-line: none;" target="_blank"><span class="m_5635458385808168311_5afx" style="direction: ltr; font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;"><span aria-label="hashtag" class="m_5635458385808168311_58cl m_5635458385808168311_5afz" style="color: #4267b2; font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;">#</span><span class="m_5635458385808168311_58cm" style="font-family: inherit;">SaveHumansThursday</span></span></a> per parlare dell'impatto ambientale del cibo su <a class="m_5635458385808168311profileLink" data-saferedirecturl="https://www.google.com/url?hl=it&q=https://www.facebook.com/francescadefilippis.biologonutrizionista/?fref%3Dmentions&source=gmail&ust=1518127321282000&usg=AFQjCNGkzkHvXY2eeRa6Qwr52e8PCi21hA" href="https://www.facebook.com/francescadefilippis.biologonutrizionista/?fref=mentions" style="color: #365899; font-family: inherit; text-decoration-line: none;" target="_blank">Francesca De Filippis - Biologo Nutrizionista Bologna</a> e <a class="m_5635458385808168311profileLink" data-saferedirecturl="https://www.google.com/url?hl=it&q=https://www.facebook.com/GallettiNutrizionista/?fref%3Dmentions&source=gmail&ust=1518127321282000&usg=AFQjCNEXFuDX5JZzo0zHZ4M5LJLZCegTEQ" href="https://www.facebook.com/GallettiNutrizionista/?fref=mentions" style="color: #365899; font-family: inherit; text-decoration-line: none;" target="_blank">Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista</a><br />Iniziamo una serie di articoli dedicati all'universo di <a class="m_5635458385808168311_58cn" data-saferedirecturl="https://www.google.com/url?hl=it&q=https://www.facebook.com/hashtag/cacao?source%3Dfeed_text%26story_id%3D956343204546390&source=gmail&ust=1518127321282000&usg=AFQjCNGLYSRVOGrC4VIYm_29uJA2vtFtBQ" href="https://www.facebook.com/hashtag/cacao?source=feed_text&story_id=956343204546390" style="color: #365899; font-family: inherit; text-decoration-line: none;" target="_blank"><span class="m_5635458385808168311_5afx" style="direction: ltr; font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;"><span class="m_5635458385808168311_58cm" style="font-family: inherit;">cacao</span></span></a>, <a class="m_5635458385808168311_58cn" data-saferedirecturl="https://www.google.com/url?hl=it&q=https://www.facebook.com/hashtag/cioccolato?source%3Dfeed_text%26story_id%3D956343204546390&source=gmail&ust=1518127321282000&usg=AFQjCNFg48smlzYJMi_jLdWhQeCi_qjlEw" href="https://www.facebook.com/hashtag/cioccolato?source=feed_text&story_id=956343204546390" style="color: #365899; font-family: inherit; text-decoration-line: none;" target="_blank"><span class="m_5635458385808168311_5afx" style="direction: ltr; font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;"><span class="m_5635458385808168311_58cm" style="font-family: inherit;">cioccolato</span></span></a> e <a class="m_5635458385808168311_58cn" data-saferedirecturl="https://www.google.com/url?hl=it&q=https://www.facebook.com/hashtag/cioccolata?source%3Dfeed_text%26story_id%3D956343204546390&source=gmail&ust=1518127321282000&usg=AFQjCNHoewwsi125VED5zBzdq1Vgo0qELw" href="https://www.facebook.com/hashtag/cioccolata?source=feed_text&story_id=956343204546390" style="color: #365899; font-family: inherit; text-decoration-line: none;" target="_blank"><span class="m_5635458385808168311_5afx" style="direction: ltr; font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;"><span class="m_5635458385808168311_58cm" style="font-family: inherit;">cioc<wbr></wbr>colata</span></span></a>.<br />Qual è l'impatto ambientale, misurato come impronta idrica, di una barretta di cioccolato?</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: "SF Optimized", system-ui, -apple-system, BlinkMacSystemFont, ".SFNSText-Regular", sans-serif; font-size: 14px; letter-spacing: -0.12px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
<a href="http://www.liviagalletti.com/2018/02/07/cacao-ambiente-storia-damore/">Qui</a> trovate l'articolo scritto dalla collega e amica dott.ssa Livia Galletti.</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; display: inline; font-family: "SF Optimized", system-ui, -apple-system, BlinkMacSystemFont, ".SFNSText-Regular", sans-serif; font-size: 14px; letter-spacing: -0.12px; margin-top: 6px;">
Vi aspettiamo giovedì prossimo!</div>
ecobriciolehttp://www.blogger.com/profile/07549199608332406980noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1798192545379933842.post-83588486468140398592018-01-31T15:59:00.003-08:002018-01-31T23:20:55.651-08:00Microplastiche in mare (parte 2): dal pesce alla tavola, quali conseguenze per l'uomo? Settimana 7 #SaveHumansThursday. <div style="text-align: center;">
<i><span style="text-align: justify;"><br /></span></i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span style="text-align: justify;"><br /></span></i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span style="text-align: justify;">Numerose indagini hanno rivelato la presenza di microplastiche nell'intestino di molte specie ittiche comunemente consumate. </span><span style="text-align: justify;"> Una delle principali preoccupazioni riguarda la capacità dell</span><span style="text-align: justify;">e microplastiche di essere trasferite ai tessuti dopo l'ingestione attraverso il cibo. Le nanoparticelle possono addirittura penetrare nelle cellule umane, con potenziali conseguenze sulle salute. </span><span style="text-align: justify;">Non esistono, tuttavia, al momento dati sufficienti relativi a presenza, tossicità e destino di tali materiali al fine di una completa valutazione del rischio.</span></i><span style="text-align: justify;"> </span></div>
<span style="text-align: justify;"><br /></span>
<span style="text-align: justify;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-OfmQteExtcg/WnJNzlohFnI/AAAAAAAAdGE/YR-WWrVzWNUGMbvbxHQybFBZrNxKNNN6ACLcBGAs/s1600/noaa1.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" border="0" data-original-height="597" data-original-width="1440" height="165" src="https://4.bp.blogspot.com/-OfmQteExtcg/WnJNzlohFnI/AAAAAAAAdGE/YR-WWrVzWNUGMbvbxHQybFBZrNxKNNN6ACLcBGAs/s400/noaa1.jpg" title="" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">by NOAA</td></tr>
</tbody></table>
</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Le strade della plastica sono infinite ... e spesso portano agli oceani. Quanta plastica finisce nel mare e qual è il suo destino? Ne abbiamo parlato alcune settimane fa su Ecobriciole per i giovedì del progetto SaveHumansThurday. I più curiosi troveranno tutte le informazioni in </span><a href="http://ecobriciole.blogspot.it/2018/01/settimana-5-savehumansthursday-plastica.html" style="font-family: inherit;">questo articolo</a><span style="font-family: inherit;">.</span></span></div>
<span style="font-family: inherit; text-align: justify;">La<b> plastica costituisce il 60-80% dei rifiuti marini</b> e si stima che 5,25 trilioni di detriti di plastica galleggino negli oceani, con conseguenze sulla fauna e potenzialmente anche sulla salute umana. La plastica in mare ha molti volti. Ciò che finisce in mare sotto forma di reti, sacchetti e bottiglie (solo per citare alcuni esempi) viene frammentato dall'azione di vento, onde e raggi ultravioletti in sfere, frammenti o fibre di piccole dimensioni definiti <b>microplastiche</b> (se di lunghezza inferiore a 0,5 cm) o <b>nanoplastiche</b> (se di lunghezza inferiore a un micron).</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Alcuni frammenti nascono già microscopici, come ad esempio i microgranuli contenuti in scrub o nei dentifrici, oppure le fibre liberate dall'abbigliamento sintetico durante i lavaggi.</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: inherit;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Se gli oggetti in plastica di grosse dimensioni deturpano il mare e le spiagge, oltre a rappresentare un grave pericolo per molti animali marini, le micro e nanoplastiche sono anche più subdole.</span></span></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: inherit;"></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-EWS01DdHTS8/WnJOyeV8I3I/AAAAAAAAdGI/MXzn9HEjossd_x38hbLFD_sYqOEwdhfpwCLcBGAs/s1600/DSC00316.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://4.bp.blogspot.com/-EWS01DdHTS8/WnJOyeV8I3I/AAAAAAAAdGI/MXzn9HEjossd_x38hbLFD_sYqOEwdhfpwCLcBGAs/s320/DSC00316.png" width="320" /></a></span></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Questi microscopici frammenti, praticamente onnipresenti sui fondali, sulle spiagge e persino nei ghiacci artici, vengono ingeriti accidentalmente o scambiati per cibo dalla fauna marina. E in questo modo potrebbero entrare nella catena alimentare all'apice della quale troviamo anche l'uomo, con conseguenze ancora poco conosciute</span></span></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span><span style="font-family: inherit;"></span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">La plastica, infatti, è stabile e resistente, può durare centinaia o migliaia di anni. Ma il problema è ben più complesso.</span></span></div>
<span style="font-family: inherit;">
</span>
<span style="font-family: inherit; text-align: justify;">Durante la produzione della plastica vengono utilizzati additivi (</span><b style="font-family: inherit; text-align: justify;">plastificanti, antimicrobici, ritardanti di fiamma</b><span style="font-family: inherit; text-align: justify;">) che possono essere rilasciati in mare. Come se questo non bastasse, i frammenti di plastica sono in grado di adsorbire </span><b style="font-family: inherit; text-align: justify;">contaminanti organici persistenti (POPs)</b><span style="font-family: inherit; text-align: justify;">, come i pesticidi o policlorobifenili (PCB), che vengono successivamente desorbiti, ovvero rilasciati. I POPs sono sostanze chimiche tossiche difficilmente degradabili e bioaccumulative che, dopo il loro rilascio, si diffondono attraverso l'aria, l'acqua e la catena alimentare.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="text-align: justify;"><br /></span>
<span style="text-align: justify;">Cosa significa sostanze bioaccumulative? Col termine</span><span style="text-align: justify;"> </span><b style="text-align: justify;">bioaccumulo</b><span style="text-align: justify;"> si definisce il processo attraverso il quale una sostanza xenobiotica (nel nostro caso additivi e contaminanti che non dovrebbero essere normalmente contenuti nel cibo) è presente negli organismi acquatici, che l'hanno ingerita attraverso il cibo, in una concentrazione superiore rispetto a quella rilevata nell'ambiente acquatico. La concentrazione chimica della sostanza inquinante in questione è maggiore negli organismi all'apice della catena alimentare (i predatori per l'appunto, tra i quali può essere annoverato pure l'uomo) rispetto a quella rinvenuta nelle prede. Si parla allora di biomagnificazione. </span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="text-align: justify;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="text-align: justify;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="text-align: justify;"><br /></span>
</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: inherit;">QUANTA PLASTICA C'E' NEL PESCE?</span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: inherit;"><br /></span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-jLTcTCRG3NA/WnJPQlhMg-I/AAAAAAAAdGM/RglJSfTsd1MeRS8NVzMbohbrWTAk8CuugCLcBGAs/s1600/Algalita%2BMarine%2BResearch%2BFoundation.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="354" data-original-width="524" height="216" src="https://1.bp.blogspot.com/-jLTcTCRG3NA/WnJPQlhMg-I/AAAAAAAAdGM/RglJSfTsd1MeRS8NVzMbohbrWTAk8CuugCLcBGAs/s320/Algalita%2BMarine%2BResearch%2BFoundation.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">by Algalita Marine Research Foundation</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: inherit;">In una recente pubblicazione dell'EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) è stata esaminata la letteratura scientifica sull'argomento. Le conclusioni? Non esistono al momento dati sufficienti relativi a presenza, tossicità e destino di tali materiali al fine di una completa valutazione del rischio. Non esistono dati riguardanti la presenza di nanoparticelle negli prodotti ittici, mentre c'è qualche dato in più rispetto alle microplastiche. Sono state registrate grandi concentrazioni di questi microscopici frammenti nei<b> pesci</b>, anche se per lo più nel tratto digerente che, di solito, viene eliminato. Ovviamente il discorso cambia per <b>novellame</b>,<b> crostacei </b>e <b>molluschi bivalvi</b> (ad esempio ostriche e cozze), poiché in questi casi l'intestino viene ingerito. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><br /><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-ZOpwFTDuyBA/WnJPnB0EmuI/AAAAAAAAdGQ/XugzSVuJZscSQYDh_Edr_jS4oSL8gQ4hgCLcBGAs/s1600/NOAA.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="439" data-original-width="668" height="210" src="https://3.bp.blogspot.com/-ZOpwFTDuyBA/WnJPnB0EmuI/AAAAAAAAdGQ/XugzSVuJZscSQYDh_Edr_jS4oSL8gQ4hgCLcBGAs/s320/NOAA.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">by NOAA</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: inherit;">Le microplastiche sono presenti ad esempio nel <b>plancton</b>, sia nell'intestino di alcune specie di zooplancton sia nei tessuti, e potrebbero, anche attraverso questi organismi, entrare nella catena alimentare. Vengono inoltre ingerite dagli invertebrati bentonici come cozze, ostriche, cirripedi e aragoste e sono state trovate nel 30% delle specie di pesci. Uno studio condotto su cozze allevate in Germania, nel <b>Mare del Nord</b>, ha evidenziato la presenza di 40 particelle di microplastica ogni 100 g di cozze. L'83% degli scampi analizzati attraverso un'indagine condotta nel <b>Mare d'Irlanda</b> contiene microplastiche nel tratto digerente. Un'analisi condotta nel <b>Mediterraneo</b> su 121 pesci, incluse specie commerciali come pesce spada o tonno, ha rivelato la presenza di detriti di plastica nel 18% dei campioni. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Solo per citare alcuni esempi.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Gli organismi marini ingeriscono plastica in molti modi: cozze e ostriche filtrando l'acqua, i pesci attraverso ingestione accidentale (i frammenti possono essere scambiati per prede) o probabilmente di prede contaminate. <b>Una delle principali preoccupazioni è infatti quella che le microplastiche possano trasferirsi e bioaccumularsi attraverso la catena alimentare</b>. Ma non è tutto. E' stato dimostrato che le cozze possono accumulare nell'intestino frammenti fra i 3 e i 9 micron che vengono traslocati attraverso la parete intestinale al sistema circolatorio nel giro di 3 giorni, raggiungendo in questo modo i tessuti dove possono rimanere per 48 giorni. Con effetti biologici ad oggi sconosciuti, che sembrerebbero tuttavia trascurabili sul breve termine. Esperimenti condotti in laboratorio su branzini hanno mostrato, ad esempio, che i pesci nutriti con alimenti contenenti materiali plastici mostravano nel 50% dei casi gravi alterazioni del tratto intestinale. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">I frammenti microscopici si accumulano nell'intestino dei pesci provocando malnutrizione e morte, soprattutto quelle di maggiori dimensioni, e sono state osservate nell'intestino di 11 delle 20 specie maggiormente utilizzate per scopi alimentari. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: inherit;">LA POSSIBILE INGESTIONE DI MICRO E NANOPLASTICHE HA EFFETTI SULLA SALUTE UMANA?</span></b><br />
<b><span style="font-family: inherit;"><br /></span></b>
<b><span style="font-family: inherit;"><br /></span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-X8L49Jc7L4g/WnJQ_ngo4OI/AAAAAAAAdGU/mQfydO2ImgouRs9craISgN0dnWUGDHkVwCLcBGAs/s1600/noaa2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="495" data-original-width="660" height="240" src="https://3.bp.blogspot.com/-X8L49Jc7L4g/WnJQ_ngo4OI/AAAAAAAAdGU/mQfydO2ImgouRs9craISgN0dnWUGDHkVwCLcBGAs/s320/noaa2.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">by NOAA</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: inherit;">Non esistono dati esaustivi riguardo alla quantità di microplastiche ingerite dall'uomo, a seguito di consumo di pesce, e alla loro tossicità - o a quella degli additivi contenuti e dei contaminanti assorbiti - sugli organismi marini e sugli esseri umani. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Di certo una delle preoccupazioni riguarda le elevate concentrazioni di <b>contaminanti organici persistenti</b> assorbiti e poi rilasciati dalle microplastiche (i policlorobifenili PCB, ad esempio), ma anche la presenza, tra gli altri, di bisfenolo A, un <b>additivo</b> utilizzato durante la sintesi di materie plastiche. Alcuni studi indicano infatti che le microplastiche, dopo l'ingestione attraverso il cibo, possono essere <b>trasferite nei tessuti</b>. Le nanoparticelle possono addirittura penetrare nelle cellule umane, con potenziali conseguenze sulle salute.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Ad esempio è stato stimato che, nella peggiore delle ipotesi, l'esposizione alle microplastiche dopo il consumo di 225 g di cozze sarebbe di 7 ug, con una trascurabile esposizione ai contaminanti organici persistenti (lo 0,1% dell'esposizione complessiva attraverso i molteplici alimenti che costituiscono la nostra dieta). </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Sembrerebbe inoltre che solo le microplastiche di lunghezza o diametro inferiore ai 150 micron siano in grado di <b>traslocare attraverso l'epitelio intestinale umano</b>, arrivando in questo modo ai tessuti e interagendo, molto probabilmente, con il<b> sistema immunitario</b>. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-cmRC0OugyKI/WnJRKMvao5I/AAAAAAAAdGY/QcJ56-Mo63ooTmzeHMkgDCKYqy9R-y6yACLcBGAs/s1600/noaajpg.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1055" data-original-width="1600" height="211" src="https://4.bp.blogspot.com/-cmRC0OugyKI/WnJRKMvao5I/AAAAAAAAdGY/QcJ56-Mo63ooTmzeHMkgDCKYqy9R-y6yACLcBGAs/s320/noaajpg.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="font-family: inherit;">Non esistono al momento dati riguardo al destino e agli effetti delle <b>nanoplastiche</b> sugli organismi marini e sull'uomo. Sappiamo, tuttavia, che tali frammenti possono traslocare attraverso l'epitelio intestinale generando un'esposizione sistemica (ovvero arrivano ai tessuti). Non esistono dati tossicologici, benché siano stati riportati effetti avversi sulla salute umana a seguito di inalazione o attraverso l'uso di protesi di materiali plastici. E' altamente probabile che anche in questo caso, a seguito di ingestione, ci sia un'interazione col sistema immunitario. </span><br />
<span style="font-family: inherit;">Molti degli additivi e delle sostante contaminanti che ritroviamo nella plastica possono avere effetti significativi sulla salute umana e della fauna. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Nella letteratura scientifica sono noti i potenziali rischi tossicologici associati all'esposizione a queste sostanze disperse nell'ambiente (è opportuno ricordare che tali dati non riguardano nello specifico l'interazione attraverso microplastiche).</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Alcuni esempi:</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-mibCo6DwHZI/WnJRw6oid3I/AAAAAAAAdGc/nXUyL2_fl-AI1xAd2aiu4riy1uclFLPrQCLcBGAs/s1600/EPA.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="393" data-original-width="590" height="213" src="https://3.bp.blogspot.com/-mibCo6DwHZI/WnJRw6oid3I/AAAAAAAAdGc/nXUyL2_fl-AI1xAd2aiu4riy1uclFLPrQCLcBGAs/s320/EPA.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">by EPA</td></tr>
</tbody></table>
<ul>
<li><span style="font-family: inherit;"><b>Bisfenolo A</b>: possibile interferente endocrino e possibile tossicità durante lo sviluppo di feto e neonato;</span></li>
<li><span style="font-family: inherit;"><b>Ftalati</b>: sostanze tossiche per la riproduzione, ad alte dosi possono causare danni epatici;</span></li>
<li><span style="font-family: inherit;"><b>Nonilfenolo</b>: estremamente tossico per la vita acquatica, interferente endocrino nei pesci; preoccupazione rispetto alla tossicità per la riproduzione e lo sviluppo in fauna ed esseri umani;</span></li>
<li><span style="font-family: inherit;"><b>Polibrominato difenile</b>: potenziale interferente endocrino, soprattutto per quanto riguarda la funzione tiroidea; preoccupazione per gli effetti sullo sviluppo neurologico, il comportamento e il sistema immunitario;</span></li>
<li><span style="font-family: inherit;"><b>Policlorinato bifenile</b>: tossico per sistema immunitario, riproduttivo e nervoso in molti animali; può causare danno epatico e alcuni tipi di tumore. </span></li>
</ul>
<div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<br />
<div>
<span style="font-family: inherit;">Per concludere, la ricerca sulle microplastiche è agli albori. Esistono numerose incertezze e non sono disponibili dati conclusivi circa il loro impatto sulla fauna marina e sulla salute umana. </span></div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Non sappiamo con esattezza quante microplastiche sono presenti negli oceani, se tali frammenti entrino nella catena alimentare, quale sia il loro destino quando vengono ingerite dagli organismi marini, quale sia il loro livello di tossicità (o la tossicità delle sostanze ad essi associate) sulla salute di queste creature e su quella degli essere umani. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: #fefdfa; color: #060606;">Se volete saperne di più su <b>#SaveHumansThursday</b>, un progetto creato da me e dalla collega e amica dott.ssa Livia Galletti, troverete tutte le informazioni <a href="http://ecobriciole.blogspot.it/2018/01/54-settimane-con-savehumansthursday.html" style="color: #7d181e; text-decoration-line: none;">qui</a>.</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: #fefdfa; color: #060606;"><br /></span></span><span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: #fefdfa; color: #060606;">Seguite gli aggiornamenti sulle nostre pagine Facebook <a href="https://www.facebook.com/francescadefilippis.biologonutrizionista" style="color: #7d181e; text-decoration-line: none;">dott.ssa Francesca De Filippis</a> e <a href="https://www.facebook.com/GallettiNutrizionista/" style="color: #7d181e; text-decoration-line: none;">dott.ssa Livia Galletti</a>.</span></span><span style="font-family: inherit;"><br style="background-color: #fefdfa; color: #060606;" /></span><span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: #fefdfa; color: #060606;">Vi aspettiamo giovedì prossimo! </span></span><br />
<br />
<br />
<br />
<b>Bibliografia:</b><br />
<b><br /></b>
<br />
<ul style="text-align: start;">
<li>EFSA CONTAM Panel (EFSA Panel on Contaminants in the Food Chain) - <i>Statement on the presence of microplastics and nanoplastics in food, with particular focus on seafood</i> - EFSA Journal 2016;14(6):4501, 30 pp. </li>
<li>GESAMP - <i>Sources, fate and effects of microplastics in the marine environment: part two of a global assessment</i> - (Kershaw PJ and Rochman CM eds). (IMO/FAO/UNESCO-IOC/UNIDO/WMO/IAEA/UN/UNEP/UNDP Joint Group of Experts on the Scientific Aspects of Marine Environmental Protection). Rep. Stud. GESAMP No. 93, 220 p.</li>
<li>Lusher AL, Hollman PCH, Mendoza-Hill JJ -<i>Microplastics in fisheries and aquaculture: status of knowledge on their occurrence and implications for aquatic organisms and food safety</i> - FAO Fisheries and Aquaculture Technical Paper, 2017, No. 615. Rome, Italy.</li>
<li>Miller K, Santillo D and Johnston P - <i>Plastics in Seafood- full technical review of the occurence, fate and effects of microplastics in fish and shellfish</i> - Greenpeace Research Laboratories Technical Report (Review), 2016.</li>
<li>Shivika S and Subhankar C - <i>Microplastic pollution, a threat to marine ecosystem and human health: a short review</i> - Environ Sci Pollut Res, 2017; DOI 10.1007/s11356-017-9910-8</li>
</ul>
<br /></div>
ecobriciolehttp://www.blogger.com/profile/07549199608332406980noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1798192545379933842.post-15956320755055955922018-01-25T03:06:00.000-08:002018-01-25T03:06:21.490-08:00settimana 6 #SaveHumansThursday. Come Scegliere il caffè- parte 2<span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white; color: #1d2129;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white; color: #1d2129;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white; color: #1d2129;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white; color: #1d2129;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white; color: #1d2129;"><br /></span></span>
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-450ljqsDXGE/Wmm559SedJI/AAAAAAAAc1o/yMTxwLtHiR0AJC_uMK13GSU7Oo9PxjCkQCLcBGAs/s1600/2018_01_25_TazzinaChicchi-300x200.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="200" data-original-width="300" src="https://1.bp.blogspot.com/-450ljqsDXGE/Wmm559SedJI/AAAAAAAAc1o/yMTxwLtHiR0AJC_uMK13GSU7Oo9PxjCkQCLcBGAs/s1600/2018_01_25_TazzinaChicchi-300x200.jpg" /></a><span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white; color: #1d2129;">54 settimane con </span><a class="_58cn" data-ft="{"tn":"*N","type":104}" href="https://www.facebook.com/hashtag/savehumansthursday?source=feed_text&story_id=1366423106796486" style="background-color: white; color: #365899; text-decoration-line: none;"><span class="_5afx" style="direction: ltr; unicode-bidi: isolate;"><span aria-label="hashtag" class="_58cl _5afz" style="color: #4267b2; unicode-bidi: isolate;">#</span><span class="_58cm">SaveHumansThursday</span></span></a><span style="background-color: white; color: #1d2129;"> per parlare dell'impatto ambientale del cibo su </span><a class="profileLink" data-hovercard-prefer-more-content-show="1" data-hovercard="/ajax/hovercard/page.php?id=527514580762590&extragetparams=%7B%22fref%22%3A%22mentions%22%7D" href="https://www.facebook.com/GallettiNutrizionista/?fref=mentions" style="background-color: white; color: #365899; text-decoration-line: none;">Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista</a><span style="background-color: white; color: #1d2129;"> e </span><a class="profileLink" data-hovercard-prefer-more-content-show="1" data-hovercard="/ajax/hovercard/page.php?id=228369963935145&extragetparams=%7B%22fref%22%3A%22mentions%22%7D" href="https://www.facebook.com/francescadefilippis.biologonutrizionista/?fref=mentions" style="background-color: white; color: #365899; text-decoration-line: none;">Francesca De Filippis - Biologo Nutrizionista Bologna</a><span style="background-color: white; color: #1d2129;">.</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br style="background-color: white; color: #1d2129;" /></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white; color: #1d2129;">Seconda puntata di Save Humans Thursday dedicata al caffè, tanto amato da noi italiani, per capire il suo impatto sull'ambiente. </span></span><span style="font-family: inherit;"><br style="background-color: white; color: #1d2129;" /></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white; color: #1d2129;"><br /></span></span>
<br />
<span style="font-family: inherit;">Ecco il <a href="http://www.liviagalletti.com/%E2%80%A6/24/come-scegliere-il-caffe-2/">link</a> all'articolo scritto dalla collega e amica dott.ssa Livia Galletti.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white; color: #1d2129;">Vi aspettiamo giovedì prossimo!</span></span><br />
<div>
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white; color: #1d2129;"><br /></span></span></div>
ecobriciolehttp://www.blogger.com/profile/07549199608332406980noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1798192545379933842.post-31233437265490372242018-01-17T14:32:00.002-08:002018-01-17T14:32:58.221-08:00settimana 5 #SaveHumansThursday. Plastica e microplastiche nel mare (parte 1): di cosa si tratta?<div style="text-align: center;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>Negli oceani esistono 5 enormi isole di spazzatura in corrispondenza dei principali vortici subtropicali, formate principalmente da plastica. I frammenti di plastica sono stabili, altamente resistenti e rilasciano nell'ambiente additivi e contaminanti organici persistenti che rappresentano un potenziale rischio per gli ecosistemi.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-lcZdqZYomdM/Wl_LHYvy0UI/AAAAAAAAcfI/Cph2BmwnB2cAKWNrqZw6feFC-jVNzrwQQCLcBGAs/s1600/dolphin%2Bplastic%2Bbag%2Bat%2Bfernando%2Bde%2Bnoronha%2Bby%2BJedimentat.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="643" data-original-width="990" height="207" src="https://1.bp.blogspot.com/-lcZdqZYomdM/Wl_LHYvy0UI/AAAAAAAAcfI/Cph2BmwnB2cAKWNrqZw6feFC-jVNzrwQQCLcBGAs/s320/dolphin%2Bplastic%2Bbag%2Bat%2Bfernando%2Bde%2Bnoronha%2Bby%2BJedimentat.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">dolphin plastic bag at fernando de noronha by Jedimentat44</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: inherit;">Recentemente una fetta considerevole dell'opinione pubblica italiana si è sollevata. Finalmente, penserà qualche malizioso lettore. Mi duole deluderlo, poiché l'acceso dissenso non ha riguardato importanti temi sociali o ambientali. Insomma le urgenti questioni del nostro tempo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">L'oggetto del contendere sono stati gli oramai famigerati <b>sacchetti di plastica</b> per alimenti che, loro malgrado, sono finiti in prima pagina. La legge n. 123 del 3 agosto 2017 li ha rottamati e così, dal 1 gennaio 2018, sono disponibili solo gli shopper biodegradabili e compostabili a pagamento.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Sarebbe stato auspicabile, a mio parere, intervenire in maniera ancora più incisiva, incentivando ad esempio il riuso. Insomma cosa ne vogliamo fare di tutti gli imballaggi in plastica di cui pullulano i supermercati e non solo? D'altronde tutto è perfettibile, ma la direzione non può che essere questa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Il fatto poi che i nuovi shopper siano a pagamento può risultare seccante, è comprensibile. Lo è a prescindere dal costo quando un bene, che abbiamo sempre percepito come gratuito, all'improvviso non lo è più. D'altronde i sacchetti di plastica un costo l'hanno sempre avuto. Altissimo. Poiché devono essere prodotti, successivamente raccolti e, nella migliore delle ipotesi, riciclati. Il fatto che da oggi abbiano anche un valore economico per il consumatore, potrebbe aiutarci a comprenderne l'impatto e a farne buon uso.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<b><span style="font-family: inherit;">L'ERA DELLA PLASTICA</span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<br /></div>
<div style="background-color: #fefdfa; color: #060606; line-height: 19.5px; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-5bqtkT3tojo/Wl_LnKGxbsI/AAAAAAAAcfQ/Fa0j1pLbDcIvZewMKmpwjl4aK10-MFV5QCLcBGAs/s1600/noaa1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="498" data-original-width="650" height="244" src="https://1.bp.blogspot.com/-5bqtkT3tojo/Wl_LnKGxbsI/AAAAAAAAcfQ/Fa0j1pLbDcIvZewMKmpwjl4aK10-MFV5QCLcBGAs/s320/noaa1.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">by NOAA</td></tr>
</tbody></table>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><b>La produzione mondiale di plastica ammonta a 280 milioni di tonnellate l'anno</b>, nel 2050 si stima che raggiungerà i 400 milioni. L'Europa contribuisce per il 20%, la Cina per circa il 25%, USA, Canada e Messico per circa il 20%. In Europa il 40% della plastica viene utilizzata per gli imballaggi.</span></li>
</ul>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">La plastica può finire in discarica, essere incenerita o riciclata. <b>Il 4-10% della plastica prodotta ogni anno finisce negli oceani, circa 8 milioni di tonnellate</b>, attraverso i fiumi, le acque reflue ma anche per l'abbandono di rifiuti nelle zone costiere e fluviali. Secondo una recente stima 1,15-2,41 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica finiscono ogni anno negli oceani attraverso i fiumi, soprattutto nel periodo che va da maggio a ottobre. Il 67% della plastica in mare proviene dai fiumi maggiormente inquinati, soprattutto in Asia. Buona parte delle plastiche che si trovano sui fondali derivano invece dalle attività di pesca e dai rifiuti urbani. In superficie, sia in mare sia sulle spiagge, ritroviamo in ordine di abbondanza sacchetti di plastica, imballaggi vari, reti da mitili e i bastoncini dei cotton fioc. Che sono più abbondanti dei mozziconi di sigaretta e delle bottiglie per l'acqua.</span></li>
</ul>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><b>E' stato stimato che la plastica costituisce il 60-80% dei rifiuti marini, in sostanza 5,25 trilioni di detriti di plastica del peso di 268.940 tonnellate galleggiano nel mare.</b> Ma non sono disponibili al momento cifre definitive. Senza contare quelli che si trovano sui fondali o sulle spiagge. Dato ancora più allarmante se pensiamo che la plastica è persistente nell'ambiente e viene dispersa. </span></li>
</ul>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><b>Nel Mediterraneo galleggiano 250 miliardi di frammenti di plastica</b>, sui suoi fondali giacciono tra le 600 e le 3000 tonnellate di rifiuti, prevalentemente plastici. Lungo tutta la costa adriatica italiana c'è una fascia di frammenti di plastica ininterrotta, con una concentrazione di 10 grammi per chilometro quadrato.</span></li>
</ul>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-it6DH4Pdqx8/Wl_L0Nu7t4I/AAAAAAAAcfU/wZS2HOeIbBEOK_5pzfzuktlKjQp3PjRFwCLcBGAs/s1600/By%2BFangz%2B%255BPublic%2Bdomain%255D%252C%2Bvia%2BWikimedia%2BCommons.png" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="294" data-original-width="450" height="209" src="https://2.bp.blogspot.com/-it6DH4Pdqx8/Wl_L0Nu7t4I/AAAAAAAAcfU/wZS2HOeIbBEOK_5pzfzuktlKjQp3PjRFwCLcBGAs/s320/By%2BFangz%2B%255BPublic%2Bdomain%255D%252C%2Bvia%2BWikimedia%2BCommons.png" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">by Fangz</td></tr>
</tbody></table>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><b>Negli oceani esistono 5 enormi isole di spazzatura</b>. Migliaia di tonnellate di frammenti di plastica si accumulano in corrispondenza dei 5 principali vortici subtropicali (Nord Pacifico, Sud Pacifico, Nord Atlantico, Sud Atlantico e Oceano Indiano) che, nei loro nuclei più densi, contano milioni di pezzi di plastica per ogni chilometro quadrato. La più grande si trova nel vortice subtropicale del Nord Pacifico: ha un'estensione tra i 700.000 e i 10 milioni di chilometri quadrati con una concentrazione di <span style="font-family: inherit;">3,34 x<small style="background-color: white; text-align: start;"> </small><span style="background-color: white; text-align: start;">10</span><sup style="background-color: white; line-height: 1; text-align: start;">6</sup><small style="background-color: white; color: #222222; text-align: start;"> </small></span>frammenti di plastica per chilometro quadrato. Questi detriti assomigliano ad una "zuppa" in continuo movimento che si distribuisce sulla superficie ma anche lungo tutta la colonna d'acqua, fino ai fondali. Le conseguenze sugli ecosistemi non sono ancora pienamente conosciute. Ciò che sappiamo è che questo "plancton" di plastica rappresenta un ottimo substrato per i batteri, inclusi quelli patogeni per l'uomo che provengono dalle fognature. Tali batteri potrebbero trovare riparo dai trattamenti a cui vengono sottoposte le acque proprio attraverso questi frammenti di plastica che li trasportano.</span></li>
</ul>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Ma c'è qualcosa che non quadra, proprio per l'estrema difficoltà nell'effettuare monitoraggi in tal senso.<b> Delle circa 300 milioni di tonnellate di plastica prodotte ogni anno, ne finiscono in mare 8 milioni. Tuttavia una recente indagine ne ha "contate" solo (si fa per dire) 268.000 in mare, il 3%</b>.</span></li>
</ul>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: inherit;">DOVE FINISCE IL 95-97% DELLA PLASTICA?</span></b><br />
<b><span style="font-family: inherit;"><br /></span></b>
<b><span style="font-family: inherit;"><br /></span></b>
<b><span style="font-family: inherit;"><br /></span></b>
<b><span style="font-family: inherit;"><br /></span></b>
<span style="font-family: inherit;">La plastica in mare ha molti volti:</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<div style="background-color: #fefdfa; color: #060606; line-height: 19.5px; margin-bottom: 0cm;">
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-69PnffMcOLA/Wl_NF3GIMDI/AAAAAAAAcfs/H5sZbm_6m9wmMFX74-b-RiNegiFSRH-QgCLcBGAs/s1600/marine-debris-entangledturtlenoaa.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1060" data-original-width="1600" height="211" src="https://2.bp.blogspot.com/-69PnffMcOLA/Wl_NF3GIMDI/AAAAAAAAcfs/H5sZbm_6m9wmMFX74-b-RiNegiFSRH-QgCLcBGAs/s320/marine-debris-entangledturtlenoaa.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">by Noaa</td></tr>
</tbody></table>
<ul>
<li><span style="font-family: inherit;"><b>Macroplastiche</b> di diametro o lunghezza superiore ai 2,5 cm. Includono <b>sacchetti o bottiglie in plastica</b> i cui effetti sono ben documentati su uccelli, pesci, tartarughe e mammiferi marini. Si va dal soffocamento a causa dell'ingestione a lesioni, anche mortali, dell'apparato digerente, intrappolamento nelle reti abbandonate, con conseguenti ferite mortali o morte per inedia, fino allo strangolamento;</span></li>
</ul>
<ul>
<li><span style="font-family: inherit;"><b>Mesoplastiche</b> di diametro o lunghezza compresi fra 0,5 e 2,5 cm;</span></li>
</ul>
<ul>
<li><span style="font-family: inherit;"><b>Microplastiche </b>di diametro o lunghezza inferiore a 0,5 cm e dalla forma di sfere, frammenti o filamenti. Possono essere primarie (volutamente realizzate per essere di dimensioni microscopiche come i<b> microgranuli</b> contenuti in molti prodotti per l'igiene personale, scrub o dentifrici, o <b>microfibre</b> liberate dall'abbigliamento sintetico durante i lavaggi e non trattenute dai depuratori) o secondarie (<b>derivate dalla frammentazione delle macroplastiche operata dall'esposizione a vento, onde e raggi ultravioletti</b>). Non esistono attualmente dati quantitativi definitivi rispetto alla loro presenza in mare;</span></li>
</ul>
<ul>
<li><span style="font-family: inherit;"><b>Nanoplastiche</b>, considerate un sottoinsieme delle microplastiche, di diametro o lunghezza inferiore a un micron.</span></li>
</ul>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
</div>
</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-LGtmsaHJH6E/Wl_MlijwhFI/AAAAAAAAcfk/aJ9qKrOZQPo6EeWX81LcNwE-jwZeAhD6gCLcBGAs/s1600/DSC00316.png" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://4.bp.blogspot.com/-LGtmsaHJH6E/Wl_MlijwhFI/AAAAAAAAcfk/aJ9qKrOZQPo6EeWX81LcNwE-jwZeAhD6gCLcBGAs/s320/DSC00316.png" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Microplastiche in spiaggia, by Francesca De Filippis</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: inherit;"><b>I frammenti di plastica sono considerati abbastanza stabili e altamente resistenti, potenzialmente durano da centinaia a migliaia di anni e il loro destino finale è ancora sconosciuto.</b> Come è possibile che le stime riguardanti la plastica che galleggia sulla superficie degli oceani giustifichino solo il 3% di quella che ogni anno finisce in mare? Dove si nasconde il restante 97%? </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">La realtà è che la sua destinazione finale resta per ora sconosciuta e sono state avanzate solo alcune ipotesi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Le microplastiche sono infatti onnipresenti nei <b>sedimenti costieri</b> (con quantità che variano da 2 a 30 particelle ogni 250 ml di sedimento), nei <b>ghiacci artici</b> e finiscono inoltre sulle <b>spiagge</b>. Questi microscopici frammenti rappresentano un substrato per diverse comunità di <b>microrganismi</b> e alcuni studiosi ritengono che la maggior parte della plastica si trasformi in nanoparticelle. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Di sicuro plastica e microplastiche vengono <b>ingerite dagli animali marini</b>, entrando in questo modo nella catena alimentare. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">E qui subentra un ulteriore problema. Durante la produzione della plastica vengono infatti utilizzati numerosi additivi (<b>plastificanti, antimicrobici, ritardanti di fiamma</b>) che possono essere rilasciati in mare con conseguenze su tutti gli organismi viventi.
È stato inoltre documentato che <b>contaminanti organici persistenti (POPs)</b>, come i pesticidi o policlorobifenili (PCB), possono
essere adsorbiti dai frammenti di plastica e successivamente desorbiti, ovvero rilasciati. I POPs sono sostanze chimiche tossiche difficilmente degradabili e bioaccumulative che, dopo il loro rilascio, si diffondono attraverso l'aria, l'acqua e la catena alimentare, provocando danni all'ambiente e alla salute umana. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-bQzs0cUsezY/Wl_Nc0eEkCI/AAAAAAAAcf0/KVnLinrjrvcVAv24WCyHe3A31p5XQrWPACLcBGAs/s1600/By%2BMichaelisScientists%2B%2528Own%2Bwork%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="180" src="https://2.bp.blogspot.com/-bQzs0cUsezY/Wl_Nc0eEkCI/AAAAAAAAcf0/KVnLinrjrvcVAv24WCyHe3A31p5XQrWPACLcBGAs/s320/By%2BMichaelisScientists%2B%2528Own%2Bwork%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">By MichaelisScientists (Own work)</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: inherit;">Il <b>bioaccumulo</b> viene definito come un processo
che provoca un incremento della concentrazione
chimica di un composto xenobiotico (una sostanza estranea alla sua normale nutrizione) in un organismo acquatico rispetto
alla concentrazione presente in acqua, dovuto ad esempio all'assunzione attraverso il cibo. La <b>biomagnificazione</b> è un caso speciale di
bioaccumulo in cui la concentrazione chimica
del composto inquinante nell’organismo
è maggiore rispetto alla concentrazione
dello stesso composto nell’organismo
che costituisce la sua dieta.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Facciamo un esempio. Anni fa venne condotto uno studio sulle concentrazioni di PCB nelle varie specie di animali che costituivano una catena alimentare nella regione dei Grandi Laghi. Il predatore all'apice di questa catena era il gabbiano reale. Nonostante la concentrazione di PCB nelle acque fosse risultata bassa, la sua concentrazione nelle uova di gabbiano reale era 5000 volte superiore rispetto a quella rilevata nei tessuti delle specie predate.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Gli animali che accumulano direttamente microplastiche sono quelli detrivori e filtratori (come le cozze), anche se l'accumulo diretto è riscontrabile anche ai livelli più alti della catena trofica. E' il caso della balenottera comune, che accumula notevoli quantità di ftalati involontariamente estratti da questi microscopici frammenti. Il processo di biomagnificazione riguarda anche il trasferimento trofico in predatori come uccelli, rettili, mammiferi marini fino ad arrivare all'uomo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-ZRT93w6tFa0/Wl_Nj6YgJ0I/AAAAAAAAcf4/yX3Vc932Xzor4iNSqGm8DWPZl1aJOT8ZACLcBGAs/s1600/marinedebris-coralreefnoaa.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="484" data-original-width="480" height="320" src="https://2.bp.blogspot.com/-ZRT93w6tFa0/Wl_Nj6YgJ0I/AAAAAAAAcf4/yX3Vc932Xzor4iNSqGm8DWPZl1aJOT8ZACLcBGAs/s320/marinedebris-coralreefnoaa.jpg" width="317" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">by NOAA</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: inherit;"><b>Non conosciamo del tutto gli effetti dell'ingestione delle microplastiche e dei contaminanti nei vari livelli della catena alimentare, ma i rischi potenziali sugli ecosistemi sono molti</b>. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Ne parleremo nelle prossime settimane in due articoli che completeranno questa serie sulle microplastiche: uno dedicato ai rischi per la fauna e uno dedicato ai rischi per la salute umana. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">I dati a disposizione devono far riflettere, ma soprattutto correre ai ripari. Non è possibile, al momento, ripulire interamente oceani e spiagge dall'immane presenza di plastica. E' necessario dunque rivedere drasticamente il modo in cui la produciamo, la consumiamo e la smaltiamo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Nel mare ci sono anche i nostri sacchetti di plastica. Siamo parte del problema, non possiamo illuderci che non dovremo rinunciare a nulla per iniziare ad essere una piccola parte della soluzione. </span></div>
</div>
</div>
</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #fefefe;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span></div>
<span style="text-align: justify;">Se volete saperne di più su <b>#SaveHumansThursday</b>, un progetto creato da me e dalla collega e amica dott.ssa Livia Galletti, troverete tutte le informazioni <a href="http://ecobriciole.blogspot.it/2018/01/54-settimane-con-savehumansthursday.html" style="color: #7d181e; text-decoration-line: none;">qui</a>.</span><br />
<span style="text-align: justify;"><br /></span><span style="text-align: justify;">Seguite gli aggiornamenti sulle nostre pagine Facebook <a href="https://www.facebook.com/francescadefilippis.biologonutrizionista" style="color: #7d181e; text-decoration-line: none;">dott.ssa Francesca De Filippis</a> e <a href="https://www.facebook.com/GallettiNutrizionista/" style="color: #7d181e; text-decoration-line: none;">dott.ssa Livia Galletti</a>.</span><br />
<br style="text-align: justify;" />
<span style="text-align: justify;">Vi aspettiamo giovedì prossimo! </span><br />
<span style="text-align: justify;"><br /></span>
<span style="text-align: justify;"><br /></span>
<span style="text-align: justify;"><b>Bibliografia:</b></span><br />
<span style="text-align: justify;"><br /></span>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<ul>
<li>Cozar A et al. - <i>Plastic debris in the open ocean</i> - PNAS, 2014, 111 (28):10239-10244;</li>
</ul>
<ul>
<li>Eriksen M et al. - <i>Plastic pollution in the world's oceans: more then 5 trillion plastic pieces weighing over 250,000 tons afloat at sea</i> - PLOS ONE, 2014: DOI:10.1371/journal.pone.0111913;</li>
</ul>
<ul>
<li>GESAMP - <i>Sources, fate and effects of microplastics in the marine environment: part two of a global assessment</i> - (Kershaw PJ and Rochman CM eds). (IMO/FAO/UNESCO-IOC/UNIDO/WMO/IAEA/UN/UNEP/UNDP Joint Group of Experts on the Scientific Aspects of Marine Environmental Protection). Rep. Stud. GESAMP No. 93, 220 p;</li>
</ul>
<ul>
<li>Law KL and Thompson RC - <i>Oceans. Microplastics in the seas</i> - Science, 2014, 345 (6193): 144-5;</li>
</ul>
<ul>
<li>Lebreton LCM et al. - <i>River plastic emissions to the world's oceans</i> - Nat Commun, 2017, 8:15611;</li>
</ul>
<ul>
<li>Miller K, Santillo D and Johnston P - <i>Plastics in Seafood- full technical review of the occurence, fate and effects of microplastics in fish and shellfish</i> - Greenpeace Research Laboratories Technical Report (Review), 2016.</li>
</ul>
</div>
<div>
<div class="half_rhythm" style="background-color: white; margin: 0.6923em 0px;">
<div class="contrib-group fm-author">
<span style="font-size: 0.8461em; line-height: 1.6363em; position: relative; top: -0.5em; vertical-align: baseline;"></span></div>
</div>
</div>
ecobriciolehttp://www.blogger.com/profile/07549199608332406980noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1798192545379933842.post-4907095557746816782018-01-03T12:20:00.000-08:002018-01-03T12:20:05.816-08:00settimana 3 #SaveHumansThursday. Overfishing: quale pesce scegliere?<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<div align="justify" class="western" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: inherit;"><br /></span></i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: inherit;">Gli oceani sono impoveriti dal sovrasfruttamento delle risorse ittiche, conosciuto anche come overfishing, una delle più grandi minacce agli ecosistemi marini. Secondo le Nazioni Unite fra 40 anni potrebbero non esserci più pesci negli oceani. </span>Dobbiamo dunque rinunciare al pesce? No, ma imparare a consumarlo con intelligenza. </i></div>
<span style="font-family: inherit;"></span>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-h-QplDCCeu8/Wk0XdhuBshI/AAAAAAAAb10/DzpWJ8Fp6ZoCfmgJXpPbAp-zznh4y-7gwCLcBGAs/s1600/illustration-1807105_960_720.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="581" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-h-QplDCCeu8/Wk0XdhuBshI/AAAAAAAAb10/DzpWJ8Fp6ZoCfmgJXpPbAp-zznh4y-7gwCLcBGAs/s320/illustration-1807105_960_720.jpg" width="258" /></a><span style="font-family: inherit;">- Mi raccomando, consumi pesce
almeno due volte a settimana -</span></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Questo è il consiglio che
ogni nutrizionista - la sottoscritta non fa eccezione - ripete
millemila volte al giorno. A questo punto il paziente, che oramai
conosce benissimo le innegabili proprietà nutrizionali di questo
alimento, fissa il professionista con un'espressione a metà tra la rassegnazione e
la mestizia. Lui sta pensando al merluzzo surgelato che troverà al
supermercato sotto casa. </span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Tutt'al più all'orata o alla spigola,
rigorosamente allevate, che potrebbe prendere al sabato. Se gli va
bene.</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Beninteso, il pesce gli piace
molto. Al ristorante però. Perché quando si trova davanti a quel
banco pieno di creature mitologiche lui non sa più che </span><b style="font-family: inherit;">pesci</b><span style="font-family: inherit;">
prendere. Quali prodotti scegliere, come pulirli, come conservarli. E
poi vanno cucinati. Non è banale se l'alimento in questione non ha
mai fatto parte della tradizione alimentare della famiglia.</span></span></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Ma lo fa, ci prova. E al primo
controllo esordisce – Dottoressa, ho mangiato il pesce come mi ha
detto lei! Ho preso il p.. pong, insomma come si chiama quel bagaglio
li? -</span></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Siamo a Bologna. Qui qualsiasi
oggetto (o persona) percepito come un attrezzo inservibile che non
svolge nessuna funzione utile è un “bagaglio”. Io,<i> abruzzigena</i> trapiantata a Bologna da vent'anni, ci ho messo un po', e più di una
situazione tragicomica, per impararne il significato. Ma pian piano
ci sono riuscita.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">- Intende il pangasio? -</span></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">- Si, si “LUI”! E poi
anche il merluzzo surgelato. L'ho lessato per 20/30 minuti in acqua.
Dottoressa io l'ho mangiato perché mi ha detto lei di farlo, ma era
veramente cattivo! -</span></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">E ha ragione lui, il paziente.
Però cavoli … insomma ci ha provato, si è impegnato. Non è
affatto semplice cambiare le proprie abitudini a tavola, chi svolge
la mia professione lo sa bene. Con quale coraggio può un
nutrizionista aizzarsi anche di fronte ad un innocente merluzzo?
</span></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">- Insomma, sono anni che VOI
nutrizionisti ci dite di mangiare il pesce. D'altronde lo zucchero è
veleno, le farine raffinate non ne parliamo, la carne fa male e
inquina, mangiamo tonnellate di legumi (anche quando soffriamo di
colite) perché è scritto su tutte le riviste. Adesso non possiamo
mangiare neanche il pesce? -</span></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">E poi ti guarda, il paziente,
come se avesse davanti la<span style="color: black;">
</span><em><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-style: normal;">Signorina
Rottermeier</span></span></span></em><span style="color: black;">.</span></span></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: inherit;">Dunque
“anche” il merluzzo è un problema?</span></span></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: inherit;">Dipende.</span></span></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-_ujUt8Ckoas/Wk0glnphxUI/AAAAAAAAb2g/nMjTlT223Eg9U23PAMVQaP5S75pMn6suQCLcBGAs/s1600/John%2BWallace-%2BNOAA-Mountain_of_dogfish.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" height="240" src="https://4.bp.blogspot.com/-_ujUt8Ckoas/Wk0glnphxUI/AAAAAAAAb2g/nMjTlT223Eg9U23PAMVQaP5S75pMn6suQCLcBGAs/s320/John%2BWallace-%2BNOAA-Mountain_of_dogfish.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">by John Wallace, NOAA</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: inherit;"><span style="color: black;">Gli
<b>oceani</b> sono gravemente malati, non ci sono dubbi. Meglio sarebbe dire
impoveriti dal <b>sovrasfruttamento delle risorse ittiche,</b> conosciuto
anche come <b>overfishing</b>, una delle più grandi minacce agli ecosistemi
oceanici. Ovvero </span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;">la
pesca esercitata in misura eccessiva o in tempi e modi tali da
mettere a rischio la possibilità di riproduzione e quindi la
sopravvivenza di specie ittiche. </span></span>
</span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: inherit;">Secondo
le Nazioni Unite fra <b>40 anni</b> potrebbero non esserci più pesci negli
oceani. Se non faremo nulla, i più giovani potrebbero vedere un mare
senza vita.</span></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: inherit;">Ogni
anno nel mondo vengono pescate circa <b>93 milioni di tonnellate</b> tra
pesce, molluschi e crostacei selvatici. Per 1 miliardo di esseri
umani rappresentano l'unica fonte di sostentamento.</span></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="color: black;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="color: black;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="color: black;">In
Italia nel 2012 sono state consumate 200.000 tonnellate di pesce
appartenente, tuttavia, a non più di <b>10 specie</b>: tonno, spigola, orata,
sogliola, nasello, triglia, seppia, calamaro, polpo e gamberi. Senza
contare i filetti che si trovano sui banchi, prevalentemente persico
e pangasio (che per intenderci è pesce gatto). Sono entrambe specie
allevate in acqua dolce. </span>
</span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: inherit;"><b><br /></b></span></span>
<span style="color: black;"><span style="font-family: inherit;"><b><br /></b></span></span>
<span style="color: black;"><span style="font-family: inherit;"><b>I
Dati</b></span></span><br />
<span style="color: black;"><span style="font-family: inherit;"><b><br /></b></span></span>
<span style="color: black;"><span style="font-family: inherit;"><b><br /></b></span></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-jmm_4P1gb9c/Wk0mWMg3P3I/AAAAAAAAb28/1o9rqI_afaUtfvw0fBgBgAaBdmurLRX4ACLcBGAs/s1600/Entangled_porpoise.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="700" height="205" src="https://3.bp.blogspot.com/-jmm_4P1gb9c/Wk0mWMg3P3I/AAAAAAAAb28/1o9rqI_afaUtfvw0fBgBgAaBdmurLRX4ACLcBGAs/s320/Entangled_porpoise.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Una focena intrappolata, by NOAA</td></tr>
</tbody></table>
<span style="color: black;"><span style="font-family: inherit;">- il
<b>consumo pro capite</b> di pesce è<b> raddoppiato</b> negli ultimi 50 anni;</span></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;">- <b>ad oggi circa il 30 % degli stock ittici mondiali è sovrasfruttato e il 60% è pienamente sfruttato</b>. U</span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><blink>na
popolazione si dice pienamente sfruttata quando lo stock produce
catture che coincidono o sono molto simili alla produzione massima
sostenibile (il rendimento che si ha in corrispondenza del massimo
tasso di crescita). Per questi stock non esistono ulteriori margini
di aumento della produzione e senza un'adeguata gestione potrebbe
esserci rischio di declino. Uno stock sovrasfruttato produce un
rendimento minore rispetto al suo potenziale biologico. Ovvero il
prelievo è superiore al tasso di crescita della popolazione;</blink></span></span></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: right;">
</div>
<span style="font-family: inherit;"><span style="color: black;">- le
tecniche di pesca non selettive causano ogni anno <b>38,5 milioni di
tonnellate di catture accidentali</b>. Circa il 40% del pescato mondiale
è rappresentato da animali marini che vengono uccisi in modo non
intenzionale. Spesso vengono scandalosamente rigettati in mare morti,
moribondi o gravemente feriti. Stiamo parlando di 300.000 tra <b>delfini</b>
e <b>piccole balene</b>, 250.000 <b>tartarughe marine</b>, 300.000 <b>uccelli marini</b>. </span>
</span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-kL34kKZM0do/Wk0oPsbWnDI/AAAAAAAAb3M/wMh7Jq18KtAQQf_5CaAZTuiAHq7fAxlXgCLcBGAs/s1600/Neonata_%2528novellame%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="528" data-original-width="795" height="212" src="https://2.bp.blogspot.com/-kL34kKZM0do/Wk0oPsbWnDI/AAAAAAAAb3M/wMh7Jq18KtAQQf_5CaAZTuiAHq7fAxlXgCLcBGAs/s320/Neonata_%2528novellame%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Novellame, by Civa61</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;">- circa il <b>28%</b> del pescato mondiale è frutto di <b>pesca illegale</b>. Le
violazioni includono la cattura di individui di <b>taglia</b> non adeguata
(giovani), la pesca durante il <b>fermo per il periodo riproduttivo</b> (ad esempio quella
delle triglie durante la primavera e l'estate, nel loro pieno periodo
riproduttivo), l'ingresso delle imbarcazioni nelle<b> aree protette</b>;</span></span></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: inherit;">- nel <b>Mediterraneo</b> l'88% degli stock ittici per i quali si dispone di
dati sufficienti è sovrasfruttato;</span></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: inherit;">- più del 50% delle <b>importazioni</b> avviene da <b>paesi in via di sviluppo</b>;</span></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: inherit;">- le<b> riserve marine</b>, che potrebbero contribuire alla protezione
degli ecosistemi marini, coprono attualmente solo lo <b>0,6% delle acque
mondiali</b>. Nel 99,4% delle acque è possibile pescare. La riduzione
dello sforzo di pesca attraverso la creazione di riserve marine è
uno dei possibili rimedi allo svuotamento dei mari.</span></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: inherit;"><b>Cosa Possono Fare i Cittadini</b></span></span><br />
<span style="color: black;"><span style="font-family: inherit;"><b><br /></b></span></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-5sRjcn8PM7I/WkzOG4fJuWI/AAAAAAAAb0k/_khlerkkJzcNLloaewR8cbj3K6Y1RVRoACLcBGAs/s1600/people-fish-market-marketplace.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="350" data-original-width="528" height="212" src="https://4.bp.blogspot.com/-5sRjcn8PM7I/WkzOG4fJuWI/AAAAAAAAb0k/_khlerkkJzcNLloaewR8cbj3K6Y1RVRoACLcBGAs/s320/people-fish-market-marketplace.jpg" width="320" /></a><span style="color: black;"><span style="font-family: inherit;">Questi
dati parlano tristemente da soli. Superato l'inevitabile e
comprensibile magone, sappiate che <b>le soluzioni esistono</b>, a patto che
siamo disposti a rivedere il modo in cui acquistiamo e consumiamo.</span></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: inherit;">E'
necessario prendere coscienza che il problema riguarda tutti noi, non
solo chi è chiamato a compiere scelte politiche, che pure sarebbero
essenziali.</span></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: inherit;">Dobbiamo
dunque rinunciare al pesce? No, ma imparare a consumarlo con
intelligenza. Eh si, magari con qualche piccolo sforzo in più. Non
pensate che possa valerne la pena?</span></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: inherit;">Dunque
<b>come scegliere il pesce</b>? Per iniziare ecco alcuni semplici
suggerimenti:</span></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: inherit;">- Andiamo a spulciare i <b>ricettari regionali</b> e rispolveriamo le ricette
della nonna. Fino agli anni '50 gli abitanti dei luoghi marittimi
mangiavano pesci d'acqua salata, quelli delle regioni interne pesci
di fiume, di lago o conservati. Oggi è possibile reperire tutto
ovunque, ma è necessario tenere a mente che a risentirne è il
patrimonio ittico;</span></span><br />
<span style="color: black;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-s7IjI4lFmf8/Wk0rZ5QwfDI/AAAAAAAAb3k/rhBxi39hXtMMm2-gJCelSMrMXDLAUiWEACLcBGAs/s1600/Sarda_sarda.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="176" data-original-width="481" height="117" src="https://3.bp.blogspot.com/-s7IjI4lFmf8/Wk0rZ5QwfDI/AAAAAAAAb3k/rhBxi39hXtMMm2-gJCelSMrMXDLAUiWEACLcBGAs/s320/Sarda_sarda.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Palamita, by Sherman Foote Denton </td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: inherit;"><span style="color: black;">- Superiamo la mentalità del trancio che si cuoce in due minuti e
riscopriamo le <b>specie “povere”</b> o “neglette”, che sono ottime
ed infinitamente più economiche. Le famose creature mitologiche per
intenderci. Alcuni nomi? Aguglia, sugarello, sgombro, palamita,
lampuga, zerro ad esempio. Possono ricavarsene comodissimi filetti da
cuocere velocemente. Se non ve la sentite potete delegare al
pescivendolo, dopo due o tre volte vi odierà di meno, provare per
credere. Se poi gli chiederete di sfilettare 1 kg di alici … beh li
ha ragione lui però! </span>
</span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="color: black;">- Per un po' meglio evitare <b>tonno rosso</b>, <b>pesce spada</b>, <b>salmone</b>, <b>squali</b>.
La pesca intensa li ha portati oramai sulla <b>soglia dell'estinzione</b>.
Il danno provocato dall'estinzione delle specie predatrici è
incalcolabile e potrebbe avere conseguenze devastanti sull'equilibrio
della catena alimentare e dell'ecosistema marino. Palombo, smeriglio,
spinarolo, squalo volpe e verdesca sono squali! <b>Cernia bruna</b>,
<b>merluzzo atlantico</b> e <b>merluzzo giallo,</b> pur non essendo ancora in
pericolo d'estinzione, non se la passano proprio bene. Saggio sarebbe
ridurne il consumo. </span>
</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="color: black;"><br /></span></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-LUoWwI9Iiq4/Wk0wWfjvoTI/AAAAAAAAb30/x9i4JMEyMhYI476A4sBHhhrBggscm36kwCLcBGAs/s1600/noaa_C.%2BOrtiz%2BRojas.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1079" data-original-width="1600" height="215" src="https://3.bp.blogspot.com/-LUoWwI9Iiq4/Wk0wWfjvoTI/AAAAAAAAb30/x9i4JMEyMhYI476A4sBHhhrBggscm36kwCLcBGAs/s320/noaa_C.%2BOrtiz%2BRojas.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">by C. Ortiz Rojas, NOAA</td></tr>
</tbody></table>
<span style="color: black;"><span style="font-family: inherit;">- Scegliete anche sulla base degli <b>attrezzi da pesca usati nella
cattura</b>. Devono essere indicati… altrimenti chiedete al
pescivendolo. Temete di passare da rompiscatole? Non vi preoccupate,
la benevolenza del pescivendolo ve la siete giocata quando gli avete
chiesto di sfilettare un kg di alici. Peggio di così non potrà
andare. Ad esempio la <b>pesca a strascico</b> è praticata dal 30% della
flotta peschereccia italiana e si usa per catturare gamberi rossi e
rosa, scampi, canocchie, sogliole, rane pescatrici, palombi, seppie,
calamari, moscardini e polpi. E' una delle tecniche più dannose
perché porta al rastrellamento e alla distruzione dei fondali marini
e di tutto ciò che trovano lungo il loro percorso. Anche i tremagli,
reti ancorate al fondo marino e che restano sospese appena sotto la
superficie dell'acqua, possono causare la morte di pesci e mammiferi
marini di una certa taglia che vi restano impigliati;</span></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: inherit;">- Prediligete i prodotti della <b>pesca artigianale</b> e <b>locale</b> (per il
Mediterraneo le <b>zone FAO</b> sono <b>37.1</b>, <b>37.2</b> e <b>37.3</b>) di modo da tutelare
ambiente, tradizioni, ma anche il reddito delle famiglie impiegate in
questo settore;</span></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: inherit;">- Come la frutta e la verdura anche il pesce ha una propria
<b>stagionalità</b>, che dipende dal ciclo riproduttivo della specie in
questione. Acquistare pesce stagionale significa anche sceglierlo
della taglia giusta, evitando gli individui giovani che non si sono
ancora riprodotti. Mangiare <b>novellame</b> significa
impedire ad una specie di riprodursi. In inverno, ad esempio, sarebbe
preferibile acquistare: triglie, rana pescatrice, sarago, ricciola,
palamita, sgombro, rombo chiodato, polpo e seppia. Per citarne
alcuni.</span></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><strong><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-weight: normal;">E'
importante sapere che dal </span>dicembre 2014 </span></span></strong><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;">è
necessario comunicare ai consumatori: </span></span>
</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><br /></span></span></span></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<strong><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: inherit; font-weight: normal;">1.
la </span><span style="font-family: inherit;">denominazione commerciale</span><span style="font-family: inherit; font-weight: normal;"> della specie;</span></span></span></strong></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<strong><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: inherit; font-weight: normal;">2.
il</span><span style="font-family: inherit;"> metodo di produzione</span><span style="font-family: inherit; font-weight: normal;"> (pescato o allevato);</span></span></span></strong></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><strong><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-weight: normal;">3.
la </span>zona<span style="font-weight: normal;"> in cui il prodotto è stato catturato o allevat</span></span></span></strong><strong><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-weight: normal;">o
e la categoria di </span>attrezzi da pesca<span style="font-weight: normal;"> usati nella cattura di pesci;</span></span></span></strong></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><strong><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-weight: normal;">4. se il prodotto è stato </span>scongelato<span style="font-weight: normal;">.</span></span></span></strong></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><strong><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-weight: normal;"><br /></span></span></span></strong></span></div>
<div align="justify" class="western" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-Xuko290Yx1M/WkzN_y5InrI/AAAAAAAAb1I/RjCNzer2z2M90sTMMGzu0Ox1ez_q6ZgZgCEwYBhgL/s1600/dolphin-203875_960_720.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="960" height="213" src="https://4.bp.blogspot.com/-Xuko290Yx1M/WkzN_y5InrI/AAAAAAAAb1I/RjCNzer2z2M90sTMMGzu0Ox1ez_q6ZgZgCEwYBhgL/s320/dolphin-203875_960_720.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="color: black;"><span style="font-family: inherit;">Tener
conto di tutti questi aspetti non è semplice se non si è abituati.
Ma pian piano è possibile imparare. Su <b>#SaveHumansThursday</b>, che
nasce per fornire suggerimenti pratici che aiutino le persone a
nutrirsi in maniera equilibrata rispettando l'ambiente, ne parleremo.
A breve approfondimenti sulle tecniche di pesca, le specie allevate,
la scelta del pesce e qualche consiglio per poterlo preparare in
maniera gustosa.</span></span></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: inherit;">Se
volete saperne di più su <b>#SaveHumansThursday</b>, un progetto creato da
me e dalla collega e amica dott.ssa Livia Galletti, troverete tutte
le informazioni <a href="http://ecobriciole.blogspot.it/2018/01/54-settimane-con-savehumansthursday.html">qui</a>.</span></span></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Seguite gli aggiornamenti sulle nostre pagine Facebook <a href="https://www.facebook.com/francescadefilippis.biologonutrizionista">dott.ssa Francesca De Filippis</a> e<a href="https://www.facebook.com/GallettiNutrizionista/"> dott.ssa Livia Galletti</a>.</span></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: inherit;">Vi
aspettiamo giovedì prossimo! </span></span><br />
<span style="color: black;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span>
<span style="color: black;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: inherit;"><b>Bibliografia</b></span></span></div>
</div>
<div align="justify" style="line-height: 150%;">
<br />
<div>
<br /></div>
<ul>
<li>AA.VV - <i>Il Pesce, scuola di cucina Slow Food</i> – Giunti, Slow Food Editore, 2013</li>
</ul>
<div>
<br /></div>
<ul>
<li><span style="font-family: inherit;"><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: inherit;">Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO) -<i> The State of World Fisheries and Aquaculture. </i></span></span></span></span><i>Contributing to food security and nutrition for all</i><i style="font-family: inherit;"> -</i><span style="font-family: inherit;"> 2016, Rome. </span></li>
</ul>
<br />
<ul>
<li>WWF. 2015.<i style="color: #060606; font-family: inherit;"> Living Blue Planet Report. Species, habitats and human well-being. </i><span style="font-family: inherit;">[Tanzer J, Phua C, Lawrence A, Gonzales A, Roxburgh T and P Gamblin (Eds)]. WWF, Gland, Switzerland.</span></li>
</ul>
<br />
<br /></div>
<div align="justify" style="background: rgb(255, 255, 255); border: none; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
ecobriciolehttp://www.blogger.com/profile/07549199608332406980noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1798192545379933842.post-88829361053662875732018-01-03T12:10:00.000-08:002018-01-03T12:10:07.498-08:0054 settimane con #SaveHumansThursday<div style="background-color: white; color: #1d2129; margin-bottom: 6px;">
<br /></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px; text-align: justify;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-jasgT_Ude94/Wk03HJXPA3I/AAAAAAAAb4M/DsDi-5ixvXkvs_S6thao2amcyAF5b0VoQCLcBGAs/s1600/unnamed.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1162" data-original-width="1600" height="232" src="https://3.bp.blogspot.com/-jasgT_Ude94/Wk03HJXPA3I/AAAAAAAAb4M/DsDi-5ixvXkvs_S6thao2amcyAF5b0VoQCLcBGAs/s320/unnamed.jpg" width="320" /></a><span style="font-family: inherit;">La Terra può sopravvivere senza gli uomini, gli uomini senza la Terra no</span></div>
<br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Seguiteci ogni giovedì su</span><span style="font-family: inherit;"> </span><a class="profileLink" data-hovercard-prefer-more-content-show="1" data-hovercard="/ajax/hovercard/page.php?id=228369963935145&extragetparams=%7B%22fref%22%3A%22mentions%22%7D" href="https://www.facebook.com/francescadefilippis.biologonutrizionista/?fref=mentions" style="color: #365899; font-family: inherit; text-decoration-line: none;">Francesca De Filippis - Biologo Nutrizionista Bologna</a><span style="font-family: inherit;"> </span><span style="font-family: inherit;">e</span><span style="font-family: inherit;"> </span><a class="profileLink" data-hovercard-prefer-more-content-show="1" data-hovercard="/ajax/hovercard/page.php?id=527514580762590&extragetparams=%7B%22fref%22%3A%22mentions%22%7D" href="https://www.facebook.com/GallettiNutrizionista/?fref=mentions" style="color: #365899; font-family: inherit; text-decoration-line: none;">Dott.ssa Livia Galletti Biologo Nutrizionista</a></span><br />
<br />
<div style="background-color: white; color: #1d2129; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Il clima del nostro (unico) pianeta sta cambiando rapidamente sotto i nostri occhi. Gli eventi climatici estremi sono oramai consueti anche sul nostro territorio, l'impatto sull’agricoltura, la desertificazione, lo scioglimento dei ghiacciai e la siccità sono solo alcune delle conseguenze. La comunità scientifica è unanime nel ritenere che tali cambiamenti sono provocati e accelerati dalle emissioni di gas serra legate alle attività umane.</span></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Nei paesi occidentali la produzione e il consumo di alimenti sono alla base di un terzo delle emissioni di gas a effetto serra nell'atmosfera, percentuale che supera quella dovuta ai trasporti (18%).</span></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Il cibo è tra le cause del cambiamento climatico.</span></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Ad oggi un terzo della popolazione mondiale ha problemi di nutrizione e, se nulla cambierà, entro il 2020 l'aumento delle temperature potrebbe ridurre del 50% la produzione agricola di alcuni paesi africani e del 30% quella dell'Asia Centrale e del Sud dell'Asia. Aumentando le disuguaglianze e le schiere di “migranti ecologici”. In queste regioni del pianeta l'impatto della popolazione locale sull'ambiente è tra i più bassi al mondo e tuttavia subiscono la maggiore perdita di ecosistemi, pagando il prezzo dello stile di vita di buona parte dei paesi occidentali che, negli anni, hanno mantenuto dei consumi e un'impronta sull'ambiente superiori rispetto alla biocapacità pro-capite del pianeta.</span></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Nel frattempo l'11% delle specie di uccelli, il 18% dei mammiferi, il 5% dei pesci e l'8% delle piante sulla Terra sono in pericolo d'estinzione a causa del degrado degli habitat, dell'eccessivo sfruttamento e dei cambiamenti climatici.</span></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">E dagli anni '70 ad oggi il 50% delle specie di vertebrati è oramai estinta.</span></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">In molti abbiamo assistito - impotenti - alle terribili immagini, pubblicate dal National Geographic, che documentano gli ultimi istanti di vita di un orso polare mentre muore di fame. Lo scioglimento dei ghiacciai gli aveva impedito di procacciarsi il cibo. L'estinzione, estrapolata da asettiche cifre, è questa.</span></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Risulta evidente che la tutela dell'ambiente, già gravemente compromesso, non è più solo affare di “anime poetiche”. È un grave problema che riguarda noi tutti, è necessario che ne prendiamo atto.</span></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Da biologhe sappiamo bene che l'evoluzione ha intessuto una trama di sottilissimi fili che collegano tutte le creature, ciò che accade a loro prima o poi arriverà anche a noi.</span></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Per questo riteniamo che qui non si tratti di salvare il Pianeta che sarà in grado di adattarsi, con le conseguenti estinzioni di massa, come già avvenuto molte volte nella sua storia. La Terra può sopravvivere senza gli uomini, gli uomini senza la Terra no!</span></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">E' necessario nei prossimi 20 anni ridurre del 40 % le emissioni di gas serra pro-capite.</span></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Siamo perfettamente consapevoli della necessità di interventi politici importanti e condivisi tra le Nazioni. Scelte che, con gravissime responsabilità, non ci risultano ad oggi compiute.</span></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Abbiamo pertanto deciso di dare il nostro contributo. La spesa e lo stile di vita rappresentano il primo atto politico di un cittadino.</span></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Ogni giovedì, a partire da oggi e per tutto il 2018, troverete sulle nostre pagine dott.ssa <a href="https://www.facebook.com/francescadefilippis.biologonutrizionista/?hc_ref=ARRnYYXPIdeP9Y_M3NhgXqDKJVnAzEHVkorMGVG5TXCKUaVlMPRqN8-3e7989XyT2jY&fref=nf">Francesca De Filippis </a> e <a href="https://www.facebook.com/GallettiNutrizionista/">dott.ssa Livia Galletti</a> aggiornamenti, informazioni, suggerimenti pratici per abbassare la nostra impronta ecologica a partire dal carrello della spesa, fino ad arrivare alla pattumella dell'organico (perché voi differenziate i rifiuti, vero?).</span></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Può sembrare una piccola goccia in un oceano, ma cosa avverrebbe se tutti i cittadini iniziassero ad assumersi la propria parte di responsabilità nel processo di cambiamento? Noi crediamo che rischierebbero di cambiarle per davvero le cose.</span></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Seguiteci e aiutateci a raggiungere il maggior numero di persone possibile!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Stay tuned!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="background-color: #fefdfa; color: #060606; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 13px; text-align: start;">Bibliografia:</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="background-color: #fefdfa; color: #060606; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 13px; text-align: start;"><br /></b></div>
<br />
<ul style="background-color: #fefdfa; color: #060606; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 1.4; list-style-image: initial; list-style-position: initial; margin: 0.5em 0px; padding: 0px 2.5em;">
<li style="border: none; margin: 0px 0px 0.25em; padding: 0.25em 0px;">FAO - <i>Sustainable diets and biodiversity -</i> 2010</li>
<li style="border: none; margin: 0px 0px 0.25em; padding: 0.25em 0px;">WWF - <i>Living Planet Report</i> - 2014</li>
<li style="border: none; margin: 0px 0px 0.25em; padding: 0.25em 0px;">Global Footprint Network – GFN: www.footprintnetwork.org</li>
<li style="border: none; margin: 0px 0px 0.25em; padding: 0.25em 0px;"><span style="background-color: white; font-family: inherit;"><span style="line-height: 13px;">Nielsen PH, Nielsen AM, Weidema BP, </span><span style="line-height: 13px;">Dalgaard R, Halberg N - <i>LCA </i></span><span style="line-height: 13px;"><i>food data base - 2003;</i> available on-line at http://</span><span style="line-height: 13px;">www.lcafood.dk</span></span></li>
<li style="border: none; margin: 0px 0px 0.25em; padding: 0.25em 0px;"><span style="background-color: white; font-family: inherit;"><span style="line-height: 13px;">BCFN - </span></span><span style="line-height: 16px;"><i>Double Pyramid 2015 RECOMMENDATIONS FOR A SUSTAINABLE DIET - 2015</i></span></li>
</ul>
ecobriciolehttp://www.blogger.com/profile/07549199608332406980noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1798192545379933842.post-54962874853580838132017-11-13T10:48:00.000-08:002017-11-13T10:48:22.896-08:00Alimentazione in autunno<br />
<div style="background-color: white; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; text-align: justify;">
<span style="color: #1d2129;"><br /></span></div>
<div style="background-color: white; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; text-align: justify;">
<span style="color: #1d2129;">Quali alimenti possono aiutarci ad affrontare l'autunno</span><span style="color: #1d2129;">?</span></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px; text-align: justify;">
Ne abbiamo parlato il 2 novembre in diretta a "Detto tra noi", programma condotto da Riccarda Riccò su TRC, canale 15 del digitale terrestre (Emilia Romagna), 827 Sky e streaming <a data-ft="{"tn":"-U"}" data-lynx-mode="async" data-lynx-uri="https://l.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fwww.trc.tv%2F&h=ATMOLwt1i6Jr7HdF99XmgVIV93NnyKiWPNK6G6qduvw_A2QV0XSsl5yu7DJwdHsYOBSikwNa8xyL55MzJkE6dNc_ieNgfky6zNHl2TeRB0-fIjH-DWf_YQfChfUPdECKFoSySgsz1PP2ktXV9CDsl0xM8YsvsqyHzVH0VoKfj4vPrMr4V9L8p6XOxLHTiDqcaL7n_D5-IBdCkggW4arGUiUDIpuStYSkJlFBFmq7UtOCrgkKfXCglGd4azFyuAIVqJAD7jlx0lOh2DVRbE5g0FWzn8KDhNtlhdPteLxn2Q" href="http://www.trc.tv/" rel="noopener nofollow" style="color: #365899; cursor: pointer; font-family: inherit; text-decoration-line: none;" target="_blank">www.trc.tv.</a></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px; text-align: justify;">
Trovate l'intervista sul canale Youtube di Ecobriciole!</div>
<div>
<br /></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/IulSkrq-55k/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/IulSkrq-55k?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
<br /></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
<br /></div>
ecobriciolehttp://www.blogger.com/profile/07549199608332406980noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1798192545379933842.post-77691287261762993952017-04-23T08:11:00.002-07:002017-04-23T08:11:37.625-07:00Chi Nutrirà la Terra? <br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/8VPsB8Mq5n8/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/8VPsB8Mq5n8?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
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<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="background-color: #fefdfa; color: #060606; font-family: inherit; text-align: justify;">Il 22 aprile si è celebrata la Giornata Mondiale della Terra. I cambiamenti climatici, conseguenza delle emissioni di gas serra prodotti dalle attività umane, mettono in pericolo gli esseri viventi umani e non che popolano il pianeta. Il sistema alimentare è responsabile di circa un quarto delle emissioni. E' possibile scegliere un'alimentazione adeguata per l'uomo e per la Terra e accessibile per tutti? </span></div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="background-color: #fefdfa; color: #060606; font-family: inherit; text-align: justify;">Guarda il nuovo video di Ecobriciole dedicato alla Terra!</span></div>
<span style="background-color: #fefdfa; color: #060606; font-family: inherit; text-align: justify;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
Per approfondire partecipa al quiz di Ecobriciole <span style="background-color: #fefdfa;"><span style="font-family: inherit;"><a href="http://ecobriciole.blogspot.it/2016/08/conosci-gli-alimenti-amici-del-clima.html" target="_blank">Conosci gli alimenti amici del clima?</a> e leggi l'articolo </span></span><span style="background-color: #fefdfa;"><span style="font-family: inherit;"><a href="http://ecobriciole.blogspot.it/2016/04/earth-day-2016-un-menu-per-la-terra-e.html" target="_blank">Un menu per la Terra e per gli uomini del 2050</a>.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #fefdfa;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #fefdfa;"><span style="font-family: inherit;">Restate connessi!</span></span></div>
<div class="post-header" style="background-color: #fefdfa; color: #060606; font-family: arial, tahoma, helvetica, freesans, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 1.6; margin: 0px 0px 1em;">
<div class="post-header-line-1">
</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><br /></span></div>
<div style="color: #060606; font-family: arial, tahoma, helvetica, freesans, sans-serif; font-size: 13px; text-align: justify;">
<b style="background-color: white;">Bibliografia:</b></div>
<div style="color: #060606; font-family: arial, tahoma, helvetica, freesans, sans-serif; font-size: 13px; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><br /></span></div>
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<ul style="line-height: 1.4; list-style-image: initial; list-style-position: initial; margin: 0.5em 0px; padding: 0px 2.5em;">
<li style="border: none; margin: 0px 0px 0.25em; padding: 0.25em 0px; text-align: justify;"><span style="background-color: white; font-family: inherit;">Springmann M, Godfray HCJ, Rayner M, Scarborough P - <i style="line-height: inherit;">Analysis and valuation of the health and climate change cobenefits of dietary change - </i><span style="line-height: inherit;">PNAS, 2016, 113 (15): 4146-41517;</span></span></li>
</ul>
<ul style="line-height: 1.4; list-style-image: initial; list-style-position: initial; margin: 0.5em 0px; padding: 0px 2.5em;">
<li style="border: none; margin: 0px 0px 0.25em; padding: 0.25em 0px; text-align: justify;"><span style="background-color: white; line-height: inherit;"><span style="font-family: inherit;">BCFN (Barilla Center for Food and Nutrition) - <i>Alimentazione e Ambiente. Stili di vita sani per le persone e per il pianeta</i> - ottobre 2013;</span></span></li>
</ul>
<ul style="line-height: 1.4; list-style-image: initial; list-style-position: initial; margin: 0.5em 0px; padding: 0px 2.5em;">
<li style="border: none; margin: 0px 0px 0.25em; padding: 0.25em 0px; text-align: justify;"><span style="background-color: white; font-family: inherit;"><span style="line-height: inherit;">Battisti DS and Naylor RL - </span><i>Historical Warnings of Future Food Insecurity with Unprecedented Seasonal Heat</i> - Science, 2009, 323: 240-244;</span></li>
</ul>
<ul style="line-height: 1.4; list-style-image: initial; list-style-position: initial; margin: 0.5em 0px; padding: 0px 2.5em;">
<li style="border: none; margin: 0px 0px 0.25em; padding: 0.25em 0px; text-align: justify;"><span style="background-color: white; line-height: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="line-height: 24.5px;">Scarborough P, Appleby PN, Mizdrak A, et al. - <i>Dietary greenhouse gas emissions of meat-eaters, fish-eaters, vegetarians and vegans in the UK</i> - </span><span style="line-height: 24.5px;">Climatic Change,</span><span style="line-height: 24.5px;"> 2014, 125(2):179-192;</span></span></span></li>
</ul>
<ul style="line-height: 1.4; list-style-image: initial; list-style-position: initial; margin: 0.5em 0px; padding: 0px 2.5em;">
<li style="border: none; margin: 0px 0px 0.25em; padding: 0.25em 0px; text-align: justify;"><span style="background-color: white; font-family: inherit;"><span style="line-height: inherit;"><span style="line-height: 24.5px;">Woodward A and Porter JR -<i> </i></span></span><i>Food, hunger, health, and climate change</i> - Lancet , 2016, 387: 1886–1887;</span></li>
</ul>
<ul style="line-height: 1.4; list-style-image: initial; list-style-position: initial; margin: 0.5em 0px; padding: 0px 2.5em;">
<li style="border: none; margin: 0px 0px 0.25em; padding: 0.25em 0px; text-align: justify;"><span style="background-color: white; font-family: inherit;">McMichael AJ, Powles JW, Butler CD, Uauy R - <i>Food, livestock production, energy, climate change, and health</i> - Lancet, 2007, 370: 1253–63;</span></li>
</ul>
<ul style="line-height: 1.4; list-style-image: initial; list-style-position: initial; margin: 0.5em 0px; padding: 0px 2.5em;">
<li style="border: none; margin: 0px 0px 0.25em; padding: 0.25em 0px; text-align: justify;"><span style="background-color: white; font-family: inherit;">Vitousek PM, Mooney HA, Lubchenco J, Melillo JM - <i>Human Domination of Earth’s Ecosystems</i> - Science, 1997, 277: 494-499;</span></li>
</ul>
<ul style="line-height: 1.4; list-style-image: initial; list-style-position: initial; margin: 0.5em 0px; padding: 0px 2.5em;">
<li style="border: none; margin: 0px 0px 0.25em; padding: 0.25em 0px; text-align: justify;"><span style="background-color: white; font-family: inherit;">Food and Agriculture Organization of the United Nations -<i> Livestock's Long Shadow. Environmental Issues and Options</i>- FAO, 2006 , Rome, Italy;</span></li>
<li style="border: none; margin: 0px 0px 0.25em; padding: 0.25em 0px; text-align: justify;"><span style="background-color: white; font-family: inherit;">WWF. 2014.<i> Living Planet Report 2014: People and places, species and spaces</i>. [McLellan, R., Iyengar, L., Jeffries, B. and N. Oerlemans (Eds)]. WWF, Gland, Switzerland.</span></li>
</ul>
</div>
ecobriciolehttp://www.blogger.com/profile/07549199608332406980noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1798192545379933842.post-83229901327883955592017-03-28T14:32:00.000-07:002017-03-28T14:32:41.802-07:00Ecobriciole compie un anno: festeggiamo con il nuovo canale Youtube!<br />
<div style="text-align: justify;">
Fra meno di un'ora Ecobriciole compirà un anno! Era il 29 marzo del 2016 quando pubblicai il primo articolo che trovate <a href="http://ecobriciole.blogspot.it/2016/03/la-mia-storia-ovvero-come-diventai-un.html" target="_blank">qui</a>. Ecobriciole: un blog per parlare di scienza, nutrizione umana e impronta dei nostri consumi alimentari sull'ambiente.</div>
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Per festeggiare il suo primo anno di vita oggi vi presento il nuovo canale Youtube di Ecobriciole che ospiterà "Cucina Eretica". Assieme allo chef e maestro pizzaiolo Michele Leo entreremo nelle vostre cucine per metterci ai fornelli e parlare di tutti quegli alimenti che vengono spesso evitati perchè si teme che non giovino alla linea. Inoltre prepareremo gustosi manicaretti per i nostri pets.</div>
<div style="text-align: justify;">
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Di seguito il primo video interamente dedicato alla pizza. La pizza può entrare a far parte di un'alimentazione equilibrata? Quali sono i segreti per preparare una buona pizza a casa? Quali ingredienti scegliere? Assieme a Michele Leo abbiamo messo le mani pasta per preparare la pizza in casa. Dalla classica pizza margherita ad una pizza "eretica" ai legumi. Restate connessi!</div>
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<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/sN_5G9l67ac/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/sN_5G9l67ac?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
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<br />ecobriciolehttp://www.blogger.com/profile/07549199608332406980noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1798192545379933842.post-67538105268440658032017-03-09T05:04:00.001-08:002017-03-16T02:40:12.984-07:00Con tutti gli esseri e con tutte le cose noi saremo fratelli? <span style="font-size: large;">Dall'Operazione San Francesco al Nuovo Piano di Conservazione e Gestione del Lupo in Italia.</span><br />
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<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-E7v55Ojaen8/WME3Qjo8PlI/AAAAAAAARHE/kIw2MK_vn2cIfW3UsVXVOc95fjuQRpdLgCLcB/s1600/AAEAAQAAAAAAAAhHAAAAJDhjNDdmN2E3LWU2NTItNGViZS1hZGU5LWMzMzI4MDVkNjExOQ.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="183" src="https://3.bp.blogspot.com/-E7v55Ojaen8/WME3Qjo8PlI/AAAAAAAARHE/kIw2MK_vn2cIfW3UsVXVOc95fjuQRpdLgCLcB/s320/AAEAAQAAAAAAAAhHAAAAJDhjNDdmN2E3LWU2NTItNGViZS1hZGU5LWMzMzI4MDVkNjExOQ.jpg" width="320" /></a></div>
Il lupo è tornato. O con l'aria che tira il "sarebbe" pare d'obbligo.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
No... non è piovuto dal cielo, lanciato da aerei non meglio identificati dopo un corso accelerato di paracadutismo. Né tanto meno è stato reintrodotto, come spesso mi è capitato di sentir dire. Il lupo, protetto da normative nazionali e comunitarie, sta semplicemente e spontaneamente ricolonizzando parte del suo areale storico, ricomparendo in aree dalle quali era scomparso da tempo. Prova ne è l'unicità del lupo italiano, che ha iniziato a caratterizzarlo probabilmente dal periodo glaciale. Significa che il lupo italiano è una sottospecie a sé stante, il <i>Canis lupus italicus</i> per l'appunto, e si distingue da tutte le altre popolazioni di lupo nel mondo sia da un punto di vista fisico, o meglio dire morfologico, sia genetico.<br />
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Pertanto in Italia NON ci sono lupi che provengono dal Nord America, NON ci sono lupi mannari che si aggirano nelle notti di luna piena e, per fortuna, nemmeno i bambini credono più alla storia del lupo cattivo. Se qualche lettore avesse dubbi, provi a chiedere.<br />
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<a href="https://4.bp.blogspot.com/-6CRpZxIcYeA/WME3qu2AlyI/AAAAAAAARHI/y2GsyR9lcdUYwEHiTcYUAapLJ8dQhCMjACLcB/s1600/wolf-1364255_960_720.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="208" src="https://4.bp.blogspot.com/-6CRpZxIcYeA/WME3qu2AlyI/AAAAAAAARHI/y2GsyR9lcdUYwEHiTcYUAapLJ8dQhCMjACLcB/s320/wolf-1364255_960_720.jpg" width="320" /></a>Il famoso lupo nero invece esiste e sarebbe comune in Nord America. La variante melanica nella colorazione del mantello di alcuni esemplari avvistati ormai da tempo (già dagli anni '70) in Italia è una variante fenotipica presente negli ibridi tra cane e lupo. E questa è una delle tristi vicende che mettono in pericolo il lupo in Italia: la cattiva gestione dei cani. Ovvero di animali abbandonati o lasciati liberi di vagare "perché il cane deve vivere libero in natura" oppure "tanto se lo libero se la saprà cavare". Tali azioni in Italia sono un reato, implicano che c'è ancora molto da fare per ampliare le conoscenze riguardo alle necessità etologiche degli animali d'affezione e, oltre a causare gravi sofferenze all'animale non custodito o abbandonato, sono un pericolo per il lupo. I cani vaganti possono competere con il lupo per il cibo, possono predare il bestiame, rappresentano per i lupi un pericolo sanitario e, appartenendo alla stessa specie, possono generare prole ibrida.<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
Il destino del cane, dono dell'autodomesticazione del lupo, è di vivere accanto all'uomo. Il destino del lupo è quello di vivere la sua sacrosanta esistenza libero in natura.<br />
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<div style="text-align: justify;">
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<div style="text-align: justify;">
Bene, qualcuno dirà, ma allora dov'è il problema? Il problema è che la presenza del lupo è attualmente causa di situazioni di conflitto, soprattutto nelle regioni dalle quali era scomparso da tempo e in cui l'uomo non era più abituato a convivere e a tenere conto della presenza di questa splendida creatura, sia per i possibili episodi di predazione ai danni del bestiame domestico sia per i timori che la predazione di ungulati selvatici possa limitare la disponibilità di selvaggina per quanti praticano attività venatoria.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-rH7TAULvDVI/WME4DL7lPEI/AAAAAAAARHU/VPEwxC7LmucfA2BEG4IBJc16i47fK0T5gCLcB/s1600/wolf-635063_960_720.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://2.bp.blogspot.com/-rH7TAULvDVI/WME4DL7lPEI/AAAAAAAARHU/VPEwxC7LmucfA2BEG4IBJc16i47fK0T5gCLcB/s320/wolf-635063_960_720.jpg" width="320" /></a></div>
Si sa, la storia è ciclica e si ripete costantemente, senza che l'uomo mostri di aver compreso la lezione. La competizione con l'uomo per alcune fonti alimentari è stata già in passato la causa della persecuzione attuata ai danni del lupo e, assieme alla riduzione e frammentazione delle aree naturali e alla riduzione delle popolazioni di specie predate, ne ha provocato l'estinzione in buona parte dell'Europa tra l'800 e i primi del '900. In Italia il lupo, incluso tra le specie nocive, è stato di fatto sterminato sulle Alpi negli anni '20 e in Sicilia negli anni '40 del secolo scorso. Negli anni '70 ne rimanevano circa 100 esemplari diffusi in un areale ristretto ai massicci montuosi dell'Italia Centro-Meridionale. </div>
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<br /></div>
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Ed è da li che tutto è ripartito. Dal Parco Nazionale d'Abruzzo, diretto all'epoca da Franco Tassi, che, in collaborazione con il WWF, lanciò l'Operazione San Francesco con il motto "Con tutti gli esseri e con tutte le cose noi saremo fratelli". Questo splendide parole sono ispirate al discorso che il capo indiano Seathl avrebbe pronunciato in risposta a chi gli proponeva l'acquisto di tutte le terre indiane, esclusa una riserva. E così, in Abruzzo, il lupo venne salvato dall'estinzione ormai prossima attraverso azioni fattive, campagne di sensibilizzazione e di educazione ma anche con la ricerca di dialogo e collaborazione con gli allevatori, che da sempre avevano convissuto con il lupo. Ed io, che in Abruzzo ci sono nata, da bambina mi sentivo rassicurata dal fatto che da qualche parte nel bosco, seppur lontano dai miei occhi, "fratello lupo" conducesse libero la propria esistenza. Che esistesse un luogo in cui una creatura a lungo perseguitata e ingiustamente temuta potesse essere amata e protetta.<br />
<br />
Nel 1976 il lupo in Italia divenne "specie particolarmente protetta", intraprendendo il viaggio che lo ha portato oggi a ripopolare l'Appennino, parte delle Alpi Occidentali e la Lessinia. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E oggi, dopo 40 anni di protezione, ci troviamo di fronte al nuovo "Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia" il cui voto, già rinviato per ben due volte a causa delle accese proteste, tornerà prossimamente all'esame della Conferenza Stato-Regioni.<br />
<br />
Ma insomma, quanti lupi ci sono in Italia? La popolazione italiana non raggiunge densità elevate, la stima è di 1-3 individui per 100 km2.<br />
<br />
La verità è che non conosciamo il numero esatto di lupi in Italia. Non esiste una stima calcolata attraverso un programma nazionale di censimento, pur essendo previsto dal precedente Piano d'Azione (2002). Dunque la stima delle dimensioni della popolazione di lupi, soprattutto per quanto riguarda la sottopopolazione appenninica, è stata ottenuta mediante strumenti di modellizzazione statistica, sulla base dei dati ottenuti in alcune aree campione.<br />
<br />
Ebbene per quanto riguarda la sottopopolazione appenninica la mediana, sulla base di tale stima, sarebbe di 1580. Ovvero 1580 esemplari, il cui numero potrebbe però oscillare tra 1070 2472. C'è una probabilità del 50% che i numeri reali siano al di fuori di tale intervallo e una probabilità del 25% che il numero di esemplari sia al di sotto dei 1070. La sottopopolazione alpina invece oscilla tra i 100 e 130 esemplari. Per quanto concerne la sottopopolazione appenninica non sono incertezze da poco.<br />
<br />
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<a href="https://3.bp.blogspot.com/-0-Q_t42BmcM/WME4l30yc9I/AAAAAAAARHc/2XRtNe_iJOMN8hNxHtVcqwc3WhoIaC9eQCLcB/s1600/wolf-1972762_960_720.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://3.bp.blogspot.com/-0-Q_t42BmcM/WME4l30yc9I/AAAAAAAARHc/2XRtNe_iJOMN8hNxHtVcqwc3WhoIaC9eQCLcB/s320/wolf-1972762_960_720.jpg" width="320" /></a>Soprattutto se pensiamo che in Appennino un lupo sopravvive mediamente per 5 anni. Anche i dati disponibili circa la sopravvivenza del lupo in natura non sono molti. Ciò che sappiamo per certo è che le principali cause di morte sono da imputare alla mano dell'uomo. In maniera accidentale (ad esempio tramite investimenti) o purtroppo anche volontaria. Nella provincia di Arezzo, ad esempio, il 73% degli esemplari rinvenuti privi di vita tra il 1988 e il 2005 era stato ucciso volontariamente dall'uomo. Le modalità? Armi da fuoco, esche avvelenate, lacci e chi più ne ha più ne metta. Sta di fatto che solo il 3% degli esemplari era morto per cause naturali. Mi preme sottolineare che stiamo parlando di azioni terribili, reati punibili per legge. Ma, nella realtà, i responsabili di tali efferatezze non vengono individuati quasi mai.<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-1rneEGp5eDQ/WME5TuUwoZI/AAAAAAAARHk/bBbYfpnk8jcdl9qYpxT8qWrz74ceSEGIQCLcB/s1600/oregon.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="228" src="https://4.bp.blogspot.com/-1rneEGp5eDQ/WME5TuUwoZI/AAAAAAAARHk/bBbYfpnk8jcdl9qYpxT8qWrz74ceSEGIQCLcB/s320/oregon.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #212124;"><span style="font-family: "proxima nova" , "helvetica neue";"><span style="font-size: 10pt;">Photo
by Oregon Department of Fish & Wildlife</span></span></span></div>
</td></tr>
</tbody></table>
E veniamo al nuovo piano di conservazione e gestione, che propone 22 azioni volte a salvaguardare la specie e a mitigare il suo impatto con le attività umane. Avere un piano è necessario, lo è ancor più che le azioni proposte vengano poi attuate. Tra le proposte c'è anche la controversa azione III.7, che prevede deroghe al divieto di rimozione di lupi dall'ambiente naturale. Ovvero l'abbattimento "controllato". In questi mesi in molti - inclusa la sottoscritta - si sono chiesti come la parola abbattimento o rimozione possa andare di pari passo con il "salvaguardare la specie". Ebbene tutto dipende da quale significato vogliamo dare alla parola conservazione, perché, a mio umilissimo parere, è questo il cuore del problema. Purtroppo tali deroghe, mai consentite prima in Italia, sono previste dalle stesse normative nazionali e comunitarie che tutelano il lupo, che stabiliscono condizioni e modalità per la loro attuazione. In una prima versione del piano, datata 25 dicembre 2015, venivano stabiliti dei limiti a tali "prelievi". Il numero di deroghe individuali concesse non sarebbe potuto essere superiore al 5% del limite inferiore della più recente stima delle due sottopopolazioni e non sarebbero state concesse deroghe nei comuni in cui era stata registrata mortalità illegale nei 3 anni precedenti. In una più recente versione, datata gennaio 2017, tali limiti non sono più riportati e si affida all'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) il compito di valutare caso per caso.<br />
<br />
Tale proposta viene giustificata con la volontà di superare il clima di contrapposizione che sfocia in atti di bracconaggio incontrollabile. Ma come è possibile pensare di far desistere chi agisce al di fuori della legge rendendo legali, seppur controllati ed effettuati da personale specializzato, gli abbattimenti? Senza contare i costi che questo comporterebbe. Ma soprattutto tali abbattimenti servirebbero a mitigare il conflitto con le attività umane?<br />
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<br />
<br />
<b>Gli effetti degli abbattimenti sulla predazione del bestiame in Spagna e in Nord America.</b><br />
<b><br /></b>
<b><br /></b>
<b><br /></b>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-zWm5hqgYJ6s/WME5sjMYOpI/AAAAAAAARHs/p-r6cBFjQ-A8IPgay8WEuFljbyiXcMEBwCEw/s1600/mott.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://3.bp.blogspot.com/-zWm5hqgYJ6s/WME5sjMYOpI/AAAAAAAARHs/p-r6cBFjQ-A8IPgay8WEuFljbyiXcMEBwCEw/s320/mott.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
By
Daniel Mott from Stockholm, Sweden </div>
</td></tr>
</tbody></table>
In Spagna la gestione dei lupi comprende programmi annuali di abbattimento oltre che indennizzi per i danni al bestiame. Un recente studio (Fernández-Gil A.<i> et al</i>, 2016) </div>
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ha messo in relazione il numero di esemplari abbattuti con gli episodi di predazione sul bestiame. I dati mostrano come tali episodi sono positivamente correlati con l'entità degli abbattimenti di lupi effettuati nell'anno precedente. Significa che maggiore era il numero di lupi che venivano abbattuti nell'anno precedente maggiore il numero di danni a carico del bestiame registrati nell'anno successivo. Gli studi condotti da Wielgus e Peebles (2014) volti a valutare gli effetti della mortalità dei lupi sulla riduzione degli episodi di predazione di bestiame in Idaho, Montana e Wyoming dal 1987 al 2012 (25 anni) giungono alle stesse conclusioni. Ovvero il numero di capi di bestiame predati nell'anno successivo aumenta con l'aumentare del numero di lupi abbattuti durante l'anno precedente. Per ogni lupo abbattuto aumenta del 5-6 % il numero di bovini e del 4% il numero di ovini predati. Questo fino a quando il tasso di mortalità dei lupi supera il 25% (che è il tasso di crescita medio nella regione presa in esame). Oltre tale tasso gli episodi di predazione diminuiscono, ma esso non è sostenibile per la popolazione di lupi.</div>
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Perché il numero di capi predati aumenta assieme al numero di lupi abbattuti? I lupi sono animali altamente sociali e cacciano in branco. La disgregazione dei branchi dovuta all'abbattimento di individui riproduttivi porterebbe all'aumento degli individui in dispersione (ovvero i "lupi solitari" che cercano un nuovo branco) e alla riduzione delle dimensioni dei branchi. Un lupo in dispersione, seppur essenziale per la ricolonizzazione dell'areale, potrebbe optare per prede "più semplici" rispetto agli animali selvatici. La predazione di bestiame è peraltro legata alla disponibilità di prede selvatiche e alla modalità di conduzione dei pascoli: pratiche di allevamento non adatte alla prevenzione, che si sono diffuse in aree in cui il lupo era da tempo scomparso, rendono il bestiame maggiormente suscettibile alla predazione.</div>
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In definitiva gli abbattimenti dei lupi, così come gli attualissimi fenomeni di bracconaggio, sono correlati con un aumento degli episodi di predazione del bestiame in un'area più ampia nell'anno successivo al prelievo e la rimozione dei carnivori permette solo una temporanea riduzione del numero di capi predati a livello locale. Avrebbe un effetto significativo solo a seguito di un prelievo massiccio e alla forte riduzione della densità delle popolazioni di lupo fino al punto da non renderla più compatibile con la sua conservazione. Senza contare il fatto che il lupo viene ancora considerato una specie vulnerabile secondo la Lista Rossa IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura).</div>
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<b>La dieta dei lupi e le cascate trofiche.</b></div>
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<a href="https://4.bp.blogspot.com/-TSG9Mr7bmWc/WME6dX3HlrI/AAAAAAAARH0/9lyPHwVeR90pHZdeHlxJE7ughWpdnTZJgCLcB/s1600/wolf-predator-european-wolf-carnivores-162256.jpeg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" height="213" src="https://4.bp.blogspot.com/-TSG9Mr7bmWc/WME6dX3HlrI/AAAAAAAARH0/9lyPHwVeR90pHZdeHlxJE7ughWpdnTZJgCLcB/s320/wolf-predator-european-wolf-carnivores-162256.jpeg" width="320" /></a><br />
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I dati raccolti tra il 1976 e il 2004 mostrano che il lupo in Italia preferisce gli ungulati selvatici al bestiame. In particolare cinghiale, capriolo e cervo. Essi negli anni sono diventati la principale fonte di nutrimento del lupo con una parallela diminuzione dei fenomeni di predazione sul bestiame. In uno studio condotto nella provincia di Genova dal 1987 al 2004 la presenza di ungulati selvatici nei campioni fecali di lupo è passata dallo 0% al 70%. Naturalmente ciò può avvenire solo se gli ungulati selvatici sono disponibili con popolazioni ad elevata densità sulle quali, peraltro, i lupi potrebbero avere una funzione regolatrice. Come tutti i grandi predatori, infatti, i lupi hanno una funzione regolatrice non solo sulle popolazioni di specie predate ma possono controllare il funzionamento di interi ecosistemi, producendo cambiamenti significativi sulla vegetazione e sulla biodiversità. Stiamo parlando di cascate trofiche, ovvero degli effetti protettivi indiretti che i predatori hanno sulla vegetazione attraverso il controllo diretto effettuato sugli erbivori. Se ne accorse Charles Darwin che, per primo, comprese che gli esseri viventi che popolano un ambiente sono strettamente connessi tra di loro. Avreste mai pensato che la sopravvivenza del trifoglio rosso e della viola del pensiero dipende dalla presenza dei gatti? Questi fiori possono essere impollinati solo dai bombi, che cooperano volentieri visto che si cibano del loro polline. Insomma bombi trifogli e violette dipendono l'uno dall'altro. D'altronde il numero di bombi dipende dal numero di topi, che distruggono i loro nidi. E poiché i gatti predano i topi possiamo certamente affermare che il numero di gatti influenza la presenza di questi fiori.</div>
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Nel video che segue, realizzato da <a href="http://sustainablehuman.tv/remix/how-wolves-change-rivers" target="_blank">sustainablehuman.tv</a>, viene mostrato cosa è accaduto quando i lupi, dopo 70 anni di assenza, sono stati reintrodotti nel Parco Nazionale dello Yellowstone. Uno straordinario esempio di cascata trofica in cui viene mostrato come i lupi, attraverso la predazione, abbiamo modificato il corso dei fiumi e dunque il territorio.</div>
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<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/ysa5OBhXz-Q/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/ysa5OBhXz-Q?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
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<b>I lupi e la zootecnia.</b></div>
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<a href="https://4.bp.blogspot.com/-_OkPlmiKyRU/WME6u9UhIPI/AAAAAAAARH4/jwD2THg8_fwAuF2d1u2c2JAP55TRK19wACLcB/s1600/nature-animal-wolf-wilderness.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" height="320" src="https://4.bp.blogspot.com/-_OkPlmiKyRU/WME6u9UhIPI/AAAAAAAARH4/jwD2THg8_fwAuF2d1u2c2JAP55TRK19wACLcB/s320/nature-animal-wolf-wilderness.jpg" width="256" /></a></div>
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Un'indagine condotta sui danni al bestiame domestico causati da predatori nella Provincia di Grosseto (Azione A4 - Progetto LIFE11NAT/IT/069 Medwolf) conclude che il 65% delle aziende coinvolte, adottanti una modalità di gestione del bestiame di tipo semibrado, dichiara di aver subito danni. Il 74% di tali aziende utilizza ricoveri per il bestiame accessibili ai predatori e solamente il 26% utilizza cani da guardiana per la protezione del gregge. Parimenti dall'indagine emerge che nel periodo 2007-2012 il numero di aziende che ha sottoscritto un contratto assicurativo rappresenta il 3% delle aziende presenti sul territorio provinciale, sebbene il premio sia per l'80% a carico della Regione.</div>
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L'unica maniera per mitigare i conflitti con le attività umane nelle aree in cui il lupo è tornato è la riduzione dell'impatto predatorio sul bestiame. Essa può essere ottenuta solo promuovendo l'espansione delle popolazioni di <b>ungulati selvatici</b>, l'uso di <b>strumenti di prevenzione nei pascoli</b> e il mantenimento dell'<b>integrità dei branchi</b>. L'eventuale approvazione dell'azione che prevede la rimozione controllata dei lupi non sarebbe di alcun aiuto a chi è impiegato nel campo della zootecnia e, a causa del suo impatto sociale e culturale, potrebbe addirittura portare all'incremento degli episodi di bracconaggio. Progetti volti a diffondere le pratiche per la mitigazione dei danni a carico del settore zootecnico vengono già portati avanti da numerosi enti pubblici, ricercatori e associazioni ambientaliste in condivisione con le associazioni degli allevatori e sono peraltro previsti anche dal nuovo piano, dove si parla di supporto tecnico ed economico per la messa a punto di sistemi di prevenzione. Tali progetti andrebbero implementati e sostenuti, poiché solo in questo modo e intervenendo con decisione sui fenomeni di illegalità è possibile aumentare il livello di tolleranza da parte delle popolazioni umane, rendendo in questo modo la coesistenza possibile.</div>
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Naturalmente non esistono metodi di prevenzione applicabili universalmente: è necessario stabilire gli interventi più idonei da attuarsi caso per caso sulla base della tipologia e delle modalità di allevamento, della morfologia del territorio e delle modalità di ricovero e di guardiana. Uno degli strumenti più efficaci è il ricovero degli animali in strutture sicure durante la notte o la scelta di pascoli sicuri in condizioni meteo di scarsa visibilità. Ma è necessario ponderare anche la presenza del pastore accanto alle greggi come deterrente. Il lupo, infatti, dopo secoli di persecuzione ha appreso come evitare ogni contatto con gli esseri umani.</div>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: justify;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-Q8TWLXps42w/WME608KK4ZI/AAAAAAAARH8/sNZ4oqMbBc0DQwajjFFLglK8ZYyuRNGDwCLcB/s1600/gerety.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="256" src="https://4.bp.blogspot.com/-Q8TWLXps42w/WME608KK4ZI/AAAAAAAARH8/sNZ4oqMbBc0DQwajjFFLglK8ZYyuRNGDwCLcB/s320/gerety.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
By
The original uploader was MGerety at English Wikipedia</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Insostituibili alleati dell'uomo nella protezione degli animali allevati sono i cani da guardiana. Lo sono da secoli e, aiutando l'uomo ad affrontare la coesistenza con il lupo, sono di fatto anche i migliori amici del lupo (anche se loro non lo sanno). Restando entro i confini italiani parliamo ad esempio di razze come il Pastore maremmano abruzzese, da sempre impiegato sui massicci montuosi dell'Abruzzo. Il loro impiego è diminuito a partire dal secondo dopoguerra nelle aree dove il lupo era scomparso e sono stati alle volte sostituiti con i cani da conduzione. Ma i cani da conduzione sono stati selezionati per radunare e condurre le greggi. Il Pastore maremmano abruzzese il gregge lo difende, eccome se lo difende, mettendo in fuga i predatori e, di rado e unicamente se costretto, con un coraggio innato, affrontandoli. Ma in genere il predatore non rischia lo scontro e la loro maestosa presenza fa tornare a più miti consigli il malcapitato. Ho avuto l'onore di poter osservare questi impavidi guardiani all'opera: sono belli da mozzare il fiato e, se ben allevati, addestrati e rispettati nelle loro caratteristiche etologiche, sono equilibrati, pieni di dignità, fierezza e indipendenza ma anche capaci di sviluppare un fortissimo legame affettivo con gli animali che sono chiamati a proteggere.</div>
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Inoltre sono efficaci. In Portogallo l'introduzione di cani da guardiana ha ridotto dal 13% al 100% il numero di predazioni nel 75% delle greggi prese in esame, in confronto a situazioni analoghe dove erano assenti.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Tra gli altri interventi preventivi attuabili ci sono diversi tipi di recinzioni, incluse quelle elettrificate, dissuasori acustici e ottici, flardy e turboflardy (barriere realizzate con delle corde lungo le quali vengono appese fasce di tessuto colorate).<br />
<br />
A dimostrazione del fatto che le tecniche non letali possono essere efficaci anche su larga scala è stato di recente pubblicato un case study di 7 anni (Stone S.A. <i>et al</i>, 2017) in cui i deterrenti non letali e le tecniche di allevamento sono stati utilizzati strategicamente per proteggere gli ovini nei pascoli pubblici in Idaho. In queste aree le perdite di ovini dovute alla predazione operata dai lupi sono state di 3,5 volte inferiori rispetto a quelle registrate in pascoli adiacenti che non avevano adottato tali misure preventive. Solo lo 0,02% degli animali è stato attaccato dai lupi, tasso decisamente più basso rispetto a quello registrato in aree dove erano previsti abbattimenti controllati dei lupi. Ciascuno tragga le proprie conclusioni. </div>
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<br /></div>
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<b>Per una conservazione "compassionevole".</b></div>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: justify;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-9w3w8io-hjs/WME7WrsF8xI/AAAAAAAARIE/zsucyhSdJJE6r1RJnvKVVsBPc1MiaAY7ACLcB/s1600/tabako.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" src="https://2.bp.blogspot.com/-9w3w8io-hjs/WME7WrsF8xI/AAAAAAAARIE/zsucyhSdJJE6r1RJnvKVVsBPc1MiaAY7ACLcB/s320/tabako.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><ul>
<div class="western" style="border: none; line-height: 130%; margin-bottom: 0.13cm; margin-right: 0.79cm; padding: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;">Copyright - CC BY-ND Tambako
2015</span></div>
</ul>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
L'uomo non è mai stato indifferente al lupo: questo è un dato di fatto. Il lupo è stato braccato per secoli, fin quasi all'estinzione, perché ritenuto una "bestia" insaziabile e pericolosa. Insomma il lupo cattivo della favola di Cappuccetto Rosso. Su Ecobriciole se ne è parlato <a href="http://ecobriciole.blogspot.it/2016/12/la-vera-storia-di-cappuccetto-rosso.html" target="_blank">qui</a>. Ma è anche una creatura verso la quale l'uomo può provare empatia, che forse più di ogni altra, per via del suo comportamento sociale, gli permette di rispecchiarsi e sentire affinità. D'altronde l'uomo ha contratto sin dalla preistoria un debito di riconoscenza nei confronti del lupo che, grazie alla sua grande adattabilità e prima della domesticazione di qualsiasi altro animale, è stato il protagonista di un processo di autodomesticazione che lo ha portato a "farsi cane", coevolvendo con gli esseri umani. Alcuni lupi hanno superato il conflitto con l'uomo imparando a cooperare. Ed esistono sempre maggiori prove scientifiche che fu proprio tale evento che permise all'uomo moderno di competere con i Neanderthal, rendendo l'<i>Homo sapiens</i> una specie vincente. Non è un debito da poco.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sulla base di quanto riportato nella più recente versione del nuovo piano gli abbattimenti "controllati" verrebbero effettuati in modo da non pregiudicare uno stato di conservazione soddisfacente della specie. Ma la domanda è: anche laddove gli abbattimenti non comportassero rischi per la conservazione della popolazione di lupi, è opportuno, da un punto di vista etico, accettare la strada del controllo letale come strumento per la conservazione di una specie? E' accettabile che l'uomo disponga della vita e della morte degli altri animali al fine di rendere la loro esistenza compatibile con i propri bisogni o piuttosto sarebbe doveroso creare un ponte tra la parola conservazione e le parole empatia e compassione?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L'ho scritto più volte: tutto dipende dal significato che vogliamo dare alla parola "conservazione".</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-f-lndaxnN4A/WME7w1BwFrI/AAAAAAAARII/UCocGDAsQMQ7GDAMFm7w56THigN9B07TwCLcB/s1600/nature-animal-playing-wilderness.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" height="271" src="https://1.bp.blogspot.com/-f-lndaxnN4A/WME7w1BwFrI/AAAAAAAARII/UCocGDAsQMQ7GDAMFm7w56THigN9B07TwCLcB/s320/nature-animal-playing-wilderness.jpg" width="320" /></a><span style="font-family: inherit;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">La questione della conservazione della fauna selvatica viene tradizionalmente affrontata a livello di popolazione. Secondo l'articolo 1 della Direttiva Habitat lo stato di conservazione soddisfacente per una specie è definito "quando i dati relativi all'andamento delle popolazioni della specie indicano che tale specie continua e può continuare sul lungo termine ad essere un elemento vitale degli habitat cui appartiene; l’area di ripartizione naturale di tale specie non è in declino né rischia di
declinare in un futuro prevedibile; esiste e continuerà probabilmente ad esistere un habitat
sufficiente affinché le sue popolazioni si mantengano a lungo termine".</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Dunque l'essenziale è che i numeri permettano di affermare che la specie continui ad esistere. Tuttavia iniziano a farsi strada, grazie a scienziati come Paquet e Bekoff, idee incentrate sull'importanza dell'animale individuale, che pongono le basi per quella che viene definita "conservazione compassionevole". Secondo tale nuovo paradigma, che ha l'obbiettivo di fondere la scienza del benessere degli animali con la biologia della conservazione, le popolazioni animali non sono entità astratte ed omogenee, ma comprendono individui unici, esseri senzienti, con i propri desideri, necessità e capacità di soffrire.</span></span></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Lo stesso Bekoff scrive:</span></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i style="font-family: inherit;">"A differenza del dominante approccio utilitaristico alla conservazione, che addebita i costi del raggiungimento degli obbiettivi di conservazione direttamente sulle spalle degli altri animali, un'etica compassionevole per la conservazione aggiunge l'empatia agli altri elementi necessari al processo decisionale. Non è una questione di diritti, ma piuttosto porta avanti un approccio concettuale scientifico e basato sulle evidenze, che stabilisce che le iniziative volte alla conservazione devono prima di tutto non arrecare danni (Bekoff, 2010). Questo è importante non solo per quello che sappiamo riguardo alla coscienza e alla sensibilità degli altri animali (Bekoff, 2007), ma anche come imperativo morale per trovare soluzioni moderne che permettano di condividere gli spazi con la natura e per promuovere la coesistenza pacifica tra le specie (Hinchliffe, 2005)."</i></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-style: italic;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">La crescita della popolazione umana e il conseguente consumo di risorse sono diventati la variabile dominante su tutti gli altri abitanti del Pianeta. </span><span style="font-family: inherit;"> </span>L'impoverimento degli habitat causa traumi, sofferenze e morte degli individui. <span style="font-family: inherit;">Gli effetti degli abbattimenti su una qualsiasi specie sono imprevedibili in quanto le capacità emotive e la personalità variano tra gli animali come tra gli uomini. </span><span style="font-family: inherit;">Ed è per questo che è necessario porre le basi per una nuova etica che includa uomini, animali e ambiente naturale. </span></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Saremo in grado di operare questa rivoluzione nel modo che abbiamo di porci in relazione con gli altri esseri viventi e iniziare finalmente a vederci non più soli, non più in contrapposizione ma in armoniosa coesistenza con loro?</span></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Poco meno di due secoli fa, con un pensiero incredibilmente moderno, il capo indiano Seathl, leader dei Duwamish e dei Suquamish, proseguiva il suo discorso, di cui è stata in alcuni casi messa in dubbio l'autenticità ma ritenuto generalmente veritiero, in occasione delle consultazioni per la firma di un trattato con il quale le due tribù accettavano di trasferirsi in una piccola riserva:</div>
<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: inherit;">"Perciò noi consideriamo l’offerta di comprare la nostra terra, ma se decideremo di accettarla, io porrò una condizione. L’uomo bianco deve trattare gli animali di questa terra come fratelli. Io sono un selvaggio e non capisco altri pensieri. Ho visto migliaia di bisonti che marcivano sulla prateria, lasciati lì dall'uomo bianco che gli aveva sparato dal treno che passava. Io sono un selvaggio e non posso capire come un cavallo di ferro sbuffante possa essere più importante del bisonte, che noi uccidiamo solo per sopravvivere. </span></i></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><i><span style="font-family: inherit;">Che cosa è l’uomo senza gli animali? Se non ce ne fossero più gli indiani morirebbero di solitudine. Perché qualunque cosa capiti agli animali, presto capiterà all'uomo. Tutte le cose sono collegate.</span>
</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><i>Voi dovete insegnare ai vostri figli che il terreno sotto i loro piedi è la cenere dei nostri antenati. Affinché rispettino la terra, dite ai vostri figli che la terra è ricca delle vite del nostro popolo. Insegnate ai vostri figli quello che noi abbiamo insegnato ai nostri, che la terra è nostra madre. Qualunque cosa capita alla terra, capita anche ai figli della terra. Se gli uomini sputano sulla terra, sputano su se stessi. </i></span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><i>Questo noi sappiamo: la terra non appartiene all'uomo, è l’uomo che appartiene alla terra. Questo noi sappiamo. Tutte le cose sono collegate, come il sangue che unisce una famiglia. Qualunque cosa capita alla terra, capita anche ai figli della terra. Non è stato l’uomo a tessere la tela della vita, egli ne è soltanto un filo. Qualunque cosa egli faccia alla tela, la fa a se stesso".</i></span></div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: inherit;">Bibliografia:</span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Apollonio
M., Mattioli L. (2007). <i>Il lupo in provincia di Arezzo</i>, pp. 164.
Studi sulla Biologia della Fauna, eds. Le Balze, Montepulciano
(AR).</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Bocci
A., Boitani L., Braschi C., Ciucci P., Machetti M., Pollutri A.,
Romeo G., Salvatori V. (2015). <i>Linee guida per la gestione
dell'ibridazione tra lupo e cane.</i> Documento tecnico. Progetto
LIFE10NAT/IT/265 Ibriwolf.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Cadete
D., Pinto S., Vilà C., Fernandéz Gil A. (2016). <i>Dossier: Towards a
Wolf Conservation and Management Plan for Italy</i>. LAV.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Caniglia
R., Fabbri E., Greco C., Randi E. (a cura di) (2006). <i>Ricerca
scientifica e strategie per la conservazione del lupo (</i><i><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Canis
lupus</span></i><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><i>)
in Italia</i>. Quad. Cons. Natura, 33, Min. Ambiente – ISPRA.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Creel
S., Becker M., Christianson D., Dröge E., Hammerschlag N., Hayward
M.W., Karanth U., Loveridge A., Macdonald D.W., MatandikoW., M’soka
J., Murray D., Rosenblatt E., Schuette P. (2015). <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><i>Questionable
policy for large carnivore hunting</i>. Science, 350 </span><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">(6267):
1473-1475.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Fernández-Gil
A., Naves J., Ordiz A., Quevedo M., Revilla E., Delibes M. (2016).
<i>Conflict Misleads Large Carnivore Management and Conservation: Brown
Bears and Wolves in Spain</i>. PLoS ONE, 11(3): e0151541. doi:
10.1371/journal.pone.0151541.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Imbert
C., Caniglia R., Fabbri E., Milanesi P., Randi E., Serafini M.,
Torretta E., Meriggi A. (2016). <span style="color: black;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><i>Why
do wolves eat livestock?: Factors influencing wolf diet in northern
Italy</i>. Biological Conservation, 195: 156-168.</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="color: black;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><br /></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Montana
L., Caniglia R., Galaverni M., Fabbri E., Randi E. (2017). <i>A new
mitochondrial haplotype confirms the distinctiveness of the Italian
wolf (Canis lupus) population</i>. Mammalian Biology, 84<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">:
30-34.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Paquet
P.C., Darimont C.T. (2010). <i>Wildlife conservation and animal
welfare: two sides of the same coin?</i> Animal Welfare, 19: 177-190.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Ramp
D., Bekoff M. (2015). <i>Compassion as a Practical and Evolved Ethic
for Conservation</i>. <em><span style="color: black;"><span style="font-style: normal;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">BioScience</span></span></span></em><span style="color: black;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><i>,</i> 65(3): 323-327.</span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span a="" c.="" caniglia="" cura="" di="" e.="" e="" fabbri="" galaverni="" greco="" i="" m.="" m.l.="" milanesi="" p.="" r.="" randi="" zanni=""><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span a="" c.="" caniglia="" cura="" di="" e.="" e="" fabbri="" galaverni="" greco="" i="" m.="" m.l.="" milanesi="" p.="" r.="" randi="" zanni="">Randi E., Caniglia R., Fabbri E., Galaverni M., Greco C., Milanesi P., Zanni M.L. (a cura di) (2012). <i>Il lupo in Emilia-Romagna. Strategie
di convivenza e gestione dei conflitti</i></span>. Regione Emilia Romagna,
ISPRA.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Ricci
S. (2013). <i>Indagine sui danni al bestiame domestico causati da
predatori in Provincia di Grosseto</i>. Azione A4 – Relazione tecnica.
Progetto LIFE11NAT/IT/069 Medwolf.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Rondinini
C., Battistoni A., Peronace V., Teofili C. (2013). <i>Lista Rossa IUCN
dei Vertebrati Italiani</i>. Comitato Italiano IUCN e Ministero
dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Roma.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Stone S.A., Breck S.W., Timberlake J., Haswell P.M., Najera F., Bean B.S., Thornhill D.J. (2017). <i>Adaptive use of nonlethal strategies for minimizing wolf–sheep
conflict in Idaho</i>. Journal of Mammalogy, 98:33–44.</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Wielgus
R.B., Peebles K.A. (2014). <i>Effects of wolf mortality on livestock
depredations</i>. PLoS ONE, 9 (12): e113505. doi:
10.1371/journal.pone.0113505.
</span></div>
ecobriciolehttp://www.blogger.com/profile/07549199608332406980noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1798192545379933842.post-12284855295935667522016-12-25T10:04:00.000-08:002016-12-26T01:23:15.300-08:00La vera storia di Cappuccetto Rosso: quando l'uomo incontrò il lupo<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>Ad un certo punto della storia l'uomo incontrò il lupo per davvero. E questa amicizia millenaria è arrivata fino ad oggi. Ma cosa portò il lupo a diventare cane? E quali effetti ebbe questo incontro sull'evoluzione dell'uomo?</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><br /></i></div>
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<i><br /></i></div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
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<a href="https://4.bp.blogspot.com/-bZ6wcspNC0o/WF1uboaHvZI/AAAAAAAAP9s/n4JFZvN0RpQpEbvPe8HKcrEYXza94UxcACLcB/s1600/fairytale-1735406_960_720.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" height="320" src="https://4.bp.blogspot.com/-bZ6wcspNC0o/WF1uboaHvZI/AAAAAAAAP9s/n4JFZvN0RpQpEbvPe8HKcrEYXza94UxcACLcB/s320/fairytale-1735406_960_720.jpg" width="224" /></span></a><span style="font-family: inherit;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">C'era una volta...</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Come i fratelli Grimm abbiano potuto pensare, anche solo lontanamente, che Cappuccetto Rosso fosse una favola per bambini rappresenta per me un mistero.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Insomma: la nonna malata che vive da sola in un luogo non meglio identificato in un bosco, la mamma che inspiegabilmente invita la ragazzina ad attraversare da sola il suddetto bosco, l'intervento salvifico del cacciatore e il gran finale splatter, degno di "Non aprite quella porta", a cui prendono parte pure la nonna e Cappuccetto Rosso. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Considerando questi elementi al lettore non potrà di certo sfuggire che in questa vicenda il problema più grande non è di certo rappresentato dal <b>lupo</b> (quello vero intendo). Perché il lupo vero NON mangia la nonna e neppure Cappuccetto Rosso, NON porta via i bambini (nemmeno quando ha il manto nero) e tendenzialmente <i>"svicola tutto a mancina"</i> se sente l'odore dell'uomo. Tanto che incrociare la sua strada e poterlo osservare per pochi istanti è un evento raro e quantomai prezioso. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
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<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-dN-SepQMz-o/WF15mFZg3-I/AAAAAAAAP98/E6fmVO2FDgEU7x7BmXfHM3uo-2iqbGuGwCLcB/s1600/wolf-1364255_960_720.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="208" src="https://4.bp.blogspot.com/-dN-SepQMz-o/WF15mFZg3-I/AAAAAAAAP98/E6fmVO2FDgEU7x7BmXfHM3uo-2iqbGuGwCLcB/s320/wolf-1364255_960_720.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">I bracconieri invece esistono eccome e continuano a perseguitare impunemente il lupo che, dopo aver rischiato l'estinzione 40 anni fa a causa della pressione venatoria, è stato inserito dalla normativa italiana tra le "specie particolarmente protette". Vuol dire che a questi signori non dovrebbe venire in mente di torcergli neppure un pelo. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Che il lettore tragga liberamente la propria personale morale, io la mia la trassi qualche anno fa (mi si consenta una licenza poetica). E, date le mie accese proteste, Cappuccetto Rosso non fu più annoverato tra i racconti da leggere prima della nanna. A questo punto mi sento di rivolgere un accorato appello a tutti i genitori che minacciano l'indisciplinata prole con lo spauracchio del famoso "lupo nero": per tenere a bada pargoli vivaci o metterli in guardia dai pericoli sono certa che potranno trovare esempi infinitamente più calzanti. </span></div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span><a href="https://1.bp.blogspot.com/-KWMUgArRq24/WF152B0upZI/AAAAAAAAP-A/5X5Nps76BfIlhxJvxogMb3lnyegElO_hQCLcB/s1600/wolf-1352242_960_720.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://1.bp.blogspot.com/-KWMUgArRq24/WF152B0upZI/AAAAAAAAP-A/5X5Nps76BfIlhxJvxogMb3lnyegElO_hQCLcB/s320/wolf-1352242_960_720.jpg" width="320" /></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Ma insomma perché tutte queste storie per una favola? Forse perché io il lupo ho avuto la fortuna di incontrarlo. Dopo aver incrociato per pochi istanti il suo sguardo, qualcosa di indefinito di lui è rimasto scolpito nel mio cuore, tanto che ancora oggi non mi abbandona. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">E poi perché un lupo, ad certo punto della storia umana, incontrò Cappuccetto Rosso (o qualcun altro per lei) per davvero e lì accadde un fatto senza precedenti, considerando che stiamo parlando di un grande carnivoro. Perché alcuni lupi si "fecero" <b>cane</b>, dando inizio a quello che, a mio umilissimo parere, rappresenta uno degli esempi più belli di <b>coevoluzione</b> nella storia della biologia. Semplicisticamente potremmo definire la coevoluzione come un processo evolutivo in cui due o più specie interagiscono fra loro tanto strettamente da influenzarsi, di modo che ciascuna si adatti all'altra. Un po come alcuni fiori che hanno adattato la propria forma agli insetti impollinatori, e viceversa. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"></span><br />
<span style="font-family: inherit;"></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">E' chiaro che, stanti così le cose, la storia di Cappuccetto Rosso potrebbe avere un finale completamente diverso. Insomma una favola con happy end incluso, degna del Natale. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Consideratelo il mio personale regalo a tutti i lettori di Ecobriciole. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Ringrazio di cuore il collega Stefano Spagnulo per essermi stato d'ispirazione per questo articolo, per la sua passione per la biologia, che condividiamo, e per avermi aiutata nella ricerca bibliografica. Chi vorrà approfondire troverà tutti i riferimenti in fondo all'articolo. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-UsO4o68eLVA/WF6MS7j-ebI/AAAAAAAAP-g/nq1y1a8NND03AhjOTl_K6bYpo1u1i0TWgCLcB/s1600/20160429_130749%2B%25282%2529.png" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" height="225" src="https://1.bp.blogspot.com/-UsO4o68eLVA/WF6MS7j-ebI/AAAAAAAAP-g/nq1y1a8NND03AhjOTl_K6bYpo1u1i0TWgCLcB/s400/20160429_130749%2B%25282%2529.png" width="400" /></span></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Ma insomma come avvenne la "<b>domesticazione</b>" del lupo? Quando il lupo, da predatore che era, iniziò a camminare accanto all'uomo che, prima della domesticazione di qualsiasi altro animale o pianta, lo scelse a sua volta come compagno di viaggio? Non è una domanda da poco, visto che fare luce su questi aspetti svelerebbe molto della vita dell'uomo preistorico. </span><span style="text-align: left;">Ebbene il mistero non è stato ancora del tutto risolto, in compenso molte teorie sono state avanzate. </span></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-mcxGSV6MUzU/WF6povpoKtI/AAAAAAAAP_A/I4cH1DTzzwkHUgdVAse7h0p0ySy8_BlggCLcB/s1600/bond.570.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-mcxGSV6MUzU/WF6povpoKtI/AAAAAAAAP_A/I4cH1DTzzwkHUgdVAse7h0p0ySy8_BlggCLcB/s400/bond.570.jpg" width="274" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Resti di un uomo e di cane sepolti assieme<br />12.000 anni fa in Israele</i></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Di certo i <b>cani</b> discendono dal <b>lupo grigio</b> con il quale condividono il 99,9% del DNA. E qui finiscono le certezze. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Negli anni '70 gli scienziati portarono alla luce i resti di un cucciolo seppellito tra le braccia del suo compagno umano 12.000 anni fa in Israele: un simbolo di eterna amicizia. Per questo si ipotizzò che la domesticazione avvenne nell'attuale Medio Oriente prima che il Neolitico avesse inizio. Il fatto è che scavi successivi portarono alla luce reperti databili anche 16.000 anni fa in Russia o Germania. Infine subentrarono le indagini genetiche che portarono ancora più indietro le lancette del tempo, collocando la domesticazione del lupo probabilmente a circa 30.000 anni fa (tanto per intenderci esisteva ancora l'uomo di Neanderthal, che si sarebbe estinto di li a poco). Significa che la linea evolutiva del cane odierno (<i>Canis lupus familiaris</i>) e quella del lupo grigio (<i>Canis lupus lupus</i>) potrebbero essersi separate poco meno di 30.000 anni fa. </div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #252525; font-family: "arial" , "helvetica neue" , "helvetica" , sans-serif; font-size: 19.5px;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #252525; font-family: "arial" , "helvetica neue" , "helvetica" , sans-serif; font-size: 19.5px;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Eppure ancora oggi le origini temporali e geografiche del cane restano controverse. Taluni ritengono che il cane abbia avuto origine da processi di domesticazione avvenuti indipendentemente in più aree geografiche, mentre altri pensano che tale processo sia avvenuto in un unico luogo, ma non ci è dato sapere se si tratti di Europa, Asia Centrale o Estremo Oriente. </div>
<div style="text-align: justify;">
Recenti analisi genetiche hanno portato a ipotizzare che due differenti popolazioni di lupi, oggi estinte, furono domesticate in Estremo Oriente e in Europa, prima che l'uomo divenisse un agricoltore stanziale. La popolazione domesticata in Oriente accompagnò le popolazioni dell'Est durante le migrazioni che le portarono a raggiungere l'Europa Occidentale circa 14.000 anni fa. Qui rimpiazzò parzialmente la popolazione indigena di cani paleolitici. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div style="text-align: left;">
<b>Fu l'uomo a scegliere il lupo o il lupo che scelse l'uomo?</b></div>
<div style="text-align: left;">
<b><br /></b></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-YTVg25oFNVk/WF-_uF9DqGI/AAAAAAAAQAE/kQIOeXxpKdwZVRR0PBk2VXzZ4bgOuWCGgCLcB/s1600/prehistory-1142403__340.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="225" src="https://2.bp.blogspot.com/-YTVg25oFNVk/WF-_uF9DqGI/AAAAAAAAQAE/kQIOeXxpKdwZVRR0PBk2VXzZ4bgOuWCGgCLcB/s320/prehistory-1142403__340.png" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Nel 1907 lo scienziato britannico Francis Galton suggerì che i cani entrarono nelle nostre vite quando i nostri antenati introdussero negli accampamenti cuccioli di lupo e li allevarono. Tale ipotesi fu sostenuta da buona parte della comunità scientifica per molte decadi. Tuttavia tale processo di domesticazione avrebbe richiesto moltissimo tempo, centinaia probabilmente migliaia di anni. Un tenero lupacchiotto portato via dal branco di origine, una volta cresciuto, sarebbe comunque diventato un animale selvatico non per forza amichevole nei confronti dell'uomo. E allora cosa accadde? </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ad oggi sono in molti a propendere per l'<b>ipotesi dell'auto-domesticazione</b>, ovvero fu il lupo ad avvicinarsi allo strano bipede senza pelliccia e così domesticò se stesso. Come gli venne in mente una cosa del genere? Insomma uomini e lupi vivevano in conflitto, insieme preda e predatore l'uno dell'altro. Si erano dati la caccia a lungo e sicuramente competevano per le stesse prede. Il fatto che ad un certo punto abbiano scelto di unire le forze per aumentare le proprie possibilità di sopravvivenza è di certo un'ipotesi affascinante. E, a parere di alcuni studiosi, furono proprio alcuni esemplari di lupo, quelli meno aggressivi e diffidenti, ad avvicinarsi agli accampamenti umani. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-T7MKgJtEGPU/WF-_-pQMSjI/AAAAAAAAQAI/DVYN0vyFSwcAhy3sMxDda66JwyAX31YOACLcB/s1600/800px-Iberian_Wolf.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://4.bp.blogspot.com/-T7MKgJtEGPU/WF-_-pQMSjI/AAAAAAAAQAI/DVYN0vyFSwcAhy3sMxDda66JwyAX31YOACLcB/s320/800px-Iberian_Wolf.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Furono probabilmente attratti dalle carcasse abbandonate dagli uomini subito fuori gli insediamenti. Questi lupi, nutrendosi dei resti lasciati dagli uomini, vissero più a lungo e diedero vita a molti cuccioli. Di generazione in generazione si avvicinarono sempre di più all'uomo fino a quando, possiamo immaginare, un esemplare più audace si avvicinò a tal punto da poter mangiare dalle sue mani. </div>
<div style="text-align: justify;">
D'altronde gli uomini non vedevano in questi lupi alcun pericolo, non mostravano aggressività, pertanto lasciarono che vivessero nei pressi dei loro accampamenti. Realizzarono poi nel tempo che potevano trarre molti vantaggi dalla loro vicinanza. Non da ultimo il fatto che probabilmente questi branchi di lupi, pur non essendo ancora del tutto domesticati, difendevano l'accampamento da altri predatori pericolosi per l'uomo, inclusi altri canidi. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ebbe inizio, così, una seconda e più attiva fase della domesticazione che portò ad "allevare" e dunque selezionare quegli ancestrali canidi perché esprimessero sempre meglio quelle doti di cacciatori, pastori e guardiani che li rendevano così preziosi. Senza contare che questi cani continuarono ad incrociarsi coi lupi. L'incontro con il cane probabilmente permise all'uomo moderno di competere con i Neanderthal rendendo l<i>'Homo sapiens</i> una specie vincente.</div>
<br />
<br />
<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-mc1vFh-_C6Y/WF_AEXrD0DI/AAAAAAAAQAM/r4t4VRnEbw4biIOgiELdPqR98P6DwXO8gCLcB/s1600/dog-1453739_960_720.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://4.bp.blogspot.com/-mc1vFh-_C6Y/WF_AEXrD0DI/AAAAAAAAQAM/r4t4VRnEbw4biIOgiELdPqR98P6DwXO8gCLcB/s320/dog-1453739_960_720.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
L'amicizia con il cane ebbe probabilmente un impatto enorme sull'evoluzione umana. Ma per quale motivo molti umani stabiliscono un rapporto di amicizia e vicinanza con i cani? Secondo l'etologo Takefumi Kikusui quando uomo e cane si guardano negli occhi, entrambi sperimentano un innalzamento dei livelli di ossitocina, un ormone che possiede la capacità di regolare i comportamenti sociali e materni, favorendo lo sviluppo dell'istinto parentale e dunque del prendersi cura della prole. Lo stesso ormone viene prodotto quando la mamma e il bambino stanno assieme. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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La tendenza a rispondere con comportamenti parentali tutte le volte che si riconosce un cucciolo o un individuo che ne ha i caratteri è mossa dalla <b>motivazione epimeletica</b>. Essa viene espressa anche in altri mammiferi e uccelli. I motori che la accendono sono l'empatia e la tenerezza, essa pertanto è alla base di comportamenti altruistici non solo tra individui della stessa specie, ma anche tra individui appartenenti a specie diverse. Sono noti casi di adozione da parte di un predatore di cuccioli appartenenti a specie abitualmente predate. </div>
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Probabilmente alla base della domesticazione ci fu molto di più del reciproco vantaggio nel soddisfacimento di bisogni alimentari e di protezione. Non si può infatti escludere l'ipotesi del maternaggio, ovvero di donne che hanno allattato, negli antichi insediamenti umani, cuccioli di lupo rimasti orfani per vari motivi. La motivazione epimeletica rappresenta infatti uno dei comportamenti più profondi e radicati e potrebbe essere stata parte integrante nel processo di domesticazione del lupo. Ancora oggi esistono popolazioni in cui viene comunemente praticato il maternaggio di cuccioli di altre specie, come nel caso della tribù di Awà-Guajà, una delle ultime popolazioni di cacciatori-raccoglitori in Brasile.</div>
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Alcuni ricercatori si sono spinti ancora oltre. Il biologo Greger Larson ha per esempio affermato:</div>
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"Più ne sappiamo riguardo al processo che portò i cani ad integrarsi nella società umana, più conoscenze acquisiamo sulle origini della civiltà". In sostanza senza la domesticazione del cane probabilmente non ci sarebbe stata la domesticazione di nessuna altra specie, ne tanto meno la civiltà come la conosciamo ora. </div>
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<b>Come gli umani addomesticarono i cani e i cani addomesticarono gli umani</b></div>
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<b><br /></b></div>
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<a href="https://2.bp.blogspot.com/-KIM0LYrtSt0/WF_6KpkDmkI/AAAAAAAAQAg/TZ5zpr9bYV4OKFEKMGMKP796zZzcbpq-wCLcB/s1600/dog-1149964_960_720.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://2.bp.blogspot.com/-KIM0LYrtSt0/WF_6KpkDmkI/AAAAAAAAQAg/TZ5zpr9bYV4OKFEKMGMKP796zZzcbpq-wCLcB/s320/dog-1149964_960_720.jpg" width="320" /></a></div>
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Dunque uomo e cane si incontrarono, iniziarono a collaborare e infine fecero molto di più. Una delle teorie più affascinanti è quella secondo cui uomo e cane si sarebbero evoluti in parallelo, influenzandosi a vicenda. Sia per quanto concerne la genetica, sia per quello che riguarda i comportamenti sociali. </div>
<br />
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<br /></div>
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L'amicizia con l'uomo generò non pochi cambiamenti nel mantello, nelle orecchie e nelle code dei lupi. Essi impararono peraltro a leggere prontamente i gesti umani, cosa in cui neppure altri primati, più vicini geneticamente all'uomo, riescono così bene. I cani moderni mostrano differenze significative rispetto ai lupi per i geni coinvolti in due ruoli chiave: lo sviluppo del cervello e il metabolismo. Questo spiegherebbe perché i cani adulti non mostrano aggressività verso l'uomo, mentre i lupi adulti sono elusivi. Inoltre i cani hanno evoluto meccanismi che gli consentono di digerire l'amido assenti nei lupi (no... questo non significa che potete dargli le lasagne). In altre parole i cani hanno vissuto con l'uomo lo sviluppo dell'agricoltura, evolvendo anche tramite questo evento epocale. </div>
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<b><br /></b></div>
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<a href="https://4.bp.blogspot.com/-aCikLPEXOHU/WF_6C6LrDbI/AAAAAAAAQAc/a5nOFBZrlBQ-NrhzJm9rRi9G7wIAcmoZACLcB/s1600/wolves-221304_960_720.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="217" src="https://4.bp.blogspot.com/-aCikLPEXOHU/WF_6C6LrDbI/AAAAAAAAQAc/a5nOFBZrlBQ-NrhzJm9rRi9G7wIAcmoZACLcB/s320/wolves-221304_960_720.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
E l'uomo? Molti autori parlano del ruolo giocato dai cani "<b>nell'umanizzazione delle scimmie</b>" o anche nella "<b>lupizzazione dell'uomo</b>". </div>
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Konrad Lorenz scrisse: "Di tutte le creature la più vicina all'uomo nella finezza delle sue percezioni e nella sua capacità di dare vera amicizia è una femmina di cane".</div>
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Come affermò la stessa Jane Goodall, pioniera negli studi sugli scimpanzè, quando venne invitata a commentare l'osservazione di Lorenz: gli scimpanzè hanno spesso comportamenti individualisti. I cani discendono dai lupi, che invece sopravvivono collaborando. Essi cacciano insieme, condividono la tana e crescono i cuccioli insieme, nonostante solo alla coppia dominante sia consentito riprodursi. In sostanza sanno che insieme sono più forti. Gli uomini potrebbero aver appreso i vantaggi del vivere in gruppi più estesi e del cacciare in branco, differenziandosi in questo modo ad esempio dagli scimpanzè a loro geneticamente più vicini, dalla loro relazione con il cane?</div>
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Alcuni studiosi si spingono addirittura a ipotizzare che la capacità di stringere amicizia derivi da questo rapporto così forte.</div>
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<br /></div>
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Ciò che questa bella favola, realmente accaduta migliaia di anni fa, ci insegna è che non è il più forte o il più sanguinario ad affermarsi, come vorrebbero farci credere alcune interpretazioni aberranti dei concetti di evoluzione e selezione naturale. La selezione naturale, con i suoi tempi certamente, non ha mai premiato comportamenti individualistici o egoistici.<span style="font-family: inherit;"> <span style="background-color: white;">Non è la più intelligente delle specie quella che sopravvive, non è nemmeno la più forte; la specie che sopravvive è quella che è in grado di adattarsi e di adeguarsi meglio ai cambiamenti dell'ambiente in cui si trova. Questa frase viene spesso erroneamente attribuita a Darwin, che mi piace considerare come il papà di tutti i biologi, anche se, pur semplificando parecchio, riassume bene alcuni concetti espressi in "L'origine delle specie".</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white;"><br /></span></span></div>
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<b>Un finale diverso</b></div>
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<b><br /></b></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-ZCUkpCm3Swk/WF7F4QuBS8I/AAAAAAAAP_U/D_D67SH-d3MyZhtjlindJX2p-oVUmcaZgCLcB/s1600/white-wolf-1903107_960_720.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://3.bp.blogspot.com/-ZCUkpCm3Swk/WF7F4QuBS8I/AAAAAAAAP_U/D_D67SH-d3MyZhtjlindJX2p-oVUmcaZgCLcB/s320/white-wolf-1903107_960_720.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
"C'era una volta una bambina di nome Cappuccetto Rosso. Cappuccetto Rosso aveva una nonna che viveva in una casetta nel bel mezzo di un bosco, lontano dal villaggio. Il lettore si chiederà cosa ci facesse la nonna, che aveva i suoi acciacchi, da sola in mezzo al bosco. Non ci è dato saperlo, così è la storia. Fatto sta che Cappuccetto Rosso doveva fare molta strada per portarle ciò di cui aveva bisogno. Un giorno, carica di focacce e manicaretti di ogni tipo, percorreva tranquilla la sua strada, quando si accorse che un lupo, con fare discreto, la stava osservando nascosto tra i rami di un cespuglio. Il lupo - ma che bello che era? - non era poi così male come lo descrivevano in fondo! Così proseguì per la sua strada. Il lupo, dal canto suo, era indeciso se potersi fidare o meno di questo curioso animale senza pelliccia, d'altronde non sembrava pericoloso e, in questo caso, nemmeno armato. E poi che profumino veniva fuori dalla sua sacca! Meglio stare a vedere cosa poteva venirne fuori. E così il lupo, di natura guardingo e sfuggente, decise di seguire la bambina. D'altronde è risaputo: in ogni specie prima o poi nasce un individuo gagliardo che decide - beninteso, con le sue paure! - di vedere cosa c'è oltre le strade di consueto percorse. Così arrivarono assieme davanti alla casa della nonna. Cappuccetto Rosso si voltò incuriosita, insomma cosa voleva de lei questo lupo? Il lupo, nel frattempo, si era seduto e stava li a fissarla con aria interrogativa.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Oh, lupo, che orecchi grandi hai! -</div>
<div style="text-align: justify;">
- Così da poterti avvisare di ogni pericolo e per accompagnarti nella caccia! Anche perché se aspettiamo te facciamo notte! -</div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-chMNENScJ-E/WF7PLaMcQyI/AAAAAAAAP_o/O-9oJgPtBwAKlfzmM8crUsgLHamv0A7QACLcB/s1600/20150328_124624%2B%25282%2529.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://3.bp.blogspot.com/-chMNENScJ-E/WF7PLaMcQyI/AAAAAAAAP_o/O-9oJgPtBwAKlfzmM8crUsgLHamv0A7QACLcB/s320/20150328_124624%2B%25282%2529.png" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
- Oh, lupo, che occhi grandi che hai! -</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
- Ma sei di coccio? Non lo hai letto tutto il polpettone sulla motivazione epimeletica? -</div>
<div style="text-align: justify;">
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<div style="text-align: justify;">
- Oh, lupo, e che bocca grande che hai! -</div>
<div style="text-align: justify;">
- Ah, quella è direttamente proporzionale alla quantità di cibo che mi vedrai letteralmente fagocitare per poi guardarti, dopo 3 minuti d'orologio, come se non mi nutrissi da giorni! Dai, poi un bacino ogni tanto te lo do lo stesso! -</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Proprio in quel momento la nonna aprì la porta ed esclamò - Cappuccetto Rosso no! Va bene scoiattoli, lucertole, piccioni, rondini e tutta l'arca di Noè... ma pure lupi devi portare in casa? Ma insomma, non potevi studiare medicina o giurisprudenza, come tutte le tue amiche, invece di biologia? - </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma il lupo non era interessato a questo noioso questionare umano, pertanto entrò in casa e andò ad accucciarsi comodamente vicino al caminetto, che tentassero pure di farlo andare via! Poi con la nonna se la sarebbe vista Cappuccetto Rosso.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il cacciatore, nel mentre, era comodamente disteso sul divano, quel giorno non aveva voglia di uscire. E nemmeno i cani, troppo freddo. Per cui decise di guardare le sue serie tv preferite per tutto il pomeriggio."</div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-s8VCecTzqDU/WF167YLDiwI/AAAAAAAAP-I/mFqYeyYqd-gt2fnpY7-1KtNn5U8hA-AKQCLcB/s1600/IMG-20161222-WA0014%2B%25282%2529.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="186" src="https://3.bp.blogspot.com/-s8VCecTzqDU/WF167YLDiwI/AAAAAAAAP-I/mFqYeyYqd-gt2fnpY7-1KtNn5U8hA-AKQCLcB/s320/IMG-20161222-WA0014%2B%25282%2529.png" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Morgana & Me</i></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
La favola che descrive l'incontro tra l'uomo e il lupo che si è fatto cane è una storia d'amore che dura da migliaia di anni. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Antoine de Saint-Exupéry scriveva ne "Il Piccolo Principe":</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
"La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:
«Per favore... addomesticami», disse.
«Volentieri», rispose il piccolo principe, «ma non ho molto
tempo, però. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte
cose». </div>
<div style="text-align: justify;">
«Non si conoscono che le cose che si addomesticano», disse la
volpe. «Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla.
Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non
esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se
tu vuoi un amico addomesticami!»"</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Buon Natale a tutti da Ecobriciole!</div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<br />
<br />
<span style="font-family: inherit;"><b>Bibliografia</b></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Grimm D - <i>Dawn of the dog</i> - Science, <span style="background-color: white;">2015; 348(6232):274-9</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white;">Spagnulo S - Il Lupo e la Balia - I Nostri Cani (ENCI), 2011: 23-24</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white;"><br /></span></span>
Wayne RK and Ostrander EA - <i>Lessons learned from the dog genome</i> - TRENDS in Genetics, 2007; 23(11)<br />
<br />
Skoglund P, Ersmark E, Palkopoulou E, Dalén L - <i>Ancient Wolf Genome Reveals an Early Divergence of Domestic Dog Ancestors and Admixture into High-Latitude Breeds</i> - Current Biology, 2015; 25: 1515–1519<br />
<br />
Schleidt WM and Shalter MD - <i>Co-evolution of Humans and Canids. An Alternative View of Dog Domestication: Homo Homini Lupus?</i>- Evolution and Cognition, 2003; 9(1)<br />
<br />
Guo-dong Wang <i>et al</i> - <i>The genomics of selection in dogs and the parallel evolution between dogs and humans</i> - Nature Communications, 2013<br />
<br />
Freedman AH <i>et al</i> - <i>Genome Sequencing Highlights the Dynamic Early History of Dogs</i> - PLOS Genetics, 2014; 10(1)<br />
<br />
McCormick, F - <i>Genomic and archaeological evidence suggest a dual origin of domestic dogs</i> - Science, 2016; 352(6290)<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />ecobriciolehttp://www.blogger.com/profile/07549199608332406980noreply@blogger.com0