Gli oceani sono impoveriti dal sovrasfruttamento delle risorse ittiche, conosciuto anche come overfishing, una delle più grandi minacce agli ecosistemi marini. Secondo le Nazioni Unite fra 40 anni potrebbero non esserci più pesci negli oceani. Dobbiamo dunque rinunciare al pesce? No, ma imparare a consumarlo con intelligenza.
- Mi raccomando, consumi pesce almeno due volte a settimana -
Questo è il consiglio che ogni nutrizionista - la sottoscritta non fa eccezione - ripete millemila volte al giorno. A questo punto il paziente, che oramai conosce benissimo le innegabili proprietà nutrizionali di questo alimento, fissa il professionista con un'espressione a metà tra la rassegnazione e la mestizia. Lui sta pensando al merluzzo surgelato che troverà al supermercato sotto casa.
Tutt'al più all'orata o alla spigola, rigorosamente allevate, che potrebbe prendere al sabato. Se gli va bene.
Beninteso, il pesce gli piace molto. Al ristorante però. Perché quando si trova davanti a quel banco pieno di creature mitologiche lui non sa più che pesci prendere. Quali prodotti scegliere, come pulirli, come conservarli. E poi vanno cucinati. Non è banale se l'alimento in questione non ha mai fatto parte della tradizione alimentare della famiglia.
Ma lo fa, ci prova. E al primo
controllo esordisce – Dottoressa, ho mangiato il pesce come mi ha
detto lei! Ho preso il p.. pong, insomma come si chiama quel bagaglio
li? -
Siamo a Bologna. Qui qualsiasi
oggetto (o persona) percepito come un attrezzo inservibile che non
svolge nessuna funzione utile è un “bagaglio”. Io, abruzzigena trapiantata a Bologna da vent'anni, ci ho messo un po', e più di una
situazione tragicomica, per impararne il significato. Ma pian piano
ci sono riuscita.
- Intende il pangasio? -
- Si, si “LUI”! E poi
anche il merluzzo surgelato. L'ho lessato per 20/30 minuti in acqua.
Dottoressa io l'ho mangiato perché mi ha detto lei di farlo, ma era
veramente cattivo! -
E ha ragione lui, il paziente.
Però cavoli … insomma ci ha provato, si è impegnato. Non è
affatto semplice cambiare le proprie abitudini a tavola, chi svolge
la mia professione lo sa bene. Con quale coraggio può un
nutrizionista aizzarsi anche di fronte ad un innocente merluzzo?
- Insomma, sono anni che VOI
nutrizionisti ci dite di mangiare il pesce. D'altronde lo zucchero è
veleno, le farine raffinate non ne parliamo, la carne fa male e
inquina, mangiamo tonnellate di legumi (anche quando soffriamo di
colite) perché è scritto su tutte le riviste. Adesso non possiamo
mangiare neanche il pesce? -
E poi ti guarda, il paziente,
come se avesse davanti la
Signorina
Rottermeier.
Dunque
“anche” il merluzzo è un problema?
Dipende.
by John Wallace, NOAA |
Secondo
le Nazioni Unite fra 40 anni potrebbero non esserci più pesci negli
oceani. Se non faremo nulla, i più giovani potrebbero vedere un mare
senza vita.
Ogni
anno nel mondo vengono pescate circa 93 milioni di tonnellate tra
pesce, molluschi e crostacei selvatici. Per 1 miliardo di esseri
umani rappresentano l'unica fonte di sostentamento.
In Italia nel 2012 sono state consumate 200.000 tonnellate di pesce appartenente, tuttavia, a non più di 10 specie: tonno, spigola, orata, sogliola, nasello, triglia, seppia, calamaro, polpo e gamberi. Senza contare i filetti che si trovano sui banchi, prevalentemente persico e pangasio (che per intenderci è pesce gatto). Sono entrambe specie allevate in acqua dolce.
I Dati
Una focena intrappolata, by NOAA |
- ad oggi circa il 30 % degli stock ittici mondiali è sovrasfruttato e il 60% è pienamente sfruttato. U
Novellame, by Civa61 |
- nel Mediterraneo l'88% degli stock ittici per i quali si dispone di
dati sufficienti è sovrasfruttato;
- più del 50% delle importazioni avviene da paesi in via di sviluppo;
- le riserve marine, che potrebbero contribuire alla protezione
degli ecosistemi marini, coprono attualmente solo lo 0,6% delle acque
mondiali. Nel 99,4% delle acque è possibile pescare. La riduzione
dello sforzo di pesca attraverso la creazione di riserve marine è
uno dei possibili rimedi allo svuotamento dei mari.
Cosa Possono Fare i Cittadini
Questi
dati parlano tristemente da soli. Superato l'inevitabile e
comprensibile magone, sappiate che le soluzioni esistono, a patto che
siamo disposti a rivedere il modo in cui acquistiamo e consumiamo.
E'
necessario prendere coscienza che il problema riguarda tutti noi, non
solo chi è chiamato a compiere scelte politiche, che pure sarebbero
essenziali.
Dobbiamo
dunque rinunciare al pesce? No, ma imparare a consumarlo con
intelligenza. Eh si, magari con qualche piccolo sforzo in più. Non
pensate che possa valerne la pena?
Dunque
come scegliere il pesce? Per iniziare ecco alcuni semplici
suggerimenti:
- Andiamo a spulciare i ricettari regionali e rispolveriamo le ricette
della nonna. Fino agli anni '50 gli abitanti dei luoghi marittimi
mangiavano pesci d'acqua salata, quelli delle regioni interne pesci
di fiume, di lago o conservati. Oggi è possibile reperire tutto
ovunque, ma è necessario tenere a mente che a risentirne è il
patrimonio ittico;
Palamita, by Sherman Foote Denton |
- Per un po' meglio evitare tonno rosso, pesce spada, salmone, squali.
La pesca intensa li ha portati oramai sulla soglia dell'estinzione.
Il danno provocato dall'estinzione delle specie predatrici è
incalcolabile e potrebbe avere conseguenze devastanti sull'equilibrio
della catena alimentare e dell'ecosistema marino. Palombo, smeriglio,
spinarolo, squalo volpe e verdesca sono squali! Cernia bruna,
merluzzo atlantico e merluzzo giallo, pur non essendo ancora in
pericolo d'estinzione, non se la passano proprio bene. Saggio sarebbe
ridurne il consumo.
by C. Ortiz Rojas, NOAA |
- Prediligete i prodotti della pesca artigianale e locale (per il
Mediterraneo le zone FAO sono 37.1, 37.2 e 37.3) di modo da tutelare
ambiente, tradizioni, ma anche il reddito delle famiglie impiegate in
questo settore;
- Come la frutta e la verdura anche il pesce ha una propria
stagionalità, che dipende dal ciclo riproduttivo della specie in
questione. Acquistare pesce stagionale significa anche sceglierlo
della taglia giusta, evitando gli individui giovani che non si sono
ancora riprodotti. Mangiare novellame significa
impedire ad una specie di riprodursi. In inverno, ad esempio, sarebbe
preferibile acquistare: triglie, rana pescatrice, sarago, ricciola,
palamita, sgombro, rombo chiodato, polpo e seppia. Per citarne
alcuni.
E'
importante sapere che dal dicembre 2014 è
necessario comunicare ai consumatori:
1.
la denominazione commerciale della specie;
2.
il metodo di produzione (pescato o allevato);
3.
la zona in cui il prodotto è stato catturato o allevato
e la categoria di attrezzi da pesca usati nella cattura di pesci;
4. se il prodotto è stato scongelato.
4. se il prodotto è stato scongelato.
Tener
conto di tutti questi aspetti non è semplice se non si è abituati.
Ma pian piano è possibile imparare. Su #SaveHumansThursday, che
nasce per fornire suggerimenti pratici che aiutino le persone a
nutrirsi in maniera equilibrata rispettando l'ambiente, ne parleremo.
A breve approfondimenti sulle tecniche di pesca, le specie allevate,
la scelta del pesce e qualche consiglio per poterlo preparare in
maniera gustosa.
Se
volete saperne di più su #SaveHumansThursday, un progetto creato da
me e dalla collega e amica dott.ssa Livia Galletti, troverete tutte
le informazioni qui.
Seguite gli aggiornamenti sulle nostre pagine Facebook dott.ssa Francesca De Filippis e dott.ssa Livia Galletti.
Vi
aspettiamo giovedì prossimo!
Bibliografia
- AA.VV - Il Pesce, scuola di cucina Slow Food – Giunti, Slow Food Editore, 2013
- Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO) - The State of World Fisheries and Aquaculture. Contributing to food security and nutrition for all - 2016, Rome.
- WWF. 2015. Living Blue Planet Report. Species, habitats and human well-being. [Tanzer J, Phua C, Lawrence A, Gonzales A, Roxburgh T and P Gamblin (Eds)]. WWF, Gland, Switzerland.
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